Referendum – Pd Umbria – Segni di tracollo avanzano
Di Ciuenlai – I risultati del referendum consegnano un'Umbria diversa e sempre meno “democratica”. Intanto è l'unica regione delle tre ex rosse, oggi “sbiancate”, nella quale prevalgono i no. Un no che vince sia in Provincia di Perugia (si può dire perchè le Province restano), che in quella di Terni. Nel territorio che fa riferimento al capoluogo, si confermano e si allargano le tendenze in atto in questi anni. La prima è il crollo nelle zone ex rosse ad eccezione del Trasimeno. In comuni nei quali il Pci superava il 50% come Trevi, Spello e Gualdo Cattaneo il si clamorosamente perde. Vince ad Umbertide, ma il No raggiunge il 47%, una vera eresia per la “Stalingrado” umbra. Brutte notizie anche per i “rampanti” giovani renziani. Dopo la sconfitta di Marega ad Amelia vanno sotto anche Betti a Corciano, De Rebotti a Narni e Sensi a Gualdo Cattaneo. Naufragano i grandi comuni in crisi come Terni e Foligno e ci sono bruttissime notizie per la segreteria regionale nei comuni interessati dalle consultazioni elettorali del 2017. Nei 7 municipi in cui si voterà, il si vince, e di poco, solo a Valtopina. E' sotto a Todi , Valfabbrica, Cascia, Deruta, Monteleone di Spoleto, Attigliano e , come detto Narni. Riconfermarsi alla guida di centri importanti come Todi, Narni e Cascia non sarà facile . Andare a caccia di Deruta, un sogno, al momento, irrealizzabile. Ma se a Perugia piove forte su Terni si è abbattuta una vera e propria “bomba d'acqua”. Su 33 comuni il si vince solamente in 6. Il 18% del totale in uno dei feudi più sicuri del Partito Democratico. Ma non basta, perchè le proporzioni sono eclatanti. Nel 40% dei casi è stato superato il 55% e nel 20% dei casi addirittura il 60%. Un tracollo in piena regola. Un disastro simile andrebbe analizzato, discusso per cercare soluzioni a una situazione che si avvicina al dramma politico. Non lo faranno. Scommettiamo? Passata “a nuttata” i capicorrente torneranno ad accapigliarsi per far prevalere i loro candidati sindaci. Candidati destinati a perdere o, nel migliore dei casi, a soffrire nei ballottaggi. E se si vota per il Parlamento l'anno prossimo, tenete d'occhio la Regione.
P.s. - Come accadde nella scorsa tornata i piddini si aggrappano a qualche piccola “tenuta” per chiudere gli occhi sulla realtà dei processi in corso. Qualche mese fa era Assisi e oggi è Perugia, dove sono sopra di una incollatura sul No. Sperano di riprenderla. E' possibile. Ma debbono dare retta a Renzi e candidare Romizi!
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