Addio ai trattamenti di anzianità, contributivo per tutti. Uscita anticipata con almeno 42 anni di versamenti. Età minima: 66 anni per gli uomini, 62 per le donne con aumento graduale entro il 2018. Penalizzazioni per chi si ritirerà prima dal lavoro

Contributivo per tutti, aumento dell'età di vecchiaia per le donne del settore privato, abolizione delle finestre mobili, aliquote più alte per autonomi. Ma, soprattutto, una vera e propria stangata sulle pensioni di anzianità. Ecco le principali misure sulla previdenza contenute nella manovra del governo Monti. Pesa (le lacrime del ministro Elsa Fornero la dicono lunga) il blocco della rivalutazione delle pensioni rispetto all'inflazione per i prossimi due anni, con la sola esclusione dei trattamenti minimi.

STANGATA SULL'ANZIANITA'. Abolite le quote (età più contributi) e per i dipendenti dal 2012 sarà possibile uscire dal lavoro in anticipo rispetto all'età di vecchiaia solo con almeno 41 anni di contributi per le donne e 42 per gli uomini. Al momento gli anni di lavoro necessari per andare in pensione indipendentemente dall'età anagrafica erano 41 per uomini e donne (40 più la finestra mobile). Per gli autonomi si andrà in pensione prima dell'età di vecchiaia con 41 anni e mezzo di contributi per le donne e 42 e mezzo per gli uomini. Sparisce il termine anzianità, si chiamerà pensione anticipata.

CONTRIBUTIVO PER TUTTI. Esteso a tutti il metodo contributivo pro rata, anche quindi a coloro che avendo cominciato a versare contributi prima del 1978 avevano mantenuto il più generoso metodo retributivo. Per questi lavoratori il nuovo meccanismo varrà dal 2012 quindi gli anni di lavoro fino al 2011 saranno calcolati con il retributivo.

BLOCCO DELLA RIVALUTAZIONE. L'indicizzazione delle pensioni sarà congelata per il 2012 e il 2013 rispetto all'inflazione. Saranno salve solo quelle fino a 935 euro al mese, cioè fino al doppio del trattamento minimo.

ADDIO ALLA FINESTRA MOBILE. Scompare lo slittamento di 12 mesi per i dipendenti e 18 per gli autonomi previsto dalla manovra 2010 che, a partire dal 2011, allungava di fatto i tempi per l'accesso al pensionamento. Il periodo sarà assorbito nei requisiti che per la vecchiaia degli uomini dipendenti saranno dall'anno prossimo quindi pari a 66 anni (65 anni attuali più 12 mesi di finestra). Gli autonomi andranno in pensione a 66 anni e mezzo (andavano a 65 ma a questi si aggiungevano 18mesi di attesa di finestra mobile).

AUMENTO ETA' DONNE. Si accelera sull'aumento dell'età di vecchiaia delle donne dipendenti del settore privato. Dal 2012 andranno in pensione a 62 anni mentre entro il 2018 saranno a quota 66 come gli uomini e le donne del settore pubblico (a 66 anni dal 2012). Lo scalino tra 2011 e 2012 sarà quindi di due anni dato che quest'anno le donne dipendenti del settore privato uscivano a 60 anni più 12 mesi di finestra mobile (quindi a 61).

FASCIA FLESSIBILE PER PENSIONAMENTO. Per le donne sarà prevista una fascia flessibile per il pensionamento tra i 63 e i 70 anni mentre per gli uomini sarà tra i 66 e i 70. Ci saranno vantaggi per chi esce più tardi e penalizzazioni per chi esce dal lavoro prima.

AUMENTO ALIQUOTE AUTONOMI. Previsto un aumento delle aliquote contributive degli autonomi di 0,3 punti ogni anno per arrivare a due punti in più nel 2018 (adesso sono al 20–21 per cento per i commercianti e gli artigiani a fronte del 33 per cento dei dipendenti).

Fonte: rassegna.it

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