Prosegue incessante l’attività della Guardia di Finanza umbra che, come noto, riveste tra i compiti demandati e previsti dall'ordinamento giuridico un ruolo di primaria importanza a tutela delle entrate tributarie. Negli ultimi anni la Guardia di Finanza ha intensificato la propria azione investigativa soprattutto nei confronti dei fenomeni di evasione più gravi e diffusi per cui, preliminarmente appurate le condotte illecite, le indagini vengono poi indirizzate al rilevamento di tutti quei beni che, anche non essendo proventi del reato, potranno comunque essere appresi all’Erario dello Stato a mezzo dell’istituto del sequestro preventivo finalizzato alla successiva confisca anche nella forma “per equivalente”.

 

In particolare la Compagnia della Guardia di Finanza di Perugia, ha eseguito specifici  accertamenti a carattere economico-patrimoniali nei confronti di un imprenditore perugino,  indagato dalla locale Procura della Repubblica, per violazione dell’art. 10 ter del D.lvo 74/2000.

L'attività, espletata anche tramite il ricorso alle indagini finanziarie quale risultante dello sviluppo ulteriore delle indagini iniziate dal mese di gennaio 2012, si è conclusa con l’individuazione di beni mobili sui quali sono state applicate misure cautelari reali e, in particolare, l'innovativo istituto del sequestro per equivalente, grazie al quale possono essere sottoposti a confisca anche beni non direttamente connessi al reato, ma che siano nella disponibilità dell'indagato. In caso di condanna, i beni verranno confiscati, ed acquisiti dall'erario.

 

Grazie a quest’ultimo istituto, le Fiamme Gialle hanno così dato corso all’esecuzione di un decreto di sequestro preventivo "per equivalente", emesso dal Gip presso il Tribunale di Perugia nei confronti di un imprenditore, consentendo di sequestrare somme di denaro presenti su diversi conti correnti bancari e due autovetture di grossa cilindrata, per un valore complessivo pari a circa 70.000 Euro.

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