Di Ciuenlai - Il giradischi del PD umbro suona “Era già tutto previsto”. L’incontro di Roma ha partorito un documentino di una paginetta nel quale si dice quello che vi avevamo annunciato qualche giorno fa. I tre “aventiniani” riconoscono Bori come segretario e lui si impegna “a coinvolgere l’intero gruppo dirigente nella vita democratica del partito”.

E come  primo atto i tre vengono invitati a partecipare all’assemblea regionale del 13 giugno. IL problema è che il riconoscimento del segretario è un fatto concreto e acclarato, mentre il coinvolgimento  dei dissidenti è un percorso tutto da costruire. De Rebotti, Torrini e Prosciutti (che avrebbero respinto tutte le proposte di reinserimento negli organismi dirigenti) si aspettano indicazioni concrete già nella relazione e nelle conclusioni dell’assemblea del 13 giugno. 

Se non ci sarà una svolta soddisfacente per i tre “ritirandi”, comincerà il balletto delle interpretazioni da dare a quella “paginetta” sottoscritta, ieri, in quel di Roma. Una paginetta  che contiene il difetto classico delle mediazioni che vogliono accontentare tutti, “dice tutto e ‘n dice un c……avolo”

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