Lavoro, dopo anni giù del 43,5% i laureati umbri che emigrano all'estero
Lavoro, dopo un decennio negativo svolta sui laureati umbri che emigrano all’estero: nel 2021 il loro numero crolla del 43,5%, oltre il doppio della media nazionale, e crescono del 50,3% i laureati italiani che dall’estero trasferiscono (o ritrasferiscono) la residenza in Umbria. Il Presidente della Camera di Commercio, Giorgio Mencaroni, nel video “Il Punto del Presidente” parla dei nuovissimi dati Istat fornendo le cifre, indica alcuni motivi della svolta e incita Istituzioni e forze sociali.
Le possibili ragioni del cambio di rotta: crescita e quindi più occupazione, impegno delle imprese su transizione digitale ed ecologica e più in generale sulla sostenibilità, dove contano fattori come welfare aziendale e qualità della vita garantita ai dipendenti, oltre naturalmente alla questione retribuzione.
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I nuovissimi dati dell’Istat sulla mobilità infraregionale e internazionale dei cittadini italiani rilevano una forte frenata nel 2021 dei laureati umbri che lasciano la regione per andare a vivere e lavorare all’estero trasferendovi la residenza (-43,5% sul 2020) e, allo stesso tempo, un netto aumento dei laureati italiani che dall’estero hanno trasferito (o ritrasferito, nel caso fossero umbri che erano andati in Paesi stranieri per vivere e lavorare lì) la loro residenza in Umbria (+50,3%). Il saldo negativo tra iscrizioni dall’estero e cancellazioni per l’estero dei laureati, che negli anni scorsi si era progressivamente ampliato fino a raggiungere il massimo nel 2020 (vedere tabella 1) con -363 (frutto di 189 iscrizioni dall’estero e di 552 cancellazioni per l’estero), nel 2021 torna quasi in pareggio (-28), cosa che nell’ultimo decennio non accadeva dal 2011.
Stessa tendenza, ma meno forte, l’Istat la registra anche nella media nazionale, dove i trasferimenti di laureati per l’estero nel 2021 scendono del 20,3% (contro il -43,5% dell’Umbria) e i laureati italiani che dall’estero ritrasferiscono la residenza in Italia aumentano del 31% (contro il +50,3% dell’Umbria). In altre parole, la fuoriuscita dei laureati dall’Umbria nel 2021 rispetto al 2020 è crollata di oltre il doppio rispetto alla media nazionale, mentre il numero dei laureati italiani che dall’estero hanno trasferito la loro residenza in Umbria è cresciuto del 60% in più rispetto al dato italiano.
È il tema al centro del nuovo video “Il Punto del Presidente”, curato dall’Ufficio Stampa e Comunicazione della Camera di Commercio dell’Umbria, in cui il Presidente dell’Ente Camerale, Giorgio Mencaroni, dà conto dell’importante svolta che c’è stata nel 2021 sulla fuga dei laureati umbri all’estero, che aveva caratterizzato tutto il decennio precedente, e traccia alcune spiegazioni su questa inversione di rotta, invocando anche prudenza perché si tratta del primo anni dal 2011 che ciò avviene e occorre quindi monitorare se davvero il 2021 sia stato l’anno della “rondine che fa primavera.
Mencaroni presenta i dati dell’Istat (vedere tabella 1 e grafici 1-2-3)
“Nel 2020 - afferma il Presidente della Camera di Commercio – avevamo toccato il picco negativo dell’ultimo decennio sul saldo tra trasferimenti di residenza dall’estero in Umbria e dall’Umbria per l’estero dei laureati. I cittadini italiani (umbri e non) che, residenti all’estero, erano tornati in Italia scegliendo l’Umbria erano stati nel 2020 solo 189, mentre i laureati che dall’Umbria avevano preso la via permanente dell’estero, trasferendovi la residenza, erano stati 552, il massimo di sempre. Il saldo tra iscrizioni dall’estero e cancellazione dell’estero dei laureati in Umbria era stato quindi negativo di 363 persone, il peggior risultato dell’ultimo decennio (dieci anni prima, nel 2011, il saldo era stato di -27, frutto – come si può vedere nella tabella 1 - di 82 iscrizioni e 109 cessazioni, in un’epoca dove la mobilità internazionale dei laureati era assai minore rispetto ad oggi, ndr)”.
