Rapporto Mediacom043: giovani umbri emigrati all'estero, quanto rimette l'Umbria
Ultrasintesi Rapporto Mediacom043 sull’emigrazione all’estero dei giovani dai 18 ai 39 anni. Dati delle circoscrizioni e di tutte le regioni. Elaborazione e sistematizzazione dei dati Istat
I giovani italiani tra 18 e 39 emigrati all’estero nel decennio 2007-2017 (si prendono in considerazione solo i trasferimenti di residenza, mentre se si considerano anche coloro che hanno stabilito il domicilio all’estero ma hanno mantenuto la residenza in Italia la cifra dei giovani 18-39 emigrati praticamente raddoppia).
La situazione di tutte le circoscrizioni e le regioni italiane. Se ne sono andati 401 mila giovani italiani (il Rapporto Mediacom043 non considera gli stranieri), di cui 128mila 633 rientrati, per una perdita secca in 10 anni di 272mila 407 giovani. Il danno per il Paese è di circa 16 miliardi, pari a circa l’1-1,1% del valore aggiunto.
La propensione all’immigrazione all’estero tra il primo anno del decennio considerato (il 2007), e quello finale (il 2017) è cresciuta del 226,8%. In pratica, il numero dei giovani 18-39 anni emigrati all’estero è aumentato tra il 2007 e il 2017 di oltre 3,32 volte.
Il caso dell’Umbria (la propensione all’immigrazione all’estero dei giovani 18-39 è cresciuta del 203,8%), con tutti i dati anche delle province di Perugia e di Terni (da quella di Perugia si emigra di più ma si torna anche di più, mentre chi va via da Terni rientra molto meno) e la perdita secca per la regione in termini di valore aggiunto per 210-230 milioni di euro, che salgono a 310 milioni se, invece del saldo emigrati-rientrati, si considera solo il numero dei giovani 18-39 emigrati all’estero.
Tuttavia, va detto che l’Umbria non mostra i dati peggiori e anzi fa meglio di non poche regioni del Centro-Nord.
Mediacom043, diretta da Giuseppe Castellini, ha sistematizzato i dati Istat relativi ai trasferimenti di residenza da e per l’estero. Il Rapporto prende in esame il decennio 2007-2017 e si concentra sui giovani italiani tra 18 e 39 anni.
Alla presente ultrasintesi sintesi del Rapporto Mediacom043 sono allegate tre tabelle con i dati Istat elaborati.
Il Rapporto in pillole
Avvertenza
Il Rapporto Mediacom043 sull’emigrazione all’estero dei giovani italiani tra 18 e 39 anni (non si prendono quindi in considerazione gli stranieri, la cui dinamiche immigratorie ed emigratorie rappresentano un capitolo a se stante) nel decennio 2007-2017 – fornendo i dati regione per regione - si basa sui trasferimenti di residenza, che rappresentano in realtà circa la metà del movimento emigratorio, perché non comprende coloro che hanno stabilito il domicilio all’estero, ma hanno mantenuto la residenza in Italia. Tale esclusione deriva dal fatto che, appunto su coloro che sono domiciliati all’estero ma hanno mantenuto la residenza in Italia non ci sono dati certi, perché chi si trova in questa situazione dovrebbe iscriversi all’Aire (Associazione italiana residenti all’estero), ma molti non lo fanno e così le cifre risultano non affidabili.
Dovendo basarsi su dati certi, il Rapporto Mediacom043 sull’emigrazione dalle regioni italiane verso l’estero (e su quanti poi sono tornati in Italia) si fonda quindi sui trasferimenti di residenza (che, come detto, si valuta siano circa la metà dell’emigrazione complessiva verso l’estero dei giovani italiani), di cui l’Istat fornisce un dataset certo e dettagliato.
Il Rapporto ha pertanto elaborato e sistematizzato i dati per circoscrizione territoriale e per regione forniti dall’Istituto nazionale di statistica.
Il quadro generale a livello nazionale
Nel decennio 2007-2017 sono stati (vedere tabella 2) 401mila 040 i giovani italiani tra 18 e 39 anni che hanno preso la strada dell’estero trasferendo la residenza. Sempre nel decennio, 128mila 633 sono invece rientrati, per cui il saldo emigrati-rientrati, ossia la perdita netta del Paese, è di 272mila 407 giovani.
In sostanza, in 10 anni l’Italia ha perso, in termini di giovani 18-39 anni emigrati all’estero, una popolazione pari a circa quella di Venezia.
La Fondazione Moressa calcola che questa fuga dei giovani, nel decennio, sia costata all’Italia circa 16 miliardi di euro, pari all’1% del Pil (prodotto interno lordo) italiano: è infatti questo il valore aggiunto che i giovani emigrati potrebbero realizzare se fossero occupati in Italia. E questo vale per il saldo (ossia i giovani 18-39 anni emigrati meno quello rientrati), mentre se si prendono solo gli emigrati senza considerare i rientri il costo pagato dall’Italia è di circa 23,55 miliardi di euro, ossia l’1,47% del Pil.
Gli emigrati e i saldi emigrati-rientrati. Nel 2007, anno iniziale del decennio considerato dal Rapporto Mediacom043, i giovani italiani tra 18 e 39 anni che trasferirono la loro residenza all’estero era di 18mila 833, cifra salita dieci anni dopo, nel 2017, a 61mila 553 (vedere tabella 1). Mettendo a confronto il dato 2007 con quello 2017, l’incremento dei giovani emigrati all’estero è del 226,8%. In pratica, il numero è aumentato di oltre 3,32 volte.
