a graduatoria di tutti i comuni umbri per numero di imprese giovanili ogni 100 abitanti tra 18 e 35 anni. In testa, per ognuna delle tre fasce relative al numero di residenti, tre municipi caratterizzati da un peso elevato del turismo nell’economia comunale. Nel confronto con le altre regioni l’Umbria in tema di imprese giovanili (4,7) è nella media nazionale (4,8), con la provincia di Terni (5,1) che mostra un dato più elevato di quella di Perugia. In valori assoluti, a dicembre 2022 esistono in Umbria 6mila 900 imprese giovanili registrate. Ma non è tutto oro quello che luccica.

La dichiarazione

Giorgio Mencaroni, Presidente della Camera di Commercio dell’Umbria: “I dati dell’indagine della Camera di Commercio sull’imprenditorialità giovanile, utilizzando i dati del Sistema Camerale e dell’Istat, ci consegnano la realtà di un’Umbria che, su tale fronte, è nella media nazionale e, ancor meglio, è nella sezione della graduatoria dove ci sono tutte regioni del Centro-Nord. Questo perché, a parte la Liguria, i numeri più elevati di imprese giovanili ogni 100 abitanti si trovano per lo più nelle regioni del Mezzogiorno d’Italia e questi numeri in tali realtà potrebbero essere condizionati, per una parte, dal fatto che i giovani scelgono di aprire un’impresa non per una genuina vocazione imprenditoriale, ma come ripiego visti gli alti tassi di disoccupazione giovanile esistenti in queste regioni e quindi la conseguente difficoltà a trovare un’occupazione dipendente appetibile. Fenomeno, questo, certamente presente anche nel Centro-Nord, ma meno incisivo rispetto al Mezzogiorno per le maggiori opportunità di trovare un impiego. Il fatto, come dicevo, che l’Umbria si trovi nella sezione della graduatoria dove ci sono tutte regioni del Centro-Nord evidenzia come il dato umbro sull’imprenditorialità giovanile sia meno condizionato dal fattore ‘ripiego’ e quindi esprima una realtà abbastanza genuina sulla consistenza della vocazione a fare impresa. La vocazione imprenditoriale nei giovani è un fattore di grandissima importanza per la regione e per l’intero Paese e va aiutata in tutti i modi possibili, perché risorsa indispensabile alla crescita economica e sociale. Il tutto nella logica non di renderle realtà protette dal mercato, ma capaci di affrontare il mercato. Vanno supportate nel loro processo di crescita, offrendo strumenti e stimoli per migliorare la competitività che siano da un lato generali, dall’altro specifici a seconda dei settori di attività. Tutti temi che, a ben guardare, valgono per la generalità delle aziende, non solo per quelle giovanili, ma che per queste ultime hanno una valenza particolare perché in un numero marginali di casi si tratta di nuove imprese, con tutti i problemi connessi alle fasi di start-up. Impegni che la Camera di Commercio sente molto forti, come dimostra l’attività su questi fronti, dalla formazione/informazione al supporto alla transizione digitale e a quella ecologica in un complesso di misure assai robusto, ai bandi che cercano di offrire opportunità di supporto e crescita in diversi ambiti e a molte altre iniziative”.

Nota metodologica: il numero ufficiale delle imprese giovanili registrate è relativo al IV trimestre 2022 (quindi al 31 dicembre 2022) ed è di fonte del Sistema Camerale, mentre il numero di residenti tra 18 e 35 anni è di fonte Istat e relativo al dato ufficiale 1 gennaio 2023. La scelta è stata fatta per rendere i dati il più possibile omogenei.

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Orvieto per i comuni sopra 15mila abitanti, Gualdo Cattaneo per quelli tra 5mila e 10mila residenti e Monteleone di Spoleto per i municipi fino a 5mila abitanti sono le realtà municipali dell’Umbria sul gradino più alto del podio, nelle rispettive categorie, per tasso di imprenditoria giovanile, ossia per numero di imprese giovanili registrate ogni 100 residenti giovani, ossia compresi nella fascia di età 18-35 anni (la definizione di impresa giovanile avviene in base alle seguenti condizioni: per quelle individuali, che il titolare abbia meno di 35 anni; nel caso di società di persone, che oltre il 50% dei soci abbia meno di 35 anni; nel caso di società di capitali, che la media delle età dei soci e degli amministratori sia inferiore al limite dei 35 anni).

A livello di province, quella di Perugia ha un tasso di imprenditorialità giovanile (4,5 imprese giovanili ogni 100 giovani tra 18 e 35 anni), inferiore a quella di Terni (5,1), mentre il dato medio regionale è di 4,7 imprese giovanili per 100 giovani. Per quanto riguarda i due capoluoghi di provincia, Terni (5,4 imprese giovanili ogni 100 giovani) è nettamente davanti a Perugia (4). In valore assoluto, nella regione a fine 2022 esistevano in Umbria 6mila 900 imprese giovanili (522mila 086 a livello nazionale).

Il quadro emerge dai dati della Camera di Commercio dell’Umbria sulle imprese giovanili registrate nei comuni della regione e dai dati Istat sulla popolazione 18-35 anni residente nei municipi umbri.

