Di Fabio Sebastiani

I pensionati della Cgil saranno in piazza del Popolo a Roma (ore 10), venerdì 28 ottobre, per manifestare contro “le politiche del governo" sul welfare, e contro quella che senza troppi complimenti viene definita “macelleria sociale" in tema di pensioni. Gli organizzatori hanno predisposto centinaia di autobus e treni speciali. Si aspettano non meno di 50mila presenze-
Alla base della protesta ci sono tre punti: il taglio a Comuni e Regioni che ha provocato l’impoverimento del welfare locale; il taglio dei fondi sanitari, 4 miliardi previsti dal patto di stabilità e ulteriori 8 miliardi nel 2012 che, insieme alla cancellazione del fondo per la non autosufficienza, determineranno l’impossibilità di garantire diritti universali come i livelli essenziali di assistenza; e il problema delle pensioni in atto e di quelle future.

L’accusa al Governo è molto netta: sulla previdenza si stanno costruendo bugie enormi, a partire da quella sullo stato effettivo dei conti degli enti previdenziali. Senza contare le cifre sull’età effettiva di pensionamento, non inferiore a quella di moltri altri paesi dell’Unione europea. Ma il dato più drammatico riguarda il “potere d’acquisto” degldi assegni previdenziali: negli ultimi quindici anni quello delle pensioni è diminuito di oltre il 30%. La condizione più difficile è quella delle donne, che percepiscono la metà degli importi percepiti dagli uomini. Una differenza tra uomini e donne esiste anche nelle pensioni sociali: 478 per gli uomini, 397 per le donne.

Infine, dai primi conteggi che arrivano dai parametri della “riforma” che il Governo intende dare in pasto all’Europa, arrivano brutte notizie per i discontinui. Il rischio è di dover aspettare di aver compiuto oltre 69 anni per andare in pensione. Potrebbe essere questo l’effetto se l’accordo nella maggioranza riguarderà solo l’innalzamento dell’età di vecchiaia da 65 a 67 anni e salvando così solo formalmente le uscite per anzianità (le pensioni anticipate rispetto all’età di vecchiaia ottenibili al momento con 60 anni di età e 36 di contributi o con 40 anni di contributi a qualsiasi età oltre all’anno di finestra mobile). All’eventuale asticella portata a 67 anni, infatti, va aggiunto l’anno di finestra mobile (18 mesi per gli autonomi) ma anche l’adeguamento all’aspettativa di vita che dovrebbe scattare nel 2013 (ma probabilmente sarà anticipato al 2012) con tre mesi il primo anno e adeguamenti ogni tre anni.

Quindi, la cosiddetta opposizione della Lega è un giochino facile da scoprire. “Sulle pensioni c’è sempre stato un disinteressamento della Lega - tuona Carla Cantone, segretaria generale dello Spi-Cgil - che ha sempre sostenuto le scelte del governo, cioè di non garantire la tutela vera, concreta del potere d’acquisto delle pensioni in atto".“Non ha mai voluto rivedere il meccanismo di rivalutazione annuale delle pensioni - aggiunge -. E non solo. Con i provvedimenti di luglio e agosto ha anche tagliato quel minimo di rivalutazione che c’era, bloccando la rivalutazione per le pensioni medie".

Fonte: controlacrisi.org

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