“Nel 2021 – prosegue il Presidente Mencaroni – i laureati italiani che dall’estero hanno preso (o ripreso) la residenza in Umbria sono stati 284 – il massimo del decennio e 94 in più rispetto al 2020, mentre i laureati che dall’Umbria hanno trasferito la residenza all’estero nel 2021 sono stati 312, molti meno dei 552 del 202° e anche dei 463 del 2019. Il saldo tra iscrizioni e cancellazioni di laureati, che come detto nel 2020 era in Umbria arrivato a -363, nel 2021 è solo di -28, raggiungendo quindi un sostanziale pareggio tra laureati che arrivano (o che tornano) e quelli che partono per l’estero”.
“I dati – afferma Mencaroni – configurano quindi una svolta improvvisa, sulla quale sarà necessario effettuare approfondimenti per comprenderne a fondo la cause e lavorare perché sia duratura”.
I possibili motivi del crollo dei laureati che dall’Umbria vanno all’estero e dell’aumento di quelli che dall’estero arrivano (o tornano) nella regione
Mencaroni traccia quindi i motivi essenziali che potrebbero stare dietro la svolta migratoria umbra dei laureati nel 2021.
1) “Innanzitutto – scandisce il Presidente – la crescita, medicina che guarisce sempre molte malattie economiche e sociali, o quantomeno le lenisce. Nel 2021 l’economia italiana è cresciuta del 6,7% e quella dell’Umbria del 7,1%. Un incremento che ha aumentato le opportunità occupazionali anche per i laureati, perché inserita nel processo di transizione digitale ed ecologica dell’economia e della società italiane, dove si aprono spazi molto importanti anche per le persone con livelli di istruzione più elevati. Un segnale ben colto anche dai laureati italiani all’estero, come dimostra l’aumento degli ingressi in Italia, che in pratica sono dei ritorni dal Paese da cui si era partiti”.
2) “La trasformazione delle nostre imprese verso modelli più innovativi e più orientati all’esportazione, quindi più competitivi, che necessitano di un maggior numero di persone laureate, adatte a svolgere compiti professionali più avanzati”.
3) “I segnali di un avanzamento del welfare aziendale, per poter attirare professionalità che si ha molta difficoltà a reperire. Le aziende sanno che oggi la qualità del lavoro, e quindi la qualità dell’azienda, come la qualità dell’imprenditore o dell’imprenditrice, è un fattore determinante per poter attirare lavoratori. E questo riguarda tutte le professionalità, da quelle meno a quelle più complesse”.
4) “E qui – va avanti Mencaroni – si apre il capitolo della qualità più complessiva della vita, non solo sul lavoro. Le persone vogliono più tempo per sé, o anche se lavorano lo stesso tempo lo vogliono più organizzato per poter migliorare la propria qualità della vita. Anche su questo le aziende si stanno impegnando e tale maggiore attenzione può certamente aver contribuito alla svolta immigratoria/migratoria dei laureati nel 2021. Ovviamente c’è anche la questione retribuzioni e occorrerà verificare a fondo cosa si sia mosso su questo fronte nelle imprese della regione. Anche se un reale incremento delle retribuzioni dei dipendenti si potrà realizzare a pieno con un taglio deciso del cuneo fiscale su salari e stipendi”.
Conclude Mencaroni nel video “Il Punto del Presidente”: “Un punto, quello della qualità della vita, su cui l’Umbria ha molto da spendere in termini di appeal per attirare imprese e persone. Ora, alla luce dei nuovi dati dell’Istat, occorre approfondire e capire bene cosa occorre per dare continuità e ancora più slancio alla svolta sulla questione laureati in Umbria. Uno sforzo che tutte le Istituzioni e tutte le forze sociali, dalle Associazioni delle imprese ai sindacati dei lavoratori dipendenti, alle organizzazioni dei professionisti, debbono fare. La Camera di Commercio dell’Umbria, come sempre, c’è”.
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