Assistenza sociale, sanità, territorio, lotta alla solitudine, servizi: i 7 punti che i pensionati di FIPAC  (Federazione Italiana Pensionati Attività Commerciali) di Confesercenti Umbria pongono ai candidati alle politiche del 25 settembre. Nelle prossime settimane incontri con parlamentari eletti, assessori regionali e comunali dell’Umbria Le dichiarazioni di Granocchia e Quaglietti in Conferenza Stampa

Le dichiarazioni:

Giuliano Granocchia, Presidente regionale Confesercenti Umbria: “Le proposte/richieste di FIPAC Confesercenti dell’Umbria rappresentano interventi concreti e di grande importanza, che la nostra Associazione porta avanti anche nell’ambito del CUPLA (Coordinamento Unitario Pensionati Lavoro Autonomo). Non si tratta solo di questioni economiche per ottenere maggiore giustizia riequilibrando la spesa pubblica, ma anche di interventi che colgono la grande questione sociale dei pensionati, sulla quale insistono servizi pubblici non adeguati, perché non è solo il reddito a fare la differenza, ma anche la possibilità di accedere a servizi necessari a garantire una buona qualità della vita”.

Pier Francesco Quaglietti, Coordinatore regionale Federazione Italiana Pensionati Attività Commerciali (FIPAC) di Confesercenti Umbria: “Le sette questioni prioritarie che sottoponiamo ai candidati alle elezioni politiche del 25 settembre, e che successivamente saranno oggetto di incontri approfonditi con parlamentari eletti, assessori regionali e comunali dell’Umbria per impostare un programma d’azione che porti ad affrontare davvero questi temi. Parliamo di risorse adeguate ai Comuni per ‘assistenza sociale, di adeguamento delle pensioni, di riequilibrio nelle voci della spesa pubblica, di sanità, e qualità dei servizi. Ma anche di combattere la solitudine degli anziani, anche con le nuove tecnologie, di avere qualità dei servizi in modo uniforme nei vari territori, di aumentare la deduzione e la detrazione fiscale per le spese sostenute per le badanti e i badanti, sia personale che dipendente di cooperativa sociale o casa di riposo”.

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Sette richieste, proposte, sollecitazioni, che la FIPAC (Federazione Italiana Pensionati Attività Commerciali) sottopone ai candidati nei collegi umbri di tutte le forze politiche in vista delle elezioni del 25 settembre. Sette punti contenuti in un documento presentato a nome degli iscritti della FIPAC Confesercenti Umbria.

Si parte dall’analisi dell’attuale contesto socio-economico dell’Umbria, regione dove oggi vive una popolazione con un’età media di 47,7 (più alta di quella nazionale) di cui oltre un quarto composta da ultra 65enni. Una regione che però continua a perdere popolazione (nei primi cinque mesi del 2022 ci sono 2.297 abitanti in meno, fonte ISTAT), anche per il fenomeno dei cosiddetti “migranti previdenziali”, cioè i pensionati che hanno deciso di trasferire la propria residenza all’estero, in uno di quei Paesi dove la vita costa meno e dove la tassazione è più favorevole. Una scelta in aumento.

Una regione, infine, dove il Pil quest’anno, secondo le stime SVIMEZ, non supererà l’1,9%, con un ritardo rispetto alle altre regioni del centro che si prevede si amplierà nel prossimo biennio. La crisi energetica e l’inflazione da essa indotta si fa sentire pesantemente anche in Umbria, soprattutto sulle persone in difficoltà. E tra queste ci sono i 133.556 del FPLD (Fondo pensionati lavoro dipendente) che percepiscono un importo assegno di 1.033,49. Le pensioni dei lavoratori autonomi sono 95.432 con un importo medio di 827,01 e 78.431 sono quelle assistenziali con un importo medio di 471,88.

In questo quadro appare positivo il dato estrapolato dall’analisi del Centro studi Tagliacarne sul valore aggiunto prodotto in Umbria nel 2021, che figura “tra le quattro aree già ritornate sulle posizioni pre pandemia “

I SETTE PUNTI CHE FIPAC PONE ALL’ATTENZIONE DELLA POLITICA

Eccoli in sintesi.

1) Risorse adeguate ai Comuni per l’assistenza sociale. Se vi deve essere il rispetto dei vincoli di bilancio, è necessario che per realizzare le politiche di protezione sociale vi siano trasferimenti adeguati e che la quota spesa per le politiche per i servizi sociali e sanitari venga in modo significativo incrementata.
2) Adeguamento delle pensioni. Occorre aumentare il reddito delle pensioni più basse, in modo però serio e sostenibile. Ci sono più di 2 milioni di pensioni a poco più di 500 euro e quasi 3,9 milioni di pensionati compresi tra 516 e 1031 (dati anno 2020): aumentarle per tutti a 1.000 euro mensili per tredici mensilità;
3) Riequilibrio nelle voci della spesa pubblica. Nello Stato la composizione della spesa pubblica condiziona la capacità di un Paese di funzionare e coltivare il benessere dei cittadini. Per le voci ricerca e sviluppo, istruzione, salute e sanità, ambiente spendiamo il 23,99% della spesa pubblica, molto meno di Francia, Germania, Spagna.
4) Sanità, bilanci e qualità dei servizi. La legge di Bilancio 2022 incrementa il Fondo Sanitario Nazionale di 2 miliardi l’anno per i prossimi tre anni, fissando il livello del finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard. Per quanto riguarda i criteri con i quali il fabbisogno sanitario standard viene ripartito tra le Regioni, ad oggi quello prevalente è la numerosità della popolazione di cui viene valutato, parzialmente, il consumo di prestazioni in relazione alle fasce di età. Ciò che interessa l’utente è che LEA, tempi di attesa e qualità delle prestazioni sia sufficiente per non dire eccellente.
5) Combattere la solitudine, anche con le nuove tecnologie. L’anziano deve partecipare all’impegno civile, all’inclusione sociale, deve essere attivo e partecipe. Per questo deve conoscere le nuove tecnologie e l’alfabetizzazione informatica deve essere uno degli obiettivi. Se vi è necessità, deve poter disporre di un accompagnamento protetto, compagnia domiciliare, pronto intervento sociale e compagnia telefonica, deve poter contare su consegna di spesa e farmaci.
6) Territorio. Le grandi disparità del Paese si riflettono sulle diverse aree in cui si risiede: non è solo il reddito a fare la differenza, ma anche la possibilità di accedere a servizi necessari a garantire una buona qualità della vita.
7) Spese badante. Assume un ruolo sempre più importante la figura del/della badante, sia personale che dipendente di cooperativa sociale o casa di riposo. Da un punto di vista fiscale oggi è possibile la deduzione dei contributi pagati e la detrazione, fino a 2.100 euro, dei compensi corrisposti. Una cifra che copre però la spesa di poco più di una mensilità. Si chiede, quindi di elevare la cifra da portare in detrazione, meglio se in deduzione.

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