PERUGIA - La Prima commissione del Consiglio regionale, presieduta da Oliviero Dottorini, si è occupata ieri della riforma del sistema amministrativo regionale ed endoregionale e dei disegni di legge della Giunta su Comunità montane, Consorzi di Bonifica, Unioni dei Comuni, Ambiti territoriali integrati, in un confronto con l'assessore Gianluca Rossi nel quale è stata inserita anche la proposta di legge di Pdl e Lega nord mirante ad abolire le Comunità montane. Al centro della discussione le scelte e le conseguenze delle riforme delle Comunità montane e dei Consorzi, la loro sostenibilità finanziaria e il problema della riduzione del personale, che rappresenta la principale voce di spesa per gli enti in questione.

LE SOLLECITAZIONI DEI CONSIGLIERI: il capogruppo Pd, Renato Locchi, ha puntato l'attenzione sulla fondamentale importanza “dei risparmi che potranno essere ottenuti con queste riforme, dato che il quadro economico, in questo momento, rappresenta un aspetto assolutamente prioritario”. Raffaele Nevi, capogruppo Pdl, ha sottolineato la necessità di “ridurre il costo del personale e i costi che la politica ha creato alimentando una ipertrofia del sistema. La Regione dovrebbe mettere in campo incentivi per la riduzione del personale e anche sulla stabilizzazione di tutti i precari è bene riflettere: tenendo presente il delicato momento per i bilanci pubblici ma anche il futuro di quei lavoratori”. Per il consigliere Fausto Galanello (Pd) “la riduzione da 3 a 1 del numero dei Consorzi di bonifica porterà ad un incremento e non ad una riduzione delle spese, dato che dovrà essere coperto un territorio più vasto. Resterà inoltre presente la disparità di trattamento tra chi risiede nei territori serviti dal Consorzio, e dovrà pagare la tassa, e chi invece non la pagherà. Andrà chiarito bene cosa succederà, con l'Unione dei Comuni, per la gestione delle funzioni associate”. Il capogruppo del Prc, Damiano Stufara, ha valutato “troppo distante dall'indirizzo politico espresso dal Consiglio regionale, con una apposita mozione sui Consorzi di bonifica approvata a giugno, la proposta formulata dalla Giunta. Non viene rimossa ma solo ridotta l'ingiustizia della tassa. La mozione del Consiglio deve essere rispettata e meglio articolate le competenze del Consorzio”. Gianfranco Chiacchieroni (Pd) ha chiesto “scelte chiare e nette sulle nuove Unione dei Comuni, rivolte all'aggregazione e alla gestione associata dei servizi. Le funzioni dei Consorzi andrebbero gradualmente trasferite all'Agenzia per la forestazione”.

L'INTERVENTO DELL'ASSESSORE: “L'impatto complessivo della riforma è completamente legato alla questione del personale - ha spiegato Rossi - il cui costo complessivo è di circa 33 milioni di euro: le Comunità montane, al 30 giugno, contavano 933 dipendenti, tra impiegati ed operai a tempo determinato e indeterminato. La stima che stiamo completando prevede il trasferimento dei due terzi di essi all'Agenzia per la forestazione (che dovrà comunque raggiungere l'equilibrio finanziario) mentre i rimanenti andrebbero alle nuove Unioni dei Comuni. Queste dovranno avere un carattere speciale e gestire le funzioni delle Comunità montane. Affinché quei 933 posti di lavoro possano essere salvaguardati è necessario che Comuni, Provincie, Regione e sindacati raggiungano una intesa che li qualifichi come il 'serbatoio principale' a cui attingere per eventuali esigenze di personale. Solo così verranno tutelati i lavoratori e garantita la sostenibilità del sistema, forse anche con dei risparmi. I Comuni che si associano, e devono farlo entro il 31 dicembre per gestire almeno 2 funzioni, come previsto dalla legge, riceveranno incentivi regionali sia economici che in materia di personale. Per quanto riguarda gli Ambiti territoriali integrati questi andranno superati puntando ad un unico soggetto regolatore per l'acqua e ad uno per i rifiuti. La riforma dei Consorzi di bonifica si basa sulla semplificazione numerica (dato che purtroppo non possono essere eliminati del tutto) e prefigura una scelta parzialmente diversa da quanto indicato dal Consiglio regionale, essendo emersa la necessità di una mediazione su alcune questioni: il mantenimento dei 100 dipendenti dei Consorzi, chiesto dall'Aula, diventa economicamente insostenibile. È stato necessario cercare una via intermedia per risolvere il problema; siamo però disposti a discutere altre soluzioni, che siano però realistiche e sostenibili”. 

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