PERUGIA - Il capogruppo regionale di Rifondazione comunista - Federazione della sinistra, Damiano Stufara, lancia l'allarme sul rischio che venga “calpestato” dal Governo, attraverso la sua manovra finanziaria correttiva, il voto referendario del giugno scorso. Stufara punta il dito sulla linea intrapresa dall'esecutivo nazionale riguardo “la privatizzazione forzata dei maggiori sevizi pubblici locali, nella speranza di vendere quel poco di Paese che ancora non è stato cannibalizzato da decenni di liberalizzazioni”. “Con tale operazione – sostiene il capogruppo di Prc-Fds - non si raggiungerà nessun risparmio, ma anzi si produrranno aumenti delle tariffe, rispetto alle quali i privati potranno fare dei veri e propri cartelli. In pratica – osserva - il Governo ha scelto di aggravare la crisi”.

“Nel silenzio pressoché totale dei grandi mezzi d'informazione il Governo, attraverso la sua manovra finanziaria correttiva, sta per calpestare il voto referendario del giugno scorso procedendo alla privatizzazione forzata dei maggiori sevizi pubblici locali, nella speranza di vendere quel poco di Paese che ancora non è stato cannibalizzato da decenni di liberalizzazioni”. Lo scrive il capogruppo regionale di Rifondazione comunista - Federazione della sinistra, Damiano Stufara.

“Il decreto approvato dal Consiglio dei ministri ed attualmente in Senato – spiega - prevede infatti che tutte le concessioni di servizi pubblici locali affidati direttamente decadano il 31 marzo 2012, 'senza necessità di apposita deliberazione', imponendo in sostanza la cessione del 60 per cento delle quote, e quindi del valore, ai privati. Certo - aggiunge il capogruppo di Rifondazione comunista - l’acqua sarebbe esclusa, ma non le altre parti strategiche dell'economia degli enti locali, come la gestione dei rifiuti o il trasporto pubblico locale; si arriva addirittura all'incentivo per gli enti locali più solleciti in fatto di privatizzazioni, che avranno la possibilità di operare in deroga rispetto al patto di stabilità. Ma non si dovevano risanare i conti? - si domanda - e che ne è dell'autonomia degli enti locali?”. Stufara evidenzia come “il risultato politico del referendum sta proprio nella contrarietà degli italiani alla messa a profitto dei servizi di pubblica utilità e nel riconoscimento del loro status di beni comuni; contro questa chiara indicazione, che travalica la sola questione dell'acqua, va ricomponendosi ancora una volta un fronte trasversale, dove la politica rinuncia a sé stessa per farsi fiduciaria di inquietanti lobbies economiche. Sarebbe gravissimo – osserva - se il Pd e gli altri partiti riformisti si rendessero disponibili, con le loro scelte negli enti locali, ad un tale progetto di svuotamento progressivo della democrazia”.

“Con tale operazione – sostiene il capogruppo di Prc-Fds - non si raggiungerà nessun risparmio, in quanto si finirà a dover pagare i privati per servizi di cui prima si aveva la proprietà; allo stesso tempo si produrranno aumenti delle tariffe, rispetto alle quali i privati potranno fare dei veri e propri cartelli. In pratica – sottolinea - il Governo ha scelto di aggravare la crisi. Sic et simpliciter”. “Contro chi vuole svendere alle grandi multinazionali dei servizi le basi del sistema delle autonomie locali – spiega Stufara - va posta con forza la necessità di una politica economica rovesciata. Il Gruppo consiliare del Partito della Rifondazione Comunista per la Federazione della Sinistra – conclude - ritiene che la sola strada percorribile sia quella dell'opposizione sociale, la stessa opposizione che si è battuta per i referendum e che ogni giorno, nei luoghi di lavoro come nei territori, pone la stessa domanda di giustizia e di uguaglianza”.

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