Di Ciuenlai - Si  fa un gran parlare della cena “dei morti viventi” (così l’ha definita un giovane dirigente)  del Pd. Tranquilli niente di segreto. Dell’evento si “ciarlava” in città da diversi giorni . Di più alcuni partecipanti , finita la “pappatoria”, hanno sparso la notizia ai quattro venti , cercando di dare importanza e sostanza all’ennesimo “a volte ritornano”.  In realtà questi personaggi non se n’erano mai andati. Alcuni si sono scomodati a venire a Perugia, altri, che “di peso”, sono restati in cima alle loro montagne, mandando, magari, solo alcuni osservatori.

Perché questa mossa? Sembra che qualcuno abbia fatto notare al giovane segretario dei democratici umbri che con Le Bistocchi, le Laureti, i Gabrielli, i Paparelli e affini non si va da nessuna parte. I circoli, salvo rarissime eccezioni che fanno la regola,  continuano infatti a restare chiusi e l’avvento di una nuova classe dirigente è pura fantasia. “Quelli nominati – dice un partecipante alla cena – comandano solo se stessi”.  Non basta avere un contorno di giovani per gridare al rinnovamento,  se poi questi non hanno fatto esperienze concrete sul campo e non esiste una pratica di formazione dei quadri dirigenti.

Oggi siamo nel pieno della  fase dei “portaborse”. Una fase che più va avanti, più determina uno scadimento della qualità dei sedicenti dirigenti, perché i collaboratori o gli “affiliati” alle correnti vengono scelti tra gente , che, per capacità e doti politiche, deve ( e sottolineo deve) essere nettamente inferiore al “leader”, per non dargli alcun fastidio . La cosa si ripete e si è ripetuta in questi ultimi 25/30 anni, determinando il vuoto assoluto in quella che, una volta, era la sinistra delle persone capaci e preparate. Non penso però che questa mossa  significhi voler sostituire le attuali e importanti deficienze  di conduzione politica, con persone “venute dal passato”.

Ma, attenzione,  non è neppure un semplice “Amarcord”.  Da quello che si dice, sembra che Bori, pressato e tirato per la giacchetta da molte parti, abbia ceduto e si sia convinto ad organizzate questo incontro per farsi aiutare in due direzioni. La prima è quella di poter stabilire contatti con le parti più influenti della società regionale che, al momento, sembra non se lo …… filino; la seconda è quella di un processo organizzativo (chiesto soprattutto agli ex comunisti) per stabilire contatti in tutto il territorio con persone “dormienti” che, se risvegliate, possono essere in grado di rimettere in moto un minimo di presenza di questa forza politica nelle città, nei paesi e nelle campagne umbre e, come una volta,  fare da “papà” a nuove leve, formate, non sulla conoscenza personale, ma su una esperienza politica diretta.

E la scelta di Cristofani, in questo quadro, non sarebbe casuale. Perché il futuro segretario del Pd di Perugia è un antico sostenitore di questo percorso. Semplice, cristallino. Già, ma rimettere in pista gente che sa come si fa, è un rischio che da uno a dieci segna 1500. Inoltre; come la prenderanno tutti quei  “promossi senza gloria” che si vedranno scavalcati dalle “ombre” del passato? I problemi potrebbero aumentare invece che diminuire per Bori. Non è sicuramente farina del suo sacco (dice che il Kingmaker dell’iniziativa sia Alberto Stramaccioni). Resta da capire se la richiesta dell’ausilio degli esperti  sia una scelta oculata o una scelta obbligata. Come dite? Ah la seconda di quelle che ho detto..

P.S. GLI ASSENTI -  Abbiamo letto dei presenti , ma nessuno ha parlato degli assenti : Vladimiro Boccali e Katiuscia Marini (anche se “a tavola”c’era “il Commissario del popolo di Todi” Getulio Petrini, grande amico della ex Governatrice) . Forse perché sono i due sui quali i 30 commensali potevano scaricare le responsabilità della sconfitta, per poter mettere sotto il tappeto le proprie.  Non c’era nemmeno Mauro Agostini il grande “fustigatore” dei metodi “Boriosi”. Per la serie Il segretario non dimentica!

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