di Armando Allegretti e Nicola Bossi

PERUGIA - PAROLA ALLA DIFESA

Raffaele Sollecito ''ha il pudore dei sentimenti'' secondo uno dei suoi difensori, l'avvocato Donatella Donati, che ha preso la parola nel pomeriggio per le repliche nel processo d'appello per l'omicidio di Meredith Kercher. Il legale ha cosi' risposto alle accuse di freddezza di fronte alle foto del cadavere mostrate in aula rivolte da un pg al giovane. ''Raffaele - ha detto l'avvocato Donati - sembra quasi distaccato, ma ha un tumulto di emozioni dentro. Dipingerlo come un freddo dagli occhi di ghiaccio e' ingiusto. Ha il pudore dei sentimenti, pero' dietro c'e' molto di più". ''Vi chiediamo solo la verita' - ha detto ancora l'avvocato Donati - che emerge dalle carte processuali''. Sollecito si e' sempre proclamato estraneo all'omicidio Kercher e la sua difesa ne ha chiesto l'assoluzione.

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PERUGIA - IL CASO DEL JET PRIVATO

I familiari di Meredith Kercher ''faticano a trovare i biglietti aerei'' per essere lunedì a Perugia alla sentenza d'appello a carico di Raffaele Sollecito e di Amanda Knox per l'omicidio della studentessa inglese. Lo ha rilevato il loro legale Francesco Maresca nella sua replica davanti alla Corte d'assise d'appello di Perugia. Nella sua arringa ha paragonato questa situazione a quella della famiglia di Amanda Knox per la quale "è pronto un jet privato per tornare negli Stati Uniti" in caso di assoluzione.

Inoltre è stata sottolineata, secondo l'accusa, la disparità nel peso mediatico delle due figure. Nei giorni scorsi si è parlato della possibilità del jet privato messo a disposizione della Knox da parte di network statunitensi in cambio di interviste esclusive. Circostanza, peraltro, smentita dalla famiglia della studentessa americana. Sulle polemiche seguite, invece, alla proiezione in aula delle foto del cadavere di Meredith da parte dello stesso legale durante la sua arringa, Maresca ha riferito che "la madre di Meredith era informata della mia necessità processuale".

I familiari di Meredith chiederanno "con uno sguardo" alla Corte di confermare la pena inflitta in primo gradi ad Amanda Knox e Raffaele Sollecito. Lo ha detto l'avvocato Francesco Maresca, legale della famiglia della studentessa inglese, uccisa nella notte tra il primo e il due novembre 2007 a Perugia. "Lunedi' prossimo - ha spiegato durante la sua replica al processo di Appello - saranno presenti la madre, la sorella e il fratello di Meredith. Voi - ha aggiunto rivolgendosi alla Corte - leggerete la sentenza 'nel nome del popolo italiano'. Loro vi guarderanno negli occhi per una sola volta. Non hanno avuto, infatti, la possibilita' di stare qui per tutti questi mesi: la madre per motivi di salute, per motivi economici i fratelli. Vi chiