Secca la replica dell’amministratore delegato del Polo di Genomica Genetica e Biologia ScaRL, Greta Immobile Molaro, alla nota del Rettorato dell’Università di Perugia dopo la conferenza stampa del professor Andrea Crisanti, già amministratore delegato del Polo di Genomica, che ha vinto definitivamente la causa contro l’Università di Perugia che, con il rettore Moriconi, lo aveva dichiarato decaduto da professore dell’Ateneo in seguito alla sua collaborazione con il blasonato Imperial College di Londra. Il Consiglio di Stato, infatti, ha reintegrato il professor Crisanti, mettendo fine a una questione legale che aveva avuto in precedenza alterne vicende.

Nella conferenza stampa, dopo aver parlato di “persecuzione” nei suoi confronti e annunciato iniziative giudiziarie civili e penali nei confronti dell’Università, che secondo il professore “ha dichiarato il falso e, come afferma la sentenza, è venuta meno al principio di correttezza”, Crisanti ha anche affermato che la marcia indietro dell’Università di Perugia sul centro di genomica ha fatto sì che siano stati gettati al vento 10 milioni di euro con danno dei contribuenti, che siano stati penalizzati i pazienti che non potranno contare su un entro d’assoluta avanguardia, che sia stata penalizzata tutta la sanità regionale.

Parole che avevano provocato la replica dell’Università di Perugia e che vedono ora la risposta dell’amministrastore delegato del Polo di Genomica Genetica e Biologia ScaRL, Greta Immobile Molaro, che riportiamo integralmente.

“Abbiamo letto con stupore le repliche dell’Università degli Studi di Perugia alla conferenza stampa del professor Andrea Crisanti sulla sua vicenda personale. Vicenda che non vede il coinvolgimento del Polo d’Innovazione di Genomica Genetica e Biologia ScaRL, ma che si ritrova protagonista di una replica faziosa e strumentale.

E queste dichiarazioni ci obbligano a smentire categoricamente quanto affermato dal portavoce del rettore.

In primo luogo, l’Università degli dtudi di Perugia è tuttora parte della compagine societaria del Polo, come facilmente dimostrabile dalla visura camerale, documento pubblico e consultabile. Il recesso di un socio segue principi statutari e del codice civile indipendentemente dalle decisioni unilaterali del cda Accademico o dalla messa in vendita delle quote societarie. I doveri di un socio nei confronti della società di cui è parte non vengono meno con una semplice decisione e queste affermazioni dimostrano, ancora una volta, la volontà dell’Università di distruggere sistematicamente tutti i pilastri su cui poggiava il progetto del Centro di Genomica.

I dieci milioni dilapidati a cui fa riferimento il professor Crisanti vanno ricondotti alla distruzione del Centro di Genomica, entità diversa dal Polo che in questo progetto aveva il ruolo, non secondario, di trasferire la tecnologia all’industria operante sul territorio della regione Umbria.

Ci preme inoltre precisare che i conti del Polo sono in ordire e a tutt’oggi è l’unica struttura ancora operativa e in attivo tra quelle del progetto Poli di Innovazione inizialmente promossi dalla regione Umbria. Il Polo d’Innovazione di Genomica Genetica e Biologia SCaRL ha all’attivo sul territorio umbro due sedi operative di rilevanza internazionale per il risalto del Progetto Target Malaria e del recentissimo “Safe Genes” supportato dal DARPA del valore complessivo di 11milioni di dollari.

Il fatto che l’Università non abbia votato il bilancio del Polo nel 2014 non dimostra la presenza di irregolarità semmai ancora una volta la manifesta volontà dell’Università di distruggere il progetto Centro di genomica attaccando i singoli protagonisti tra cui il Polo con argomentazioni false e capziose. Argomentazioni, che per la gravità del loro contenuto, ci impongono di verificare se contengano elementi di diffamazione per procedere nelle giuste sedi.

Infine le affermazioni relative al contratto di affitto della sede di Perugia sono anch’esse volte a mettere in cattiva luce una realtà importante del territorio. Come per tutti i contratti di affitto, e in particolare per quelli di natura industriale, è previsto un rinnovo automatico a meno che non sia inviata, per tempo, una disdetta motivata. E ancora una volta, si assiste ad una decisione unilaterale, questa volta sulla risoluzione di un contratto di affitto”.

 

 

 

 

 

 

 

 

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