di Giuseppe Castellini

Se la politica interessa sempre meno gli italiani, in Umbria il fenomeno è in rapida accelerazione, tanto che la nostra regione nel giro di un anno – dal 2015 al 2016 - è passata, tra le 20 regioni italiane, dall’undicesima alla settima posizione per percentuale di persone che vivono in famiglie in cui non si parla mai di politica, registrando il maggior aumento percentuale (+16,8%) dopo quello della Calabria (+18,8%), con un andamento due volte e mezzo più veloce rispetto alla media nazionale (+6,7%). Il balzo sul fronte del disinteresse verso la politica porta poi nel 2016 l’Umbria ad essere la prima tra le regioni del Centro-Nord (nel 2015 nel Centro-Nord era invece la terza per percentuale di persone che viviono in famiglie in cui non si parla mai di politica), superando Liguria e Marche che le erano avanti. Tra le regioni del Sud, in cui fino al 2015 l’interesse per la politica era molto più basso rispetto all’Umbria, ora la nostra regione viene sopravanzata dall’Abruzzo, con un andamento curioso che sembra andare di pari passo con quello economico (il Pil per abitante dell’Abruzzo, infatti, è diventato superiore a quello umbro).

Lo rileva l’indagine Istat su “Le persone di 14 anni e più per frequenza con cui parlano di politica italiana”.
 

Le cifre

In dettaglio, secondo il rapporto dell’Istat, nel 2015 in Umbria il 28,2% delle famiglie “non parlava mai di politica”. Un dato migliore – nel senso di minore quota di persone ubicate in famiglie dove non si discute mai di politica – di quello medio nazionale (30,6%) e in linea con quello del Centro (28,1%). Il dato del Mezzogiorno, poi, era distantissimo (38%) da quello umbro.

Nel 2016 la situazione dell’Umbria, sempre sul fronte del disinteresse e del rifiuto della politica e dei poilitici, peggiora drammaticamente. La percentuale di famiglie umbre in cui “non si parla mai di politica” sale al livello record del 33,9%, aumentando di ben 4,7 punti percentuali e superando la media nazionale, che nello stesso perido passa dal 30,6% al 32,8%. Il disinteresse e il rifiuto degli umbri verso la politica supera d’un balzo anche il dato medio del centro Italia (che passa dal 28,1% al 29,1%), mentre tra le regioni del Sud ora l’Abruzzo mostra un dato migliore (31,3%) rispetto a quello umbro.

Insomma, in tutta l’Italia il disinteresse e il rifiuto verso la politica e i politici segna nel 2016 un aumento dai già alti livelli toccati nel 2015, ma in Umbria questo incremento assume proporzioni record.

In valori assoluti, nella regione si passa, tra il 2015 e il 2016, da 145mila a 175mila pesone che vivono in famiglie in cui non si parla mai di politica, con un aumento di 30mila. In Italia, la stesa tipologia di persone passa da 11,8 milioni a 12,91 milioni sempre tra il 2015 e il 2016, con un incremento di 1,1 milioni.

Per quanto riguarda l’Umbria, difficile dire ora i possibili effetti di questa accelerazione del disinteresse verso la politica e i politici sugli equilibri elettorali. Di certo non è difficile prevedere un ulteriore aumento dell’astensionismo, che bisognerà però verificare quali aree politiche colpirà di più. E per il partito di maggioranza relativa in Umbria, il Pd, il calo record (-42,2%, da 71mila a 41mil) dei votanti alle ultime primarie per la scelta del segretario nazionale non è certo un buon segnale. Mentre è in arrivo un triennio intenso di appuntamenti elettorali, tra politiche e amministrative.

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