PERUGIA - “Le decisioni assunte dalla Regione Umbria in merito alla semplificazione amministrativa – afferma in una nota il capogruppo del Prc in Consiglio Provinciale Luca Baldelli - lasciano perplessi sotto diversi punti di vista : da qui la necessità di comprendere meglio, in seno a riunioni congiunte tra Provincia e Regione, prontamente sollecitate dalla III Commissione da me presieduta, i nuovi rapporti che vengono a delinearsi tra i due Enti e tra l’Ente Provincia e i Comuni.

A nessuno deve sfuggire che la Provincia in questi anni ha, per esempio, gestito la partita dei Piani attuativi offrendo un valido supporto all’attività dei Comuni e garantendo tempi celeri di disbrigo delle pratiche, a tutto vantaggio del cittadino e delle sue esigenze. Con i provvedimenti della Legge regionale sulla semplificazione amministrativa lo scenario cambia completamente : attribuzioni prima in carico alle Province vengono trasferite ai Comuni e alla Soprintendenza, con tutte le conseguenze del caso e le problematiche che un amministratore attento alle esigenze della collettività non può non notare in ordine a tempi e modalità dei percorsi istruttori e autorizzativi in ordine a pratiche di primaria rilevanza per i cittadini.

Alcuni interrogativi balzano alla mente con assoluta evidenza : sono i Comuni, specie quelli più piccoli, in grado di gestire i diversi passaggi delle autorizzazioni in ambito paesaggistico previste dal d.lgs 42 / 2004 ? Con quale personale ? Si è pensata una strategia di distaccamento di personale presso i piccoli Comuni per aiutarli in un compito come questo, che rischia di trasformarsi, in assenza di un adeguato apparato tecnico, in una sorta di missione impossibile ? Si è coscienti del fatto che la Soprintendenza, rispetto alla Provincia , non è certo concorrenziale in quanto a celerità del lavoro ? In merito poi alle procedure per la VAS ( Valutazione Ambientale Strategica ), non si rischia di aprire il varco ad esternalizzazioni dei servizi competenti in merito, dal momento che, venendo a mancare la Provincia con il suo ruolo e con il suo personale, tutto è demandato ai Comuni o, in alternativa, ad improbabili “ forme associative “, con la “ scappatoia “ ( che pare studiata ad arte ) rappresentata da una terza possibilità, ossia “ un soggetto indipendente scelto mediante idonea procedura “, che sa tanto di volontà privatizzatrice di competenze pubbliche ?

Insomma, ce n’è abbastanza per discutere e per confrontarsi con la Regione in maniera aperta e chiara, nella consapevolezza che se è giusto e doveroso battersi contro chi a livello nazionale ( in primis il Governo Berlusconi ) intende abolire le Province, è anche giusto e doveroso chiarire che nessuno può fare la stessa cosa sabotando il loro lavoro a livello locale , con leggi che complicano anziché semplificare la vita del cittadino”.

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