(Di Ciuenlai) Il Ministro Minniti ha deciso. Tre collegi alla Camera e Due al senato. Torno a dire “e come si fa”. Al Pd i conti, anche nelle ipotesi migliori, sono già vicinissimi allo sballo. I possibili (ma ancora non certi ) alleati garantiscono di portare solo pochi “semi salati” alla eventuale coalizione. I democratici debbono fare da soli dovendo mettere in conto la concorrenza della sinistra, che è un'incognita tutta da scoprire.

Ma cominciano a circolare indiscrezioni secondo le quali “i rossi” presenterebbero “candidati molto appetibili” e “poco legati al passato”. “ce la giocheremo alla pari” dice uno dei dirigenti di Mdp dopo l'assemblea che ha eletto i delegati alla kermesse romana del 2 dicembre. Vedremo, ma certo questo scontro non aiuta i democratici.

E negli ultimi giorni le cose si sono maledettamente complicate, perchè i possibili uscenti, i parlamentari con più legislature non sembrano proprio intenzionati a farsi da parte. Lo Statuto del Pd non chiede niente a quelli che hanno fatto meno di 15 anni di Montecitorio e/o Palazzo Madama. Solo quelli che hanno superato questa soglia dovranno avere la deroga. Al momento c'è solo Marina Sereni in questa condizione. Voci romane assicurano che la deputata folignate la chiederà. Sarebbero 72 i Parlamentari Pd nella sua condizione, ma lei ha un grande vantaggio. Le deroghe vengono assegnate prioritariamente a coloro che hanno incarichi di prestigio come Ministeri e affini. Lei è Vicepresidente della Camera. Se non è tombola è cinquina da capo. “Marina ce la farà sicuramente”, ci sussurra all'orecchio una attendibilissima fonte romana. 

Gli altri “Anziani” come Bocci e Verini, come il famoso uomo della pubblicità, non devono, invece, chiedere niente e si ricandideranno. Tenuto conto che tutto il resto è alla prima legislatura e quindi in diritto di conferma, l'unico posto che si libererà sarà, dunque, quello di Gotor passato “ad altro e più importante partito”, Mdp1.

Facendo il conto tra posti sicuri e possibili riconferme, a meno di un successo simile a quello delle scorse Europee, tutte le caselle sono già riempite, con una lunga e agguerrita fila fuori della porta. Anche perchè, come da tradizione, due posti saranno occupati da richieste della direzione, che , alla fine , potrebbero scendere ad una sola , se Martina Sereni venisse inserita in questa categoria, per le ragioni di rappresentanza istituzionale che ricordavamo prima.

“Nessuno è al sicuro – ribadisce la nostra fonte romana – anche la potentissima Ascani rischia più di Gagarin”. Questo, comunque, è il quadro di quelli già in carica. Ma bisogna tener conto anche di chi aspira a diventare Onorevole o Senatore. E sono tanti quelli pronti a sbandierare il criterio “renziano” del rinnovamento tramite “rottamazione”. Le richieste sono di vario tipo e vanno da necessità segnalate della società civile e provenienti da Università, professioni, imprenditoria, magistratura ecc., a richieste interne al partito e, soprattutto, a domande forti di rappresentanza territoriale di aree elettoralmente significative, da molto tempo non rappresentate, come il Trasimeno, lo Spoletino, l'Orvietano e soprattutto il Perugino.

E' proprio su questa ultima categoria che si aprirà lo scontro. “Ci sono zone – afferma un “anonimo” e giovane dirigente democratico di Perugia – ultrarappresentate . L'Alta Umbria, per esempio, ha tre parlamentari e tutti concentrati nell'Alto Tevere con Gubbio che freme. Perugia e Terni ne hanno uno solo al Pari di Foligno e Spoleto/Valnerina. Il Lago ha la Ginetti che è di Corciano, comune affiliato al loro comprensorio. Il punto sta quindi nelle due principali città. E il bello è che nella lista delle riconferme quelli in fondo e vicini alla trombatura, sono proprio la Cardinali e Rossi eletti nei capoluoghi. Invece, se si vuole riprendere Perugia e non perdere Terni, bisognerebbe potenziare la loro rappresentanza, a tutti i livelli, con personale politico nuovo e possibilmente non proveniente dalla categoria degli ex . Perchè mantenere simili equilibri è come dire che il Pd umbro ha definitivamente abbandonato i grandi centri ritirandosi in periferia. Sarebbe come prepararsi ad una ineluttabile sconfitta”. E sotto a tutti questi appetiti si fa strada, timidamente, una richiesta chiarificatrice chiamata primarie di collegio. Al momento sono escluse, ma se le dispute locali e di partito dovessero crescere a dismisura non è escluso che ci si possa o ci si debba ricorrere. Per la serie “Hai visto mai?”.

P.S tra i nuovi pretendenti non ci saranno nè Catiuscia Marini né Paparelli per il veto della direzione Pd sui membri della giunte regionali delle zone terremotate. A Perugia oltre al Segretario Regionale Leonelli si scaldano (con pochissime possibilità di successo) Cernicchi, Tommaso Bori, Giacopetti, Lavinia Pannacci, Lorena Pesaresi e due segretissimi professori universitari. Anche perchè i fan di “avanti c'è posto” segnalano che Valeria Cardinali, pur essendo nella lista delle richieste del suo capo corrente, il Ministro Orlando, localmente ha visto diminuire i suoi consensi ed è considerata con Rossi (dato già per morto e sepolto) la più probabile “rinuncia” del Pd.

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