Di Ciuenlai - Il sedicente congresso del Pd ha preso, in Umbria come nel resto d’Italia, una sua particolare fisonomia. E’ diventata una pratica da smaltire alla svelta senza “fare danni”, evitando discussioni e scontri. Le correnti si dividono tra i vari candidati per marcare una propria presenza “in cielo , in terra e in ogni luogo” e controllare che non si creino spaccatture insanabili.

Succede quindi che il segretario regionale Bori, per coerenza, dopo aver bombardato a tappeto i vertici chiedendo l’azzeramento di tutto, si è messo con Bonaccini il campione di gran parte dell’attuale nomenclatura in Italia e in Umbria (hanno firmato per lui nella nostra regione una ventina di sindaci tra cui quelli di Castello, Gualdo Tadino, C. del Lago e Narni, l’intero gruppo consiliare regionale, i parlamentari e gran parte dell’apparato di partito).”Il richiamo all’ordine dei famosi trenta saggi (la creatura voluta e dicono diretta da Alberto Stramaccioni) – afferma uno di loro -  ha sortito i suoi effetti rimettendolo in riga”.

Dunque il piano è  “Bonaccini segretario senza dimenticarsi della Schlein”. Quell’area è infatti presidiata da Sarah Bistocchi “metà politica” del segretario regionale, che è stata, addirittura nominata coordinatrice umbra della mozione. E per la serie “così fan tutte” le componenti del Pd Umbro Bocciani (o ex bocciani) in testa, hanno seguito questa indicazione “di pace” tra i due principali contendenti. Il resto è noia o chiacchiericcio di sottofondo. La De Micheli non se la fila nessuno, mentre Cuperlo è benvoluto solo da “esponenti venuti dal passato”.  E’ però  un campo interessante il suo. Sono nomi di persone che non hanno più molto da chiedere sul piano personale, ma che buttandola nell’unica cosa che non fa parte di questo congresso, e cioè in politica, potrebbero risvegliare qualche parte sonnolenta della sinistra astensionista (una roba che vale almeno il 20% dell’elettorato umbro). Parliamo di Bracco, di Boccali, di Baiardini, di Galanello, di Palini e di gran parte della galassia Ds traslocatasi in Art.1 , Gente che ha diretto per anni “cosette” come  il partito (quello vero nel quale il segretario aveva un peso determinante),la Cgil, La Lega Coop e affini.

Il quadro quindi è quello di  una pratica da smaltire in fretta per potersi occupare delle cose che contano davvero e cioè candidati sindaci delle grandi città, liste per le comunali, con , sullo sfondo, le prossime regionali. Per allora Bonaccini, Schlein saranno riclassificati come “romani” e le correnti locali torneranno quelle di prima a dividersi il magro bottino che ancora resta ai democratici umbri. Per quel tempo c’è già chi, soprattutto a Perugia, promette sfracelli. Il vero congresso, alla maniera del Pd, per chi non l’ha ancora capito, deve ancora cominciare.

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