PERUGIA - “L’idea di sopprimere le Province, non solo non ha alcuna razionalità, ma non ha alcun nesso con la storia più profonda delle istituzioni italiane. E’ irrealistica, prima che sbagliata”. Lo ha dichiarato Valerio Onida, ex presidente della Corte costituzionale, intervenendo questa mattina al Consiglio provinciale aperto di Perugia su “Riassetto costituzionale ed enti locali”. A suo avviso negli ultimi mesi, con l’accentuarsi dei problemi della crisi economica, sono andati montando nuovi ed errati atteggiamenti polemici sui costi della politica. “Si fa una grande confusione – è il pensiero di Onida - tra razionalizzazione di assetti istituzionali e apparati da una parte e generica critica della politica che “costerebbe troppo” dall’altra.

E questo come noto – ha proseguito - è sfociato in diversi slogan, fino alla proposta di legge costituzionale sulla soppressione e sostituzione delle Province”. Secondo Onida questa confusione produce dei forti rischi: svilimento del senso della rappresentanza elettiva, svuotamento delle assemblee. “Sarebbe grave – ha sostenuto - se si arrivasse a pensare che la rappresentanza elettiva non servisse. Si fa strada l’ideologia che ciò che conta è l’esecutivo e che la rappresentanza in fondo non serva. Non è detto che la rappresentanza funzioni sempre bene, ma svilirne il senso è grave perché si incide sull’anima stessa della democrazia rappresentativa”. Con ciò Onida non vuole eludere la questione della razionalizzazione degli assetti e degli apparati. Ma rispetto a questo mette in guardia appunto dal prendere provvedimenti legati alle esigenze di contenimento dei costi. “Quando si discute di assetti – ha dichiarato - il parametro deve essere l’aderenza alla realtà del territorio e del paese.

La realtà italiana è fatta di un grande frazionamento (8.000 comuni, 20 regioni). La variabile della storia non può essere ignorata, tanto meno in un paese come il nostro. Il territorio e le comunità non sono entità matematiche”. Da qui la sua contrarietà all’ipotesi di soppressione delle Province. “Se venisse attuata – ha detto - il primo effetto sarebbe la produzione di nuovi fenomeni di accentramento, andando contro lo spirito costituzionali che promuove e riconosce le autonomie locali”. Il Consiglio provinciale odierno si è aperto con un intervento del presidente Giacomo Leonelli che ha sottolineato come “i costi della politica e i costi della democrazia non sono la stessa cosa”. “Affrontando in maniera superficiale questo argomento – ha sostenuto - si arriva a dei paradossi, avulsi da logiche di buon senso e serietà”. A suo giudizio “una classe politica seria avrebbe dovuto fare uno sforzo in più e affrontare il tema dei costi in altro modo, fissando per esempio un tetto di spesa e lasciando agli enti locali la possibilità di autodeterminarsi. In questi mesi invece – ha proseguito - la partecipazione democratica è diventata una sorta di zavorra da alleggerire. Noi vogliamo combattere questa impostazione”.

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