Sciopero dei sindaci e chiusura dell'Anagrafe. Boccali parla alla città
Di Armando Allegretti
PERUGIA - Come si sa domani è stato indetto uno sciopero contro la manovra estiva varata dal Governo. In quello che viene ormai chiamato lo “sciopero dei sindaci”, ci sarà una manifestazione di protesta si svolgerà giovedì alle 12 nella Sala dei Notari.
“Lo ha deciso all’ unanimità il Comitato direttivo dell’ Anci regionale - riferisce il sindaco di Perugia Boccali – si tratta di un segnale di un grande e generale malessere che trascende il colore politico delle maggioranze che governano le nostre città. Alla manifestazione sono state invitate tutte le Amministrazioni comunali umbre, le organizzazioni sindacali e le associazioni di categoria”.
“Anche a Perugia - continua il primo cittadino - la protesta contro la manovra economica del governo si concretizzerà con la riconsegna al Prefetto delle deleghe in materia di anagrafe e stato civile. I relativi uffici comunali resteranno simbolicamente chiusi. Ho già inviato una lettera al Prefetto per comunicargli l’iniziativa che verrà portata avanti a livello nazionale ed alla quale anche Perugia aderisce”.
Il sindaco inoltre ha inviato una lettera ai cittadini di Perugia per motivare le ragioni dello sciopero di domani e riguardo alla chiusura simbolica degli sportelli dell’ufficio Anagrafe: “Carissimi Perugini – si legge - oggi dirò al Prefetto e al Ministro dell’Interno che questo Comune non è più in grado di fornire i servizi ai cittadini. Chiuderò simbolicamente l’ufficio di Anagrafe e Stato Civile.
Si tratta di una forma di protesta molto forte, che coinvolgerà tutti i Comuni italiani, alla quale siamo arrivati perché il Governo non ha voluto cambiare una manovra economica certo necessaria, ma sbagliata nelle parti riguardanti le istituzioni territoriali.
Non vogliamo peggiorare la qualità della Vostra vita, ma migliorare i servizi e le prestazioni in tutti i settori e difendere i Vostri diritti. Oggi questo non è più possibile, perché si preferisce togliere ai Comuni invece di andare a vedere dove le risorse si sprecano realmente. Ogni anno i Comuni hanno portato soldi alle casse dello Stato per un totale di oltre 3 miliardi di euro. Lo Stato continua a sprecare, e noi siamo costretti ad aumentare le tasse o a chiudere i servizi.
Ho deciso di scriverVi per farVi conoscere a che punto siamo arrivati e perché ognuno di Voi possa rendersi conto che la protesta che i Comuni e l’ANCI stanno facendo non è a difesa di una “casta”, ma di chi invece lavora seriamente per rendere le nostre città ed il nostro Paese sempre più solide, competitive e vivibili. Spero che la motivazione della protesta giustifichi il disservizio che Vi stiamo creando”.
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