A livello di circoscrizioni territoriali, la crescita maggiore la registra il Mezzogiorno (da 5mila 860 22mila 097 giovani emigrati, +277,1%), con le regioni continentali del Mezzogiorno che marcano +300,1% e le Isole (vedere sempre tabella 1) che segnano +247%.
Ma in valori assoluti nel 2017 il numero maggiore di giovani 18-39 emigrati all’estero lo mostra il Nord (28mila 999 giovani emigrati contro i 22mila 097 del Mezzogiorno e i 10mila 457 del Centro). Ovviamente, vista la maggiore popolazione del Nord rispetto a quella del Mezzogiorno, l’incidenza dell’emigrazione giovanile all’estero è più forte nel Mezzogiorno che nel Nord e nel Centro.
Se si guarda all’intero decennio 2007-2017 (tabella 2), l’andamento è simile: 133mila 358 giovani 18-39 emigrati all’estero nel Mezzogiorno (cifra che diventa 91mila 519 se si considerano anche i rientri dall’estero), 198mila 406 giovani emigrati dal Nord (considerando anche i rientri la cifra scende a 137mila 139) e 69mila 276 giovani emigrati dal Centro nel decennio (la cifra cala a 43mila 749 considerando i rientri).
Sia nella tabella 1 che nella tabella 2 si possono vedere gli andamenti di tutte le regioni italiane.
Il caso Umbria
L’Umbria nel decennio 2007-2017 ha visto emigrare all’estero (tabella 2) 5mila 389 giovani italiani (come detto non vengono considerati gli stranieri) tra 18 e 39 anni, sempre considerando solo i trasferimenti di residenza (ripetiamo, rappresentano la metà di quelli complessivi, ossia considerando anche coloro che hanno stabilito il domicilio all’estero, ma mantenuto la residenza in Umbria). Ne sono rientrati nello stesso periodo 1.613, per cui la perdita netta per la regione è di 3mila 776 giovani.
Facendo riferimento ai dati della Fondazione Moressa, questa fuga è costata all’Umbria nel decennio, considerando il saldo emigrati-rientrati, circa 210-230 milioni di euro di valore aggiunto regionale (su un totale di circa 21 miliardi di valore aggiunto della regione) che questi giovani emigrati potrebbero realizzare in Umbria se fossero occupati nella regione. Se si considerano solo gli emigrati, e non anche i rientrati, la perdita di valore aggiunto dell’Umbria sale, nel decennio 2007-2017, a circa 310 milioni.
Se si guarda all’anno iniziale (il 2007) e a quello finale (il 2017) del decennio considerato dal Rapporto Mediacom043 su dati Istat, l’incremento del numero dei giovani umbri 18-39 emigrati all’estero (vedere tabella 1) è del 203,8% (erano 266 nel 2007, sono stati 808 nel 2017), inferiore alla media nazionale (+226,8%).
La situazione favorevole dell’Umbria rispetto alla media nazionale resta anche se, invece che al numero dei soli giovani 18-39 anni emigrati all’estero, si guarda al saldo (emigrati meno rientrati). (vedere tabella 3)
Nel 2007, infatti, il saldo tra il numero dei giovani 18-39 anni emigrati dall’Umbria e quelli rientrati era di appena 112, cifra che sale a 629 nel 2017. L’incremento è quindi del 561,6%, rispetto all’866,5% della media italiana.
In definitiva, la situazione dell’Umbria appare pesante, visto che realizza una non trascurabile perdita di Pil per via di questa fuga all’estero dei giovani, ma meno forte rispetto sia alla media nazionale che a quella del Centro.
Le province di Perugia e di Terni
Guardando (vedere tabelle 1, 2 e 3) all’andamento delle province di Perugia e di Terni, in termini di giovani 18-39 emigrati all’estero il deflusso maggiore lo evidenzia quella di Perugia, ma se si guarda al saldo (ossia giovani emigrati meno quelli rientrati) la situazione si capovolge a sfavore della provincia di Terni. In sostanza, dalla provincia di Perugia i giovani emigrano all’estero – proporzionalmente al diverso numero di abitanti rispetto alla provincia di Terni – di più, ma tornano anche di più. I giovani che, invece, vanno via dalla provincia di Terni tornano assai di meno.
In dettaglio, nel decennio 2007-2017 (tabella 2) dalla provincia di Perugia sono emigrati all’estero 4mila 022 giovani 18-39, mentre da quella di Terni se ne sono andati in 1.367. Se si considerano anche i rientri, la perdita per la provincia di Perugia è di 2mila 997 giovani e quella di Terni pari a 779 giovani.
Se si fa il confronto tra il primo e l’ultimo anno del decennio 2007-2017 (tabella 1) l’aumento dei giovani 18-39 emigrati all’estero dalla provincia di Perugia è del 207,4%, mentre la provincia di Terni segna +188,2%.
Ma se si guarda al saldo emigrati-rientrati (tabella 3), tra il 2007 e il 2017 la provincia di Perugia mostra un incremento del 475% (da un saldo tra emigrati e rientrati di 108 giovani nel 2007 a uno di 513 nel 2017), inferiore a quello della provincia di Terni che marca +2.900% (da un saldo di appena 4 giovani nel 2007 a uno di 116 nel 2017).
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