PERUGIA - In Umbria l’incidenza della povertà è inferiore alla media nazionale ed in controtendenza in rapporto alla crisi. Mentre nel 2009 la povertà coinvolgeva il 5,3% delle famiglie residenti, nel 2010 il 4,9% delle famiglie umbre si collocava sotto la linea di povertà relativa. Nel quadro complessivo, l'Umbria, dopo la Lombardia, e l'Emilia Romagna, è la regione meno povera, mentre la Basilicata è la più povera: è, questa, la principale delle risultanze a livello regionale del Rapporto 2011 a cura di Caritas italiane e Fondazione Zancan.

Secondo il rapporto, la situazione in Umbria “non appare particolarmente negativa in Umbria, dove tutti gli indicatori proposti dall'Istat registrano valori di disagio inferiori alla media nazionale”.
Tuttavia, rispetto al 2009, lo stesso rapporto evidenzia l'aumento del 20,7% delle famiglie che non riescono a riscaldare la casa adeguatamente, del 18,3% per quelle che non riescono a fare un pasto adeguato almeno ogni due giorni e del 15,4% le famiglie che risultano “deprivate”, secondo l'Indice Eurostat.

Diminuiscono, invece, del 4,1% le famiglie che arrivano a fine mese con molta difficoltà, e dello 0,3% le famiglie che non riescono a sostenere spese impreviste di 750 euro. In Umbria il rapporto ha censito tre mense che, nel corso del 2009, hanno erogato 33.430 pasti, pari ad una media di 92 pasti al giorno.

Il rapporto riferisce infine che la spesa sociale complessiva in Umbria è pari a 95,44 euro pro-capite (111,35 in Italia) e che In Umbria, tra il 2007 e il 2008, la spesa sociale complessiva dei comuni è aumentata del 12% e la spesa destinata al disagio economico è aumentata del 37,5%, mentre la spesa specifica per la povertà è diminuita del 2,9%.
 

Condividi