PERUGIA - “Sicurezza partecipata”: questa l’espressione, coniata per Perugia dal neo questore Nicolò Marcello D’Angelo, su cui hanno trovato una convergenza gli interventi di tutti gli ospiti di questa mattina del 7° congresso provinciale del Siulp. Un Congresso, ospitato a Villa Umbra, che si tiene in un momento particolarmente delicato anche per l’Umbria e per la città di Perugia, capoluogo in vetta a diverse tristi classifiche: traffico di droga e overdose, infortuni sul lavoro, incidenti stradali, abuso di alcool tra i giovani. Emergenze che si vanno ad intrecciare con una crisi economico-finanziaria strutturale per la quale non si riescono a individuare risposte adeguate.

Diventa quanto mai necessario quindi un gioco di squadra tra le diverse forze dell’ordine e tra queste e la società civile. Una necessità intravista da tempo dalla Amministrazione provinciale di Perugia, come riferito questa mattina in apertura dei lavori, dal presidente Marco Vinicio Guasticchi. “Fin dal nostro insediamento – ha ricordato – abbiamo messo la sicurezza in testa alla nostra agenda dei lavori e abbiamo compiuto un’operazione di rinnovamento della nostra Polizia provinciale mettendola a disposizione delle tradizionali forze dell’ordine. L’abbiamo potenziata di uomini attraverso la mobilità interna del personale e l’abbiamo dotata dei mezzi adeguati”. Guasticchi ha quindi annunciato l’inaugurazione a breve di una centrale operativa per lo scambio dei dati tra le varie forze e l’attivazione di una cella di sicurezza per poter sbrigare anche operazioni di arresto. Un’impostazione di lavoro questa di Guasticchi giudicata di fondamentale importanza dal questore per il quale è giunto il momento di fare squadra “La sicurezza – ha sostenuto - parte da tutta una serie di compiti che vanno aldilà della mera repressione.

Solo facendo sicurezza partecipata si possono respingere i tanti ‘cancri’ che si insinuano nella nostra società. Bisogna lavorare tutti indossando la stessa ‘giubba’”. D’Angelo si è quindi soffermato sul principale dei problemi per Perugia: lo spaccio di droga. “Una piaga – ha detto – che va sradicata. Ma non può essere solo un problema di Polizia: se pensassimo questo significherebbe che non siamo maturati. Non si fa abbastanza prevenzione per la droga. Se ne parla sempre meno e questo non è educativo”. “Perugia sta attraversando anni difficili – è stata la fotografia del vicesindaco Nilo Arcudi -: non ci si aspettava di arrivare a un una tale situazione di microcriminalità. Il lavoro svolto dalle forze di polizia è importante, ma serve una risposta di sistema. Il Comune – ha quindi fatto notare - ha compiuto uno sforzo importante attraverso lo strumento del Patto per la sicurezza, rispetto al quale ci aspettavamo che il Governo facesse la sua parte, ma così non è stato”.

Un vero e proprio grido d’allarme è poi giunto dal segretario regionale Cisl Ulderico Sbarra: “L’Umbria non è più verde – sono state le sue parole -. Sotto una regione tranquilla c’è un disagio profondo che la attraversa. Siamo chiamati a riconsiderare il nostro modello, perché quello attuale non regge più. L’Umbria ha fondato il suo modello sulla spesa pubblica. Ma è finita l’era della spesa pubblica. Serve allora responsabilità civile. L’insicurezza del lavoro da noi sta diventando pesante, con punte di emergenza. La civilissima Perugia è in difficoltà e la situazione si aggraverà perché non si trovano le risposte. Bisogna rimettere in circolo la sicurezza sociale e la speranza”. Lo spirito di collaborazione emerso dall’incontro di oggi è stato salutato molto positivamente dal segretario del Siulp provinciale Massimo Pici: “Da tempo – ha sostenuto – auspicavamo una vera sinergia. I tagli al comparto sicurezza tende ad azzerare l’operatività. Da qui serve un vero coordinamento. Il nuovo questore ha imboccato la strada giusta”.

Condividi