Pensioni, Il Pd prova a difendere la linea dei 40 anni ma con scarsa convinzione
Di Fabio Sebastiani
Sarà pure una “indiscrezione giornalistica”, peraltro finora non smentita dai rappresentanti istituzionali, ma il tema delle pensioni è stato al centro di una polemica forte all’interno della “maggioranza”. L’idea, virulenta, di un indigeribile intervento sulla cassa e di un odioso sganciamento dall’inflazione non piace a nessuno. A cominciare dal Partito democratico che è chiamato a sostenere il peso politico più forte di tutta l’operazione per arrivare a Di Pietro.
A scendere in campo non è stato solo il capogruppo alla Camera Cesare Damiano, per il quale l’innalzamento del tetto oltre i 40 anni è «improponibile», ma lo stesso segretario Luigi Bersani. Il leader del partito democatico, a dire la verità, non si è sbilanciato più di tanto, anche perché si tratta di materie «delicate». Si è limitato a dire che su alcuni punti non è d’accordo. Certo, vedersi sfilare il meccanismo della cosiddetta “volontarietà” non deve essere un bello spettacolo. Volontarietà che stava al centro anche della proposta della ministra Fornero. L’impressione, però, è quella di una trattativa sotterranea che potrebbe avere da qui a dieci giorni sviluppi interessanti. Del resto, esagerare sui toni per poi ottenere ciò che in realtà si vuole effettivamente portare a casa è stata sempre una tecnica molto usata, sopratutto in tema di previdenza.
Uno di questi snodi della trattativa è sicuramente l’assemblea che la Cgil sta organizzando a Roma (Palalottomatica) il 3 dicembre. Doveva essere uno sciopero generale. E invece il cambio a palazzo Chigi l’ha trasformato in una kermesse assembleare di quadri e delegati. Una di quelle che solo la Cgil è capace di mettere in campo. Il 5 dicembre Monti è pronto a scodellare le cosiddette riforme strutturali per poi portarle l’8 e 9 dicembre a Bruxelles. Quindi, tempo effettivo per trattare proprio non ce ne è. Gioco forza, il confronto avverà attraverso i titoli dei giornali. Anche perché al memomento non c'è alcuna convocazione delle parti sociali.
«Credo che il governo debba sapere che 40 è un numero magico intoccabile», dice la segretaria della Cgil Susanna Camusso da Bologna. «Si rischia di continuare a commentare indiscrezioni, indicazioni», prosegue Camusso che chiede un incontro con il governo Monti. «Credo sarebbe giunta l’ora -specifica, infatti, il segretario della Cgil- che il governo chiami le parti e ponga il tema di quali scelte intende fare e di come intende discuterne».
Per il segretario del Prc Paolo Ferrero, «Monti vuole fare una stangata sociale molto pesante di cui l’attacco alle pensioni è un punto centrale e vuole farsela approvare rapidamente in modo da non dare tempo alla costruzione dell’opposizione sociale». «È un ulteriore attacco alla democrazia - ha proseguito Ferrero - da parte di un governo tecnocratico che non fa nulla contro la speculazione ma punta a distruggere le conquiste sociali accumulate in decine di anni dal movimento operaio e progressista in Italia». Contro il taglio delle pensioni Ferrero propone lo sciopero generale. «Noi siamo impegnati a costruire - ha concluso - la più forte opposizione sociale e l’unità della sinistra».
Fonte: controlacrisi.org
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