Di Armando Allegretti

PERUGIA - Splendida cornice quella di ieri sera al CVA di Case Nuove di Perugia, dove c’è stato l’incontro con il segretario di Rifondazione Comunista, Palo Ferrerro. Tanti i curiosi e i personaggi politici accorsi per il dibattito pubblico, dove s’è parlato di pace e di crisi. S’è parlato anche di patrimoniale, di Bce e di titoli di stato. Tutto nell’ottica di un possibile rilancio della sinistra italiana ed inoltre per dire no ad una manovra iniqua che “preleva” direttamente dalle tasche dei più deboli.

Ad aprire i “lavori” il segretario del Prc provinciale Enrico Flamini, accompagnato da Giuseppe Mascio e Franco Calistri, a moderare l’incontro Emiliano Pampanelli, capogruppo Prc del Comune di Perugia.
S’è parlato di una manovra ingiusta e recessiva, una manovra che vale quasi 48 miliardi e che attacca i diritti sociali dei cittadini e i servizi essenziali con tagli agli enti locali, alla sanità con la reintroduzione del ticket, e ai lavoratori con l’aumento dell’età pensionabile per le donne.

Nel suo intervento Paolo Ferrero ha parlato “di una politica alternativa, necessaria e possibile”, ha ricordato che “chi non ha mai pagato non è stato toccato dalla manovra finanziari, basti pe3nsare che solo in Italia l’1% dei ricchi possiede circa il 60% della quota di ricchezza dei meno abbienti”.
S’è parlato, come dicevamo di Patrimoniale “una patrimoniale sulle grandi ricchezze – ancora – la tassazione delle rendite finanziarie e un vero contrasto all’evasione fiscale”.

Per rientrare nelle spese perché non si comincia con i “tagli alle spese militari – sottolinea il segretario del Prc – riducendo organici dell’esercito e ritirando le nostre truppe dall’Afghanistan”.

E per la speculazione e l’Europa?

“Dal 2008 (anno della crisi n.d.r.) gli Stati europei hanno speso o accantonato oltre 3.000 miliardi di euro per salvare le istituzioni finanziarie e senza provvedere a riformarle facendo crescere così il debito pubblico”.
Bene ma come funziona questo meccanismo di speculazione? Semplice “le agenzie di rating – continua – che sono semplicemente soggetti privati legati alle banche, declassano un Paese indicandolo come “inaffidabile a rimborsare il debito” e da qui “i grandi speculatori vendono titoli di Stato (anche se non li hanno, addirittura, la vendita si chiama “vendita allo scoperto” n.d.r.) facendo così crollare i valori dei titoli, gli Stati quindi hanno bisogno che questi titoli vengano acquistati, per coprire parte del loro debito”. La vendita però è possibile solo a tassi di inteesse sempre più alti aumentando il debito pubblico e accrescendo i guadagni degli speculatori.
Cosa si può fare per eliminare qualsiasi forma di speculazione?

“Gli Stati possono proibire le vendite allo scoperto – conclude Paolo Ferrero – in Germania è successo, perché l’Italia non lo fa? L’Italia dovrebbe ristrutturare il debito per garantire i piccoli risparmiatori allungando anchei tempi di restituzione de le cifre da restituire agli speculatori.”
 

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