Che tristezza il comunicato del PDL sulla struttura del Carmine! I toni trionfalistici di un proclama: abbiamo espugnato la Stalingrado di Orvieto!

Quale triste livello di discussione politica ha raggiunto questa cosiddetta “classe dirigente”!

E soprattutto quali falsità dette e ripetute come un mantra, fino a farle diventare verità per tutti coloro che non hanno voglia o tempo o modo di verificare, di approfondire, di andarsi magari a rileggere documenti comunque pubblici.
Questo è il metodo usato dalle persone che oggi amministrano la nostra città – su questo come su molti altri temi – per poi potersi permettere di usare espressioni roboanti come quelle di cui il comunicato del PDL è infarcito.

Quello che in questo gioco al massacro, alla distruzione, alla denigrazione non solo delle progettualità legate alle precedenti amministrazioni, ma anche delle singole persone, si vuole omettere è proprio la verità dei fatti, che è invece facilmente documentabile in atti SEMPRE E TUTTI PUBBLICI.

- E’ con delibera del Consiglio Comunale n. 192 del 10.12.87 che, su proposta del Collettivo Teatro Animazione, il Comune istituisce UN PROPRIO LABORATORIO DI TEATRO, come aveva istituito la PROPRIA SCUOLA DI MUSICA, con la funzione di creare spazi pubblici di socializzazione attraverso tecniche di teatro, di danza, di musica, per favorire il benessere psico-fisico dei propri cittadini e prevenire, anche attraverso questi strumenti, forme di disagio sociale.

Ci mancherebbe che non venissero previsti finanziamenti comunali per il funzionamento della propria struttura, che nel corso di questi oltre 20 anni ha visto la partecipazione di centinaia e centinaia di utenti ai vari corsi di teatro, di danza, di lettura; ha visto la collaborazione con le scuole, con le case di riposo, la sperimentazione di forme innovative, la collaborazione con altre e diverse associazioni, la costituzione di un laboratorio di teatro integrato.
Ha visto la realizzazione di una manifestazione quale Venti Ascensionali, che da 10 anni anima la vita culturale della città tutta, coinvolgendo migliaia di partecipanti e di spettatori.
E tutto ciò grazie anche e soprattutto all’impegno, allo sforzo, alla dedizione delle persone che hanno supplito con la propria abnegazione e la propria passione alla progressiva e costante diminuzione delle risorse pubbliche da destinare alla cultura ed al sociale. Alla passione, all’impegno ed alla fedeltà di tutti i cittadini che hanno animato con la loro partecipazione questo pezzo di vita cittadina.

Perché quindi continuare a usare espressioni come “logica dei finanziamenti pubblici erogati solo per compiacere sempre le solite realtà”, se non per gettare discredito e fango, questi sì, del tutto gratuiti?
Perché, a proposito di finanziamenti pubblici, non parlare allora, anche dei soggetti PRIVATI, (che fanno – con tutto il diritto - della produzione culturale il proprio mestiere ed il proprio lucro) a cui le stesse amministrazioni di centro sinistra del passato, hanno riconosciuto, attraverso contributi pubblici, patrocini anche onerosi, un ruolo importante di produzione culturale, e che oggi sono a fianco di questa amministrazione a proclamare la “liberazione” dalla “produzione a senso unico della cultura”?

- E’ con delibere di Consiglio Comunale n. 87 e 88 del 12.07.1995 che viene individuato lo spazio della “Sala del Carmine” quale sede pubblica della PROPRIA scuola di teatro.
- La direzione artistica del Laboratorio Teatro Orvieto venne affidata al C.T.A. sulla base di convenzioni di durata quadriennale nelle quali lo stesso Consiglio Comunale stabiliva il regolamento di utilizzo degli spazi della Sala del Carmine da parte di soggetti PRIVATI nonché le TARIFFE di utilizzo, che venivano pagate DIRETTAMENTE ALL’ECONOMO COMUNALE e non al Laboratorio Teatro e tantomeno al Collettivo Teatro Animazione.

Perché quindi continuare ad usare espressioni “…a meno che non si pagassero centinaia di euro al concessionario(!) ”, e perché mettere in scena la question time nell’ultimo Consiglio Comunale per chiedere se “il concessionario” (che concessionario non è come spero sia ormai chiarito) abbia mai “pagato un affitto” al comune o abbia “occupato la struttura in forza di un “contratto di comodato”, o se il materiale rimosso dalla Sala del Carmine fosse davvero tutto di proprietà del Collettivo Teatro Animazione, se non – di nuovo - per gettare discredito e fango, questi sì, del tutto gratuiti?

E l’Assessore che non sa rispondere, e si riserva approfondimenti, davvero non sa come stanno le cose? Davvero non sa che esistono degli inventari delle proprietà del Comune, e che in forza di quegli inventari, insieme ai funzionari comunali, è stata “liberata” la Sala del Carmine?
Difficile crederlo.

Una nuova Amministrazione, che si succede alla precedente, e democraticamente eletta dalla cittadinanza, ha tutto il diritto di apportare le proprie trasformazioni e le proprie innovazioni. Ci mancherebbe altro!
Ma dovrebbe avere il coraggio di farlo e sostenerlo per quello che è:

. far sapere ai cittadini se intende o meno mantenere la sua struttura pubblica di produzione teatrale, il Laboratorio Teatro, appunto, che nessuno ha ancora chiuso.

. Se intende affidarne la direzione artistica attraverso un bando pubblico (come in alcuni articoli di stampa è sembrato di capire)

. chiarire le modalità attraverso cui sarà possibile usufruire della struttura del Carmine, “finalmente nella disponibilità di tutti”, posto che giacciono da tempo sulla scrivania dell’Assessore, già diverse richieste di utilizzo a cui nessuno risponde.

Sarebbe semplice, dignitoso, chiaro, oltreché politicamente corretto, procedere in questo modo, per una classe dirigente che intende “governare”, secondo la propria visione politica e strategica.

Non dignitoso, non politicamente corretto, è invece continuare ad assistere alla mistificazione della verità, alla più bassa denigrazione e distruzione di tutto il possibile legato al passato.

Questo modo, che purtroppo nasconde una vera incapacità progettuale ormai sotto gli occhi di tutti, sta distruggendo quando di buono, di valido, di vitale, questa città aveva costruito con tanti anni di lavoro comune, anche attraverso molti errori, ma sempre con una visione di futuro che oggi nessuno percepisce più.

M.Cecilia Stopponi
Partito della Rifondazione Comunista
Orvieto

 

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