Di Ciuenlai – Il film proiettato tutti i giorni sulle sale del Pd umbro è “Cercasi segretario disperatamente”. Le parti in causa si sono già messe in moto per accaparrarsi l’ambito, quanto inutile, incarico. Sarà Bori o la sua gemella Sarah Bistocchi? Il sindaco di Gualdo Tadino Proietti ?  O sarà un altra/o esponente espresso/a dagli altri territori che , in diversi casi, hanno già posto pesanti  veti su alcuni (diciamo tutti) di questi nomi?

Poco importa, perché queste sono tutte proposte,  che hanno una sola cosa in comune; sono  fatte a caso, o per simpatia o per convenienza, dentro una rigida logica referenziale e auto protettiva dello straperdente ceto politico democratico umbro di questi anni.  Mancando veri criteri di selezione con la S maiuscola, il risultato non può essere che questo.  Ve lo devo dimostrare? Lo faccio subito scegliendo il meglio del meglio di quello che passa il convento Pd! Prendiamo la  star che diversi vorrebbero al comando,  Tommaso Bori, al secolo mister 6000 preferenze. Un biglietto da visita niente male. Ma se le preferenze sono  il criterio di giudizio , Bori è ancora secondo, perché Bocci, al netto dei suoi guai giudiziari,  resta il maestro, l’indiscusso n. 1 in materia e quindi ancora il segretario in pectore.

Però, come si dovrebbe fare nei partiti veri,  se ai consensi personali si sostituiscono i risultati politici, la musica cambia e di brutto. Bori e la Bistocchi sono stati tra i principali  protagonisti delle due legislature comunali di Perugia nelle quali il Pd, ha prima ceduto la guida del capoluogo e poi fatto una figura meschina , pochi mesi fa,nella rivincita persa 10 a 0 con Romizi (a testimonianza che la loro opposizione è stata inefficace o peggio inesistente).  Il Pci,  con risultati simili, “li  avrebbe rimandati alla produzione”. (E’ un rischio che, pare,  corse perfino il potentissimo Stramaccioni  quando era membro della segreteria  provinciale di Francesco Mandarini). Tradotto in “comunistese arcaico”, rimandati a fare il loro onorabile  e onesto  mestiere , che, per questi antichi criteri, non sarebbe stato quello della politica.

Prendiamone un altro, anzi un’altra a caso, Anna Ascani. “Una girandolona incallita. Prima con Bersani, poi “renzinissima” al quadrato, adesso , formalmente, con Zingaretti, in attesa di una sua completa conversione a sardina”. Così la descrive sarcasticamente, uno dei suoi non pochi nemici nel partito umbro.  Ma a  parte la satira da “fuoco amico”, da prendere con le molle per evidenti ragioni,  nessuno dei miseri mortali di questa regione, che non hanno la fortuna di frequentare i democratici nostrali, ricorda, a parte le chiacchiere nel web,  imprese epiche o qualcosa di particolare e  di straordinario, che possano giustificare la sua irresistibile scalata(è  diventata deputata a soli 26 anni. Per fare un paragone “L’enfant prodige del Pci”, certo Massimo D’Alema, entrò a Montecitorio alla “venerabile” età di 38 anni).

Ah si un’impresa l’ha fatta;  il mistero per il quale una di cultura democristiana, alle “parlamentarie” umbre del PD vince, per aver rifilato a tutti un 600 a zero a Gualdo Cattaneo, uno dei comuni più rossi della storia, nel quale il Pci superava il 55% (con 1200 iscritti al partito su 5000 abitanti), la sinistra il 70% e la Dc prendeva “due spiccioli”, arrivando  terza, preceduta anche dal Psi. Pare che l’arcano di tutte quelle improvvise conversioni al moderatismo doroteo della dc sulla via di San Terenziano, Grutti, Pomonte, Marcellano, Collesecco, Ponte di Ferro, Cerquiglino e, naturalmente Gualdo, sia ancora oggetto di ricerca sociologica, alla quale solo l’ex Sindaco Pensi, per placare la maledizione lanciata dal fantasma di “Baffone Brunella”, potrebbe tentare di dare una risposta.  In queste settimane, polemizzando con l’ex “Governatore”  Paparelli,  ha detto “"A volte mi chiedo, come mai abbiamo perso di venti punti in Umbria". Segua il consiglio di Fabio Pontefice e si guardi allo specchio, troverà almeno un pezzo della risposta.

