di Redazione Contropiano

 

L'imagine di un ex paese industriale non potrebbe essere pià nitida: i dati Istat mettono a nudo la follia delle politiche di austerità in piena recessione e la propensione alla fuga degli "imprenditori" italiani.

Un crollo inarrestabile, senza frenate o ripensamenti. A novembre 2012 l'indice della produzione industriale è diminuito dell'1,0% rispetto ad ottobre. Nella media del trimestre settembre- novembre l'indice ha registrato una flessione dell'1,7% rispetto al trimestre immediatamente precedente.

Ma è soprattutto nel raffronto annuale che il baratro appare nella sua vera dimensione: a novembre l'indice è diminuito del 7,6% in termini tendenziali rispetto all'anno precedente. Nella media dei primi undici mesi dell'anno la produzione è stata inferiore del 6,6% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

Gli indici registrano variazioni tendenziali negative in tutti i raggruppamenti principali di industrie. La diminuzione più marcata riguarda i beni intermedi (-9,8%), ma cali significativi si registrano anche per l'energia (-7,7%), i beni strumentali (-7,2%) e i beni di consumo (-5,6%).

Nel confronto tendenziale si registrano flessioni in tutti i settori dell'industria. Le diminuzioni più ampie riguardano la fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (-16,9%), la fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (-10,5%), la fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (-9,3%) e la metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (-8,4%).

Il rapporto completo dell'Istat: http://www.contropiano.org/images/Produzione_industriale_-_14_gen_2013_-_Testo_integrale.pdf

 

Fonte: contropiano.org

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