In Umbria nasce Sinistra italiana
Con due congressi costitutivi , tenutisi a Terni e a Perugia, è nata ufficialmente in Umbria Sinistra italiana, che a livello nazionale vedrà la luce con il congresso che si terrà a Rimini dal 17 al 19 febbraio. Delegati della provincia di Perugia per il congresso nazionale sono stati eletti Stefano Vinti , Mario Bravi, Susanna Arcangeli, Terdelinda Rastelli, Alessio Fancelli. A Terni Simone Guerra, Manuela Pasquino, David Proietti. Ai lavori umbri ha partecipato Nicola Fratoianni, candidato unico alla segreteria nazionale del partito. Sono stati congressi partecipati, preceduti anche da alcuni appuntamenti - tra cui il dibattito sul declino dell’Umbria tenuto a Perugia nella Sala partecipazione di palazzo Cesaroni – per declinare sul piano regionale un programma che sul fronte economico-sociale ha al suo centro il rilancio di uno sviluppo inclusivo, il contrario insomma di quello dettato da una globalizzazione turbo capitalistica fondata su mercati poco e male regolati che hanno prodotto un’economia finanziaria predatoria e fatto tornare le disuguaglianze all’epoca della Bella Epoque, e su quello politico il rilancio del protagonismo di una sinistra che non vuole chiudersi, ma coordinarsi per uno schieramento riformatore che riporti l’Italia e l’Umbria sul sentiero della crescita e del benessere socio-economico diffuso, oggi gravemente lesionato dalla deflazione del lavoro, sia nel senso dell’aumento della disoccupazione, sia in quello del continuo arretramento sul fronte dei diritti del mondo del lavoro.
Proprio di questi temi si è parlato nei congressi costitutivi di Perugia e Terni, soffermandosi su questioni come il rilancio degli investimenti pubblici per rilanciare l’economia sul fronte della domanda dopo il fallimento delle politiche per facilitare solo l’offerta (politiche che, alla fin fine, si sono concretizzate nell’abbassare drasticamente i livelli del lavoro), misure per il diritto al minimo vitale e per uno Stato sociale che abbatta i livelli di povertà (sia relativa che assoluta) che hanno raggiunto livelli da allarme rosso, misure di investimento per la triade istruzione-sanità-innovazione - i tre elementi che aumentano in modo inclusivo la produttività e quindi aumentano le potenzialità di crescita dell’economia – battaglia contro le rendite, che drenano le risorse per gli investimenti produttivi e che determinano la crescita della disuguaglianza. In questo contesto rientra anche la riduzione dell’orario di lavoro, riprendendo un trend che nel dopoguerra è stato un pilastro portante delle politiche sociali e di benessere sociale.
Sul fronte politico, negli interventi – su questo ha insistito molto il segretario nazionale in pectore, Nicola Fratoianni – è stato messo l’accento sul rifiuto del renzismo, il cui riformismo sul piano economico si fonda sulla continua compressione dei diritti del lavoro e sul piano politico nella spinta oligarchica neo centralista (che sarebbe riuscita se fosse passasse il ‘Sì’ nel referendum costituzionale) e su alleanze sociali che hanno nell’immaginato ‘Partito della Nazione’ il loro elemento di condensazione. E proprio la sconfitta del progetto del ‘Partito della Nazione’, decretata dagli italiani con la vittoria del ‘No’ al referendum costituzionale, per Sinistra italiana apre la possibilità di declinare un riformismo vero, inclusivo e che riporti l’economia e la società su un sentiero di crescita del benessere economico e sociale, mettendo al centro il lavoro e, quindi, la dignità delle persone. Si apre insomma un cantiere che, in raccordo con altri soggetti della sinistra comprese parti del Pd che contrastano la deriva renziana, e con contributi anche di altre aree politico-sociali che vogliono cambiare la deriva del turbocapitalismo, condensi una proposta complessiva da presentare al Paese, in cui i contenuti che porta la sinistra sia ben evidenti.
Per quanto riguarda l’Umbria, gli interventi hanno messo in evidenza il gravissimo declino in atto e che non sembra fermarsi mai, denunciando l’insufficienza e l’inadeguatezza delle misure adottate. Il volto della regione, che ancora nel 1995 presentava un Pil per abitante superiore del 3,5% alla media nazionale e che oggi è arrivata ad essere inferiore del 12,5% rispetto al dato italiano, risulta sfigurato e i livelli di impoverimento si sono fatti gravissimi. Critiche sono arrivate a una maggioranza regionale e una giunta regionale che non solo non promuove un vero e ampio dibattito sulle misure per contrastare il declino dell’Umbria, ma che nella sua azione amministrativa si chiude in una sterile autosufficienza, scollegata dalla forze che rappresentano il mondo del lavoro e, spesso, anche dalle forze che rappresentano gli imprenditori. Il tutto porta a un drastico abbassamento della coesione sociale, della possibilità di condividere valorizzare l’azione amministrativa, a una politica che dà l’impressione di girare a vuoto su se stessa.
Al congresso costitutivo tenuto a Perugia presenti in platea, tra gli altri, il consigliere regionale Attilio Solinas e il professor Mauro Volpi, che è stato tra i principali protagonisti dei comitato per il ‘No’ nel referendum costituzionale. Presenti anche altri personaggi che hanno rappresentato e rappresentano pezzi importanti della sinistra umbra.
Ha portato i saluti il segretario regionale del Pd, Giacomo Leonelli, e il rappresentante di Rifondazione comunista. Presenti in platea rappresentanti del sindacato (tra cui Filippo Ciavaglia, segretario provinciale di Perugia della Cgil) e di varie forze dell'associazionismo.
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