FOLIGNO - I manovratori della stazione di Foligno oggi hanno incrociato le braccia dalle 10 alle 14, rispondendo con grande enfasi allo sciopero indetto – in maniera “solitaria” - dalla segretaria regionale della Uiltrasporti. Le adesioni hanno interessato il 100% del personale. Segno che la vertenza partita con l’annunciata riorganizzazione da parte di Trenitalia della scalo merci di Foligno, preludio alla chiusura dello stesso, è ben lontana dal rientrare. La Uiltrasporti annuncia già che, a breve, sarà proclamato un nuovo sciopero di ventiquattro ore.

“La nostra protesta – sottolinea Alessandro Emili, segretario regionale della Uiltrasporti – è rivolta contro lo smantellamento dello scalo merci di Foligno, le violazioni delle norme contrattuali di Cargo, lo svolgimento delle operazioni di pulizia dei vagoni sui binari di transito nelle ore notturne, in contrasto con quanto stabilito da Arpa e Asl, la strategia di rendere gli impianti improduttivi, così da non garantire un servizio adeguato alle imprese che hanno interesse a spedire merce su ferro, infine la chiusura dell’ennesimo impianto ferroviario. Le proposte avanzate da Trenitalia sono a dir poco scandalose. Siamo pronti a dare battaglia e stiamo preparando un nuovo sciopero, stavolta di 24 ore.

All’iniziativa di oggi – sempre Emili – hanno preso parte tutti i dipendenti interessati. Tanto che l’Azienda, per far fronte a difficoltà che evidentemente non aveva messo in conto, è stata costretta a intervenire sui programmi di movimentazione dei treni in partenza per trasporto passeggeri, che sono stati fatti partire senza che fossero state effettuate le usuali operazioni di pulizia dei vagoni, e di quelli merci. E questo, naturalmente, per non lasciare veicoli fermi in stazione, con i conseguenti disagi.

Come Uiltrasporti – conclude Emili – ribadiamo il nostro ‘no’ alla strategia distruttiva che, in Umbria, Trenitalia ha già applicato, come testimoniato dalle chiusure di impianti importanti quali la squadra rialzo, il cantiere iniezione legnami, il magazzino approvvigionamenti, la scuola professionale e l'officina manutenzione dei carri di Terni. Operazioni che hanno determinato, in Umbria, la perdita del 60% dei posti di lavoro negli ultimi dieci anni”.

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