Di Ciuenlai

PERUGIA - La politica umbra va “per animali” , anzi, più precisamente, per cani, forse per nascondere, ancora una volta i suoi “inguaribili” problemi, primo tra tutti quello della famosa questione morale. Il centrosinistra continua a rinviare un dibattito aperto e qualsiasi decisione in merito. Si preferisce mettere la testa sotto la sabbia. Intanto l’elenco degli indagati si allunga e minaccia di allungarsi ancora. Non appena la lista viene aggiornata, partono infatti i “rumors” di altri possibili nomi, che sarebbero sotto la lente dei magistrati. La decisione di non affrontare la questione per le corna, di rinviarla continuamente per tenere insieme le varie componenti e i vari partiti, la volontà di non “disturbare la loro suscettibilità” ed evitare guai in aula, porta ad uno stallo che contiene in se, un rischio “mortale” per la coalizione.

Forzando le indicazioni nazionali, è passata la linea “garantista del Pd”, quella della presunzione di innocenza. Nessuno ha capito perché i democratici indagati di Milano si sono dovuti dimettere e quelli di Perugia no, ma la scelta è stata di aspettare gli eventuali rinvii a giudizio. Ma è questa la bomba ad orologeria che sta sopra il Partito Democratico, la coalizione e, direi, l’intera istituzione. Una bomba che qualcuno spera di disinnescare confidando nel “miracolo” dell’archiviazione delle posizioni dei numerosi esponenti tirati in ballo. Evento che personalmente auspico e che spero si materializzi. Ma se questo non accadesse, come molti osservatori ed esperti di “giudiziaria” ritengono, tutta la strategia del rinvio, messa in onda in questi mesi, crollerebbe miseramente e pesantemente. E la responsabilità ricadrebbe sull’attuale classe dirigente del Partito Democratico e di tutti quelli che hanno avvallato la sua linea di condotta. Perché la diversità non va solo enunciata, qualche volta va anche praticata.

 

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