Umbracer di Cannara - Baldelli: “Provincia a fianco dei lavoratori"
PERUGIA - Al capezzale dell'Umbracer. Una partecipata riunione della III commissione consiliare permanente della Provincia, presidente Luca Baldelli, ha visto protagonista la crisi dell'azienda del cannarese. A presentare l'ordine del giorno il capogruppo dei Socialisti riformisti Enrico Bastioli.
"Qui sono coinvolti cittadini di diversi Comuni, lavoratori che da tempo sono in cassa integrazione. Dobbiamo fare tutto il possibile per riaprire la partita: facciamo in modo che si possa ripartire": Un rappresentante dei lavoratori dell'azienda ha spiegato che la cassa integrazione in atto è solamente un palliativo. "Negli ultimi mesi abbiamo lavorato gratis, siamo ancora intenzionati a metterci il nostro massimo impegno. Aspettiamo che le istituzioni ci diano una mano". Nel suo intervento il sindaco di Cannara Giovanna Petrini ha spiegato: "Da diverso tempo si sta aspettando che l'Umbracer, una delle nostre realtà produttive più importanti - torni ad essere vitale. Abbiamo avuto diversi incontri con Sviluppumbna per un ipotesi di piano industriale. Ora i tempi stringono, non rimane che verificare in tempi veloci la sostenibilità di questi progetti. Il nostro obiettivo pressante è salvaguardare il tessuto economico della zona".
Marini di Sviluppumbria ha spiegato un paradosso: "Ci sono commesse in corso ma l'azienda è senza disponibilità finanziaria e la proprietà dell'immobile ha pendente una procedura concordataria. Comunque stiamo andando avanti". Il capogruppo dell'Idv Franco Granocchia ha detto nel suo intervento: "Dobbiamo agire tutti, dietro le aziende ci sono i lavoratori, le famiglie. Ci vuole un tavolo di concertazione che affronti seriamente questo problema". "I dipendenti dell'azienda ci hanno spiegato quale è la dignità del loro lavoro - ha continuato il consigliere Laura Zampa del Pd - possiamo avere un ruolo importante come ente di collegamento. Se riusciamo a creare delle progettualità forti possiamo anche aiutare concretamente questi lavoratori. Le istituzioni devono mettere in evidenza il fatto che le commesse ci sono: che gli istituti di credito non si sottraggano. Ogni azienda deve capire di non essere un'isoletta, ribadisco: ci vuole un piano comune forte".
L'assessore Alla Cultura della Provincia Donatella Porzi ha preso parte al dibattito spiegando di essere molto coinvolta in quanto abitante di Cannara: "Noi cittadini abbiamo già pagato tanto. Acceleriamo i tempi, perdere le opportunità attuali creerebbe una situazione irreversibile. E' qui che diventa importante il lavoro di squadra": la conclusione è spettata all'amministratore delegato dell'azienda Marco Bini. "Da più di un anno abbiamo presentato un piano di sviluppo credibile e nuovo. Purtroppo il fallimento è sempre più vicino. I clienti di già vanno a cercare il lavoro altrove, non dobbiamo perdere questo treno".
Il Presidente della III Commissione consiliare permanente Luca Baldelli, in una nota, esprime soddisfazione per l’approvazione all’unanimità dell’Ordine del Giorno unitario a sostegno dei lavoratori della “Umbracer” di Cannara, nata da una Mozione a firma del Consigliere Enrico Bastioli. “I lavori della III Commissione – afferma Baldelli - sul tema hanno visto la partecipazione di Sviluppumbria, Comune di Cannara, dell’Assessore Porzi e di una folta rappresentanza di lavoratori e quadri dell’azienda, uniti nel chiedere un intervento rapido e tempestivo viste anche le procedure fallimentari in corso. L’O.d.g. unitario su “ Umbracer “ chiede l’attivazione di tutte le misure utili e necessarie a garantire continuità produttiva al sito industriale, attraverso un tavolo che in tempi brevi riunisca attori istituzionali, sindacali, imprenditoriali ( esistono Piani industriali vagliati da Sviluppumbria ), bancari ( dai quali , in verità, non sempre è venuta la giusta attenzione ) e garantisca la positiva conclusione della vicenda, salvaguardando 55 posti di lavoro e con essi l’avvenire di tante famiglie. La Provincia si riconferma ancora una volta attenta alle esigenze del mondo del lavoro, con sforzi centuplicati in conseguenza della grave crisi che sta colpendo l’apparato produttivo della nostra Regione e della nostra Provincia, crisi solo in parte attutita dall’alta coesione sociale e dal costante impegno manifestato finora da parte di tutti i soggetti istituzionali, sindacali e del mondo produttivo. La III Commissione aprirà le proprie porte da qui alla fine dell’anno al mondo del lavoro, agli operai, agli impiegati, agli artigiani come già ha fatto con l’impegno per i casi Sirio Ecologica di Gubbio ( ripartita grazie ad un grande interessamento istituzionale ), Ariadsl, Piselli ecc… “.
Giovedì
10/11/11
21:09
Potremmo facilmente unirci al coro di tutti quelli che puntualmente corrono ad esprimere solidarietà ai lavoratori che stanno perdendo il posto di lavoro. La solidarietà comunque va data anche alle imprese e agli imprenditori che nel nostro territorio non sono certo espressione del "marchionnismo" della FIAT.
La chiusura di attività un tempo importanti e la conseguente perdita di posti occupazionali, più della sterile solidarietà, hanno bisogno di aiuti concreti e di soluzioni innovative tali da far restare le imprese sul mercato.
In molti continuano a chiedersi a che cosa serve oggi Sviluppumbria e la GEPAFIN, la finanziaria regionale, se non interviene in questi casi.
Forse è arrivato il momento di proporre e sostenere modelli aziendali innovativi. Allora perchè Sviluppumbria non prova a proporre un modello aziendale ad azionariato diffuso tra tutti i dipendenti e perchè la Regione, in una situazione di crisi finanziaria, non stabilisce quali siano le azioni prioritarie da sostenere. Forse, in questa situazione, si potrebbero fare risparmi sospendendo mostre, convegni, gemellaggi, missioni, e tutto quello che può essere superfluo difronte alla tragedia della disoccupazione i cui segnali sono ormai quotidiani visto il continuo ricorso alla cassa integrazione in deroga che, purtroppo, sta interessando anche imprese del nostro territorio con 70 e più operai che con il nuovo anno rischiano di non avere più un posto di lavoro.