Va ricordato che l’Umbria ha una propensione all’imprenditorialità giovanile (4,7 imprese giovanili ogni 100 giovani) nella media nazionale (4,8) e che, nel I trimestre 2023, la regione con il numero maggiore di imprese giovanili ogni 100 residenti 18-35 è la Liguria (8,4), seguita da Campania (5,9), Calabria (5,7), Molise (5,6), Sardegna e Basilicata (entrambe con 5,5). E qui va detto, visto anche che i valori più bassi si registrano in regioni come Friuli-Venezia Giulia (3,5), Veneto (3,9), Emilia-Romagna (4,0), Lombardia (4,1) e Marche (4,2), che se da un lato un numero elevato di imprese giovanili rappresenta un bacino importante di vocazione imprenditoriale (come, ad esempio, nelle realtà turistiche) da far crescere e maturare offrendo incentivi e supporti ma anche lasciando operare gli inevitabili meccanismi di selezione, dall’altro un numero eccessivo di imprese giovanili può rappresentare la spia della carenza di possibilità occupazionali appetibili nel lavoro dipendente, rappresentando quindi in questi casi non una genuina vocazione imprenditoriale dei giovani, ma una necessaria scappatoia per poter vivere. In altre parole, di luccichio ce n’è molto e ciò è importante, ma non tutto ciò che luccica è oro.

Il tasso di imprenditorialità giovanile nei comuni umbri sopra i 10mila abitanti

Il podio più alto, tra i comuni umbri sopra i 10mila abitanti, spetta a Orvieto (5,8 imprese giovanili ogni 10mila). Al secondo posto si piazza Todi (5,6), al terzo Castiglione del Lago (5,4). Si noti che i tre municipi umbri sul podio nella fascia dei comuni sopra 10mila abitanti sono tutti caratterizzati da un peso elevato del turismo nell’economia municipale e i valori superiori alla media delle imprese giovanili registrate possono essere collegati al mercato generato, in vari settori, dalla spesa turistica, con l’apertura di spazi e opportunità per i giovani. Insomma, i tre comuni non sono tra quelli in cui, in termini di imprese giovanili, c’è parecchio luccichio ma poco oro. Alle loro spalle completano il quintetto della “Top Five” i comuni di Terni (5,4) e Gualdo Tadino (5,3). In coda, sempre tra i comuni con più di 10mila abitanti, San Giustino (2,8), Magione (4) e Perugia (4).

Il tasso di imprenditorialità giovanile nei comuni umbri tra 5mila e 10mila abitanti

Nella fascia tra 5mila e 10mila abitanti in Umbria il podio più alto sulle imprese giovanili va a Gualdo Cattaneo con 5,8 aziende rette da giovani 18-35 ogni 100 residenti in questa fascia d’età. Il secondo podio lo conquista invece Trevi (5,3) e il terzo Passignano sul Trasimeno (5). La “Top Five” è completata da Montefalco (4,9) e Nocera Umbra. È da rilevare come Gualdo Cattaneo, nella fascia dei comuni umbri tra 5mila e 10mila abitanti, abbia conquistato – come emerso in un precedente rapporto della Camera di Commercio dell’Umbria – anche il primo posto nel tasso di imprenditorialità generale, ossia il numero di imprese totali ogni cento abitanti.

Il tasso di imprenditorialità giovanile nei comuni umbri fino a 5mila abitanti

Nella categoria dei comuni più piccoli della regione, sotto i 5mila abitanti, il podio più alto spetta a Monteleone di Spoleto (13,4 imprese giovanili ogni 100 residenti tra 18 e 35 anni). Seguono Sant’Anatolia di Narco (11,2), Norcia (10,4), Calvi dell’Umbria (7,2) e Giano dell’Umbria (6,9). Ovviamente va considerato che, nei comuni più piccoli, basta la nascita o la scomparsa di poche imprese a determinare sbalzi molto forti del tasso di imprenditorialità, per cui la graduatoria dell’imprenditorialità giovanile è molto meno stabile rispetto ai municipi con una consistenza ben maggiore di residenti.

I 10 comuni dell’Umbria a minore vocazione imprenditoriale giovanile

Al di là delle fasce di municipi per abitanti, è interessante anche andare a vedere il fondo della classifica generale regionale del tasso di imprenditorialità giovanile, sempre tenendo presente che per i comuni piccoli il dato può variare rapidamente alla nascita o alla chiusura di un pugno di aziende.

Va notato che, tra i dieci comuni dell’Umbria a minore tasso di imprenditorialità giovanile, c’è anche una realtà con oltre i 10mila abitanti (San Giustino), che peraltro è tra gli ultimi anche nel tasso di imprenditorialità generale (come emerso nella già citata precedente indagine della Camera di Commercio dell’Umbria). Le altre nove posizioni di coda sono tutte occupate da municipi con meno di 5mila abitanti. La graduatoria vede fanalino di coda Citerna (2,4); subito sopra ci sono Alviano (7,6), Lugnano in Teverina (2,8), Fratta Todina (3,1), Porano (3,1), Allerona (3,4), Sigillo (3,4). Quindi, pari merito con un indice di 3,5, San GeminiMontecchio e Ferentillo.

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