La Mobilitazione continua - La Cgil annuncia un "autunno caldo"
PERUGIA - Dopo la grande riuscita dello sciopero del 6 settembre in tutti i posti di lavoro della nostra regione e delle manifestazioni che si sono svolte a Perugia e a Terni, continuerà nei prossimi giorni, la mobilitazione della CGIL contro una manovra iniqua, ingiusta e che penalizza gravemente i diritti del mondo del lavoro, cancellando sostanzialmente la contrattazione collettiva e lo Statuto dei Diritti dei Lavoratori.
Domani, martedì 13 settembre la CGIL dell’Umbria parteciperà al sit-in che si terrà al Pantheon a Roma in concomitanza con il passaggio della manovra alla Camera dei Deputati.
Il 15 settembre invece la CGIL sarà presente all’assemblea indetta dall’ANCI che si svolgerà alla Sala dei Notari di Perugia per manifestare contro l’inusitato attacco che si è sviluppato contro il ruolo e le funzioni delle autonomie locali.
Poi, il 15 ottobre si terrà una grande manifestazione dei lavoratori pubblici e dei lavoratori della conoscenza (scuola – università e ricerca) per dire NO a un attacco contro il ruolo centrale e fondamentale del lavoro pubblico nel nostro Paese.
A seguire, tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre ci sarà una grande manifestazione nazionale dello SPI, contro gli effetti di una manovra che prende di mira pensioni, servizi socioassistenziali e sanità.
Infine l’Umbria sarà fortemente presente alla mobilitazione di fine anno con al centro il lavoro, come antidoto alla crisi, che richiede l’esigenza di trovare le necessarie risposte ai temi della crescita.
Tra l’altro come hanno sottolineato, il segretario generale cgil Umbria Mario Bravi e il segretario provinciale Vincenzo Sgalla, anche nelle manifestazioni di Perugia e di Terni l’Umbria è fortemente colpita dalla crisi industriale e dall’esigenza di costruire un piano per l’occupazione giovanile. Lo testimoniano le vicende della Basell, Thyssen di Terni, dell’Antonio Merloni di Nocera Umbra e i fenomeni recenti dell’allargarsi del perimetro della crisi industriale, evidenziato dalle vertenze della Trafomec di Tavernelle, della Sirap Gema di Corciano e della Ims di Spoleto.
La battaglia della CGIL contro questa manovra si svilupperà oltre che sul piano della mobilitazione anche su quello del ricorso giudiziario, con il coinvolgimento di tutti i livelli giurisdizionali, fino alla Corte Costituzionale.
Deve essere chiaro a tutti che occorre cancellare l’art. 8 della manovra, che è gravemente lesivo della contrattazione e dei diritti dei lavoratori.
Anche per questo la Camera del Lavoro di Perugia e la CGIL Regionale organizzeranno mercoledì 14 settembre un presidio e un volantinaggio di fronte allauditorium della Figc (alle ore 9,00) in Zona Prepo a Perugia dove si svolgerà l’assemblea provinciale di Confindustria che vedrà la presenza della Presidente Nazionale Emma Marcegaglia.
La mobilitazione continuerà fino a che tale articolo non verrà cancellato senza alcuna ambiguità e con estrema chiarezza, nella consapevolezza che l’accordo del 28 giugno tra le parti sociali costituisce un punto avanzato delle relazioni sindacali, e che questo accordo va difeso e non stravolto, in quanto rappresenta uno strumento di tutela per i lavoratori..
Questo è l’impegno che la CGIL intende portare avanti nei prossimi giorni e nelle prossime settimane.
Lunedì
12/09/11
17:26
Documento de La CGIL che vogliamo (...)
L'Area programmatica La CGIL che Vogliamo esprime un giudizio negativo sull'accordo interconfederale tra Confindustria CGIL CISL UIL del 28 giugno 2011 per le seguenti ragioni:
-Tutto l'impianto di validazione degli accordi nazionali e aziendali non prevede l'espressione del voto dei lavoratori. Ed è la prima volta che i la CGIL accetta che possa essere negata la libera espressione della volontà dei lavoratori.
-La validazione a maggioranza semplice delle organizzazioni esclude l' agibilità dell'organizzazione dissenziente,avalla la pratica degli accordi separati,rischia di determinare una balcanizzazione delle relazioni sindacali,condizionano la stessa libertà di iscrizione al sindacato.
-Si afferma la coesistenza di rappresentanze sindacali elette da tutti i lavoratori(RSU) e rappresentanze sindacali designate dalle organizzazioni(RSA), di fatto abbandonando l'obiettivo della generalizzazione delle RSU, come previsto nella legge del P.I e nell'accordo interconfederale del 23 luglio 1993.
-Nella fase transitoria le contrattazioni aziendali possono derogare dalle norme del contratto nazionale, prefigurando nei fatti la modifica del contratto nazionale come fonte del diritto su materie fondamentali quali la prestazione lavorativa, gli orari, l'organizzazione del lavoro. In sintesi, questo accordo conferma e rafforza quanto contenuto nell'accordo separato del 2009.Inoltre,per la prima volta l'accordo afferma che i contenuti della contrattazione aziendale possano essere definiti per legge.
-Si prevedono inaccettabili tregue sindacali vincolanti e dunque sanzionabili anche nel caso di accordi separati. Un'organizzazione non firmataria di accordo non può chiedere il voto dei lavoratori e non può nemmeno chiamarli allo sciopero, pena sanzioni.
-L'allegato accordo endosindacale non solo non è risolutivo delle questioni aperte sulla democrazia e partecipazione dei lavoratori ma non ha nessuna validità davanti alle controparti, come dimostra l'accordo del commercio che non ha impedito due contratti separati
-La gestione della trattativa che ha condotto a questo accordo non ha previsto nessun coinvolgimento delle strutture pure direttamente interessate, aprendo un'ulteriore ferita nel tasso di democrazia della vita interna dell'Organizzazione.
L'accordo, contravvenendo a se stesso, non sarà sottoposto al voto dei lavoratori.
La CGIL che Vogliamo rivendica la necessità di una consultazione degli iscritti CGIL con regole chiare e trasparenti , in una campagna di assemblee nelle quali siano esplicitate le differenti posizioni.