La politica? Roba da “Un giorno in Pretura”
Di Ciuenlai - La politica? Si fa in tribunale. C’è chi annuncia querele un po' per tutti, chi mette in piedi pool di avvocati contro le cosiddette false notizie, chi esamina dalla mattina alla sera le dichiarazioni degli avversari interni ed esterni per capire se si può “addire alle vie legali” ecc . Oggi il talk show più adatto a discutere di politica sarebbe “un giorno in pretura”.
Naturalmente l’Umbria, colpita da una specie di rottamazione forzata e parziale del suo gruppo dirigente per le note vicende di Sanitopoli, non poteva restare immune al contagio . Ormai anche il semplice decidere sul “che fare” dopo lo tsunami che ha portato alla fine anticipata della legislatura regionale, viene affidato ai giudici, che sono costretti a sostituirsi ai famosi “proibiviri”. Insomma i 104 membri dell’Assemblea Regionale, o quanti realmente sono visto che la lista appare alquanto ballerina, non hanno accettato la chiusura dell’organismo e sono andati dal Giudice.
Non sono in grado di dire se hanno ragione o meno, però la strada scelta dalla segreteria nazionale del Pd, appare , perlomeno irrituale e , ad alcuni, più a torto che a ragione, è parsa più che una svolta, una rivincita a tavolino degli sconfitti alle primarie. Però, se seguo gli schemi classici e li applico alla situazione dei democratici umbri, le cose da fare erano sostanzialmente due ed entrambe diverse dalla scelta fatta: Le elenchiamo:
1) Azzerare tutti gli organismi dirigenti e convocare immediatamente un congresso straordinario per dare un nuovo segretario, una nuova assemblea, una nuova direzione e una nuova segreteria al Pd.
2) Se invece si riteneva impossibile o difficile questa operazione per la vicinanza delle elezioni regionali (e adesso anche quelle nazionali) che avrebbero dovuto impegnare tutte le forze senza distoglierle da altri importanti appuntamenti, allora occorreva tenere conto dello status quo. Il commissario avrebbe dovuto governare questa delicatissima fase e i dovuti e necessari cambiamenti di linea e di dirigenza, utilizzando gli organismi esistenti, facendo leva sul senso di responsabilità.
E invece si è scelto (dicono i 104) di “fare 5 minuti di Stalinismo” e di mandare tutti a casa, nominando segreterie mascherate da collaboratori del Commissario e istituendo , come nuova direzione, quelli che una volta si chiamavano “attivi” (che, occorre ricordarlo, hanno sempre avuto un ruolo di consultazione non di decisione). Tutta roba non eletta da nessuno, ma che sarà chiamata a decidere (pardon a ratificare) sul candidato Presidente, sul programma elettorale, sulla lista e sulle alleanze della coalizione.
Può darsi che si sbaglino, può darsi che lo statuto lo permetta, può darsi che sia tutto legale. Anzi lo sarà sicuramente. Ma lo è anche dal punto di vista politico? E forzare così la mano non potrebbe produrre rotture che aumenterebbero le già non poche difficoltà che questo soggetto politico ha in questa regione? Non si è ancora incominciato e già corrono voci di sostegni al centrodestra formate da moderati provenienti dall’ex centrosinistra”. Si parla della riesumazione della politica dei due forni , con candidati di qua e di là dal fosso. Non bisogna mai dimenticare che la parte che alcuni chiamiamo correttamente moderata e altri scorrettamente pesci in barile, in questo tipo di bipolarismo “a pensiero unico” e di falsa contrapposizione, può tranquillamente passare da un coalizione all’altra senza problemi.
I casi di Arcudi e Lupattelli a Perugia dovrebbero avere insegnato qualcosa. E in un situazione nella quale il PD e i suoi alleati sono dati perdenti ,il fuggi, fuggi verso gli “amici” dell’altra sponda è una pratica che viene quasi naturale. Tanto più che alle Regionali la scelta , per quest’area, è vastissima (Pd, centrodestra, liste di Ricci, Civiche varie ecc.).
Il compito di Verini diventa quindi ancora più arduo, perché i guai di Bocci non lo hanno ancora cancellato dal partito. Gli uomini del sottosegretario e della ex Governatrice , sua alleata, hanno ancora un seguito in tutte le zone dell’Umbria (non si chiede il Congresso se non pensi di vincerlo). Il Commissario è troppo esperto per pensare di escludere questa parte dal partecipare alla delicata fase di avvicinamento alle elezioni regionali. E sicuramente lo farà. Il problema è che, l’aver azzerato tutto rende diffidente una bel pezzo del Pd umbro e la vicenda “dei libri in Tribunale” lo dimostra.
L’unico modo per contenerla, probabilmente, era rifare il Congresso, il cui esito, almeno sulla carta e nella forma avrebbe messo tutti a tacere. Ma adesso tra una opposizione (quella dei presunti 104) che non demorde, vecchie consorterie che si riformano, Renziani ed ex margheriti in movimento e consensi che continuano a calare, siamo arrivati al caffè perché la frutta e il dolce sono stati già mangiati da tempo.
Il tutto perché non si vuole affrontare la vera questione . E cioè il fallimento del Pd come progetto. Una questione che però richiede la messa in discussione, non solo, dei concetti fondanti, primo tra tutti quello della contaminazione tra diverse storie, ma, anche e soprattutto della classe dirigente che ha costruito questo disastro (lo ricordo in meno di tre lustri la ex sinistra e il cosiddetto centrosinistra hanno perso il 40% dei voti). Ma siccome il rischio di essere spazzati via è grandissimo, meglio vivacchiare continuando a litigare per accaparrarsi quel poco che resta, sperando nel miracolo (che, vista la piega che prende la politica nazionale potrebbe anche esserci). Fedeli alla linea dal forte contenuto ideologico e programmatico del “hai visto mai?”.
P.S. 1 La lista dei 104 e la disputa sui “4 gatti” – Al momento sarebbero 101 perché avrebbero sicuramente ritirato la firma dal documento Batino, Caprini e la Bagniluca, ma si sarebbero aggiunti “verbalmente” altri esponenti dell’ala moderata del Pd. Gli uomini di Verini dicono invece che “sono rimasti 4 gatti”. Loro rispondono “alla Fassino” : “faccia il congresso e poi vediamo chi sono i 4 gatti”.
P.S. 2 – Le armi segrete ci sono – Sono molti gli esponenti del Pd umbro che raccontano “a cani e porci” che tra poco succederanno “cose da pazzi”, che ribalteranno sia la situazione nazionale che quella regionale. Insomma, come diceva Edoardo De Filippo nel film “Tutti a Casa” , “Le armi segrete ci sono e cambieranno la guerra da così a così”. E non era una bufala. Le armi segrete c’erano (Missili, bombe volanti, aerei a reazione, sommergibili di 2^ generazione, carri armati avanti 10 anni agli altri ecc.) Ma non bastarono ai tedeschi, che furono comunque e per fortuna sonoramente sconfitti. Sarebbe bene che qualcuno ne tenesse debitamente conto in quella piccola landa chiamata Umbria .
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