Manovra - Lo sciopero dei sindaci riempie la Sala dei Notari a Perugia
Di Armando Allegretti
PERUGIA - Stamattina i sindaci delle città dell’Umbria hanno risposto alla mobilitazione dell’ Anci per protestare contro i contenuti della manovra del governo, soprattutto per quanto riguarda il taglio dei trasferimenti ai Comuni. I 92 primi cittadini umbri hanno aderito senza eccezioni. In sala, anche membri delle diverse giunte, consiglieri comunali, rappresentanti delle organizzazioni sindacali e delle associazioni di categoria.
L’incontro è stato organizzato per protestare contro la manovra economica e si è realizzato attraverso la riconsegna al Prefetto ed al Ministro dell’Interno delle deleghe in materia di anagrafe e stato civile e la chiusura simbolica dei relativi uffici.
“La decisione - ha detto il sindaco di Perugia, nonché presidente dell’Anci Umbria, Wladimiro Boccali - della giornata di protesta è stata presa all’unanimità ed è un’altra prova dello stato di profondo disagio che oggi i sindaci e gli amministratori locali stanno vivendo”.
La manovra varata dal Governo – ha continuato Boccali – e le successive modifiche ha sostanzialmente cancellato l’autonomia dei comuni attraverso delle norme che addirittura indicherebbero anche l’ora di convocazione dei consigli e delle giunte”.
Il sindaco di Perugia ha aggiunto che la simbolica riconsegna ai Prefetti delle deleghe su anagrafe e stato civile, con i relativi uffici chiusi nel corso della mattinata, “significa che non possiamo più svolgere servizi essenziali per i cittadini, e lo stesso stanno facendo le Regioni per quanto riguarda il trasporto pubblico”. Boccali ha ricordato anche che la manovra “è la terza in dodici mesi, e tutte hanno inciso pesantemente sui bilanci dei Comuni”. Infine, piena disponibilità sul riordino istituzionale, “che però va rimesso sui binari giusti”, e difesa delle istituzioni locali per quanto riguarda i costi della politica: “non facciamo di ogni erba un fascio: altra cosa sono onorevoli e ministeri”.
I piccoli Comuni, in seguito alla manovra economica estiva, sarebbero stati ridotti a enti virtuali. I tagli ed il patto di stabilità bloccano ogni possibilità di migliorare le città ed i municipi, soffocano le imprese e obbligano a scegliere fra aumento della pressione fiscale e riduzione dei servizi. Tutto questo porterà ad una ulteriore contrazione della crescita e renderà ancora più poveri i cittadini, le famiglie e le imprese.
A quello di Boccali è seguito l’intervento del vice presidente dell’ Anci regionale, Stefano Bigaroni, sindaco di Narni. Hanno portato il loro contributo anche rappresentanti di Cgil, Cisl, Terzo settore, Confcommercio, Cna, Confesercenti, Associazione Industriali.
Alla protesta nazionale hanno aderito Conferenza delle Regioni e UPI. Sono previste anche altre iniziative, tra le quali il ricorso alla Corte costituzione per gli articoli 4 e 16 della manovra, ovvero quelli che obbligano i Comuni alla dismissione delle società partecipate e che intervengono sull’ organizzazione istituzionale dei piccoli Comuni (5800 su 8000 totali)
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