Votazioni Pd – Nuove categorie crescono
Di Ciuenlai - Il quadro si va , piano piano definendo. Gli schieramenti, per la “votazione” umbra del Pd (cominciamo ad abituarci a chiamare le cose con il loro vero nome e a non usare parole grosse e inappropriate come Congresso) sono ormai quasi definiti.
Anche Il terzo incomodo, Emiliano, ha il suo punto di riferimento nel cuore verde d'Italia. Parliamo dell'ex Assessore Provinciale di Perugia della Giunta Guasticchi, Domenico De Marinis. Una sorpresa, perchè l'esponente democratico era dato come un fervente renziano. Lui spiega la sua scelta affermando che sul piano politico l'era di Renzi, che ha pur rappresentato una importante novità, ha fatto il suo tempo dopo la sconfitta del 4 dicembre. Il Pd avrebbe quindi bisogno di un cambiamento radicale. Oltre alla vicinanza politica c'è n'è anche una di carattere affettivo “che non è stata decisiva , ma ha aiutato la mia scelta”. De Marinis, è conterraneo e legato ad Emiliano anche da una vecchia amicizia. Tornando a bomba (Ogni riferimento a Renzi è puramente casuale), sugli schieramenti, ho detto che sono quasi definiti perchè ci sono alcune tendenze che non sono chiare e che necessitano di ulteriori indagini.
Primo; si terrebbero ancora al coperto quelli che gli addetti ai lavori chiamano i “Superopportunisti”. Gente che prima di schierarsi vuole essere sicura di stare dalla parte del vincitore. E i pesci in barile, anche nelle alte sfere, sarebbero, a detta di molti, ancora parecchi.
Secondo c'è chi denuncia,una sospetta attività di “entrismo” nei diversi raggruppamenti. Cioè alcune delle principali correnti regionali starebbero, secondo gli accusatori, piazzando alcuni accoliti anche nelle mozioni “ufficialmente avversarie”. Lo scopo è semplice avere possibilità di “lucrare” , delegati, membri dei gruppi dirigenti e quant'altro fa potere, utilizzando anche i presunti avversari. E' una tecnica che, per esempio, usavano i socialisti al tempo di Craxi, nei sindacati. Il Psi, che a livello di iscritti era sotto il 10%, controllava un terzo della Cgil, tutta la Uil e parti importanti della Cisl. Quando ti sedevi ad un tavolo di trattativa eri circondato da socialisti. “L'entrismo” del terzo millennio, se esiste, sarebbe dunque propedeutico , non tanto alla “votazione” nazionale, quanto a quella regionale che è fondamentale in vista delle candidature alle prossime amministrative. Argomento sul quale già in molti nel Pd si stanno muovendo, anticipando tempi ed avversari interni e del quale parleremo a parte tra qualche giorno. Intanto si prepara un altro elemento di scontro tra i democratici. Tra quelli rimasti e quelli che sono andati.
Parliamo del patrimonio. Non ci sono buone notizie per quelli che restano. La linea delle Fondazioni che detengono la proprietà degli immobili del Pci sarebbe quella di dare accesso all'uso a tutti i soggetti “interessati”. In soldoni, se nasce un nuovo movimento politico a sinistra del Pd sarà una novità di cui tenere conto. Quindi se la Fondazione “Pietro Conti” dovesse consentire, dietro richiesta, l'uso dell'ex patrimonio del Pci anche a Art. 1 MDP, bisognerà capire “il come” questo potrebbe avvenire. Ci sono infatti due possibilità. Dividere i plessi (es Madonna Alta a me, Via del lavoro a te ecc.) o convivere a “giorni alterni” nella stessa sede (es. da lunedì a mercoledì il Pd, da Giovedì alla domenica Art 1 Mdp) . Se succederà e come succederà non è dato ancora sapere. Quello che è certo è che i pericoli di apertura di nuovi e violenti scontri fratricidi sono al massimo della potenza.
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