Morti bianche: Umbria la prima a dotarsi di linee guida per le cadute dall’alto
PERUGIA - Se è vero che negli ultimi anni il numero delle morti bianche è diminuito, resta comunque il fatto che si continua a morire e la caduta dall’alto rimane una delle principali cause di incidenti sul lavoro. Solo nel mese di ottobre 57 persone sono morte sui luoghi di lavoro. E' quanto emerge dallo studio presentato il 7 novembre dall'osservatorio Vega Engineering di Mestre. A due mesi dalla fine del 2011, spiega la ricerca, il bilancio delle vittime è già maggiore del 2010: finora i morti sono 460 contro i 441 dello stesso periodo dell'anno scorso.
La prima causa resta la caduta dall’alto (23,9% dei morti nel 2011), seguita dal ribaltamento di un veicolo o di un mezzo in movimento (22%); terza lo schiacciamento dovuto alla caduta di oggetti pesanti sulle vittime (18,3%).
“Quello descritto dallo studio dell’Osservatorio di Mestre, afferma l’assessore regionale alle politiche per la sicurezza nei luoghi di lavoro, Stefano Vinti, è uno scenario drammatico che impegna ancora di più la Regione Umbria per garantire il grado massimo di sicurezza. Per quanto attiene gli incidenti determinati dalle cadute dall’alto, la responsabilità maggiore attiene alla scarsa informazione e formazione degli operatori ed in una errata valutazione dei rischi da parte di chi ha la responsabilità degli interventi. A queste cause, continua Vinti, si aggiunge il fatto che per manutenzioni di piccola entità salgono in copertura persone totalmente ignare dei rischi che si corrono e della normativa in materia di prevenzione.
Per cercare di migliorare la situazione e quindi limitare i rischi, la Giunta regionale ha approvato le nuove linee di indirizzo per la prevenzione delle cadute dall’alto che rappresentano la prima normativa regionale che affronta nello specifico il problema, alla luce della incidenza di questo tipi di incidenti, tesa a ridurre drasticamente il numero di morti per lavoro”.
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