Mi fermo qui perché penso di aver descritto il meglio che è uscito dagli ultimi 10 anni di democratici in Umbria. Nessuna sorpresa, ma una conferma di quello che siamo andati dicendo da quasi 3 lustri .  A forza di coltivare seconde linee e collaboratori”fidati” (quelli che qualcuno chiama con termine dispregiativo portaborse), per non fare ombra ai capobastone storici,  il Pd regionale non ha più una classe dirigente vera e leader da spendere sul mercato. E allora, in attesa del partito nuovo, tanto nuovo che avrà, presumibilmente come “capetti” ancora questi qua, si ricomincerà da dove avevano lasciato e perso con 20 punti di distacco. Vista  la penuria di candidature interne autorevoli e soprattutto riconosciute da tutti,  si torna a fare il giochino del civico, imbarcando personaggi. oggi d’area ma provenienti dall’intero “arco costituzionale”,  utilizzati nella lunga serie di sconfitte incamerate in questo ultimo anno. E allora visto che Bianconi non ha  preso la loro tessera e  Fora si è tirato un po' “fora”, bisogna cercare altri sconfitti per trovare un personaggio adatto a fare la statuina del segretario.

Quindi tocca trovarne un altro tra i civici alla Giubilei, imbarcati negli ultimi giorni. Meglio se è un’altra, possibilmente reduce da qualche insuccesso  e, possibilmente,  con esperienze documentate nel centrodestra. Trovata : Camilla Laureti. E’  stata assessore della scorsa giunta bianconera di Spoleto, ed è  ormai diventata, come diciamo a Perugia, “Il pignattino dell’ancolla”,  cioè il personaggio che il Pd nostrale utilizza per ogni  tipo di carica e candidatura ;  Comune, Regione, Europa, Bocciofila, circolo Arci, amministratore di gruppo Facebook e, perché, no, segretario di partito. Tanto in questi particolari soggetti politici, che vi ostinate a chiamare partiti, il responsabile non ha , pur avendo, sulla carta,  la maggioranza nei cosiddetti organismi dirigenti, alcun potere di indirizzo. Può dire di fare una cosa (e non è sicuro che gli obbediscano) a chi l’ha votato, ai circoli che lo hanno scelto, ma non a quelli delle altre correnti, che invece lo saboteranno per poterlo mettere in difficoltà e in  discussione (chiedere a Leonelli e Verini per controprova).  Perché il (poco) potere decisionale rimarrà sulla groppa dei (pochi) eletti , che fanno parrocchia per conto loro, non ubbidiscono a nessun segretario (semmai  è l’inverso),  a nessun progetto unitario e, soprattutto, alternativo di Regione o di città; ammesso e  non concesso, che esista (Ah, dalla regia mi confermano che non esiste) .

P.S, 1 -  TANASSI V/S CONTRO FORLANI -  La polemica Paparelli – Ascani è lo specchio di ciò che è diventato il Pd. Un “saragattiano” (specie che gli antropologi della politica credevano estinta da alcune decine di anni), contro una di famiglia Dc (specie data in continua espansione e il cui Dna è presente e dominante in tutte le parti politiche). E gli ex principali azionisti, i comunisti,dove sono finiti?  Al momento ne esistono solo rare ed impalpabili tracce. Il grosso fa ormai  parte di quel 40% fuggito dalla disperazione di dover morire democristiano. Secondo voi, con queste premesse Tanassiane e Forlaniane, basterà nascondersi dietro civici e sardine per riportarli a casa?

P.S. 2 – ADDAVENI BAFFONE -  E a Gualdo Cattaneo Baffone era arrivato. Si chiamava  Nicola Brunella mitico ex sindaco comunista che aveva la maggioranza assoluta negli anni 70, che aveva tesserato al Pci gran parte degli abitanti del comune e che non sopportava gli alleati socialisti, figuriamoci i democristiani e quelli ancora più a destra. Gli “sciamani” del posto dicono che dopo qualche migliaio di rigiri sulla tomba abbia chiesto in sogno di essere spostato in un comune rosso. In una seduta spiritica gli hanno fatto sapere che bisogna aspettare le prossime elezioni amministrative perché, al momento, in Umbria di comuni rossi non c’è rimasta neanche la puzza.

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