Rating - Smacchi: "Il declassamento evidenzia il fallimento della destra"
PERUGIA - “Il declassamento di tre livelli che Moody’s ha riservato all’Italia dimostra il pieno fallimento delle politiche della destra che in questi anni ha governato il nostro Paese”. Così il consigliere regionale del Partito Democratico, Andrea Smacchi.
“Ai cittadini umbri – scrive in una nota - deve essere definitivamente chiaro come politiche depressive, associate alla più volgare demagogia, abbiano ridotto il Paese ad assumere un ruolo marginale e deriso sia a livello europeo che mondiale. E’ giunto il momento che questi 'vecchietti' ricchi e fuori dalle reali dinamiche che regolano i mercati mondiali, si mettano mestamente da parte e ammettano tutta la loro incapacità ad offrire speranza e progresso”.
Per Smacchi, ora, “è assolutamente necessaria una politica che si riappropri delle sue vere prerogative e abbia il coraggio di parlare alla gente e raccontare la vera situazione dell’Italia rispetto a ciò che rischia per colpa di una destra che cerca affannosamente di salvare il suo sultano con leggi bavaglio e processi lunghi. Il Governo della nostra regione – spiega - ha sempre adottato misure coraggiose mirate a favorire la ripresa della crescita, per invertire anche l’andamento sui consumi delle famiglie depressi da manovre finanziarie inique e inefficaci. Alla crisi finale del berlusconismo - aggiunge -, in cui emergono le profonde contraddizioni e gli orrori di questo quindicennio, deve corrispondere una rinascita della speranza e una volontà della politica di mettersi veramente al servizio dei cittadini per offrire loro prospettive”.
“Le macerie lasciate da Berlusconi e dal berluscomismo – continua l'esponente regionale del Pd - devono portare i cittadini a reagire positivamente al sentimento dilagante di una antipolitica che omologa tutto e tutti nella stessa maniera avvelenando i pozzi con il motto 'sono tutti uguali'. L’Umbria deve reagire a questa politica fallimentare della destra delle ballerine promiscue e dei presunti faccendieri che, al contrario di una azienda, non può portare i libri in tribunale, ma può, con un ultimo gesto di amore e rispetto per il Paese, chinare la testa e ammettere tutta la propria inadeguatezza. La nostra regione, che da sempre si è tenuta alla larga dalle ricette ottocentesche di una destra populista che vede i suoi cittadini come i vassalli e che premia chi è disposto a fare il giullare di corte o il circense per il sultano, può diventare la capofila delle regioni, che grazie ad una politica di bilancio rigorosa e una politica sociale attenta e vicina ai più deboli, hanno disegnato un assetto di società scevro dal berlusconismo”.
Smacchi evidenzia quindi “il bisogno di politici che abbiano il coraggio di parlare di patrimoniale sui grandi possedimenti immobiliari. Politici che abbiano il coraggio di far pagare chi ha nascosto al fisco ingenti patrimoni all’estero, chi vive da generazioni di rendita senza rischiare nulla e senza creare opportunità di lavoro come se si fosse ancora nel feudalesimo. Di politici – aggiunge - che abbiano il coraggio di dire che il ponte sullo stretto di Messina non serve a niente e che invece occorre una profonda riforma del mercato del lavoro che assicuri ai nostri giovani un futuro più ricco di opportunità”.
Secondo Smacchi, in conclusione, “è arrivato il momento di uscire dall’oscurantismo medioevale del 'signorotto che tutto e tutti domina', e credere in politici e in una politica che premi solo chi contribuisce alla crescita collettiva, creda nel prossimo senza creargli debito pubblico e aiuti gli imprenditori senza che questi vengano derisi quando vanno all’estero a proporre le loro merci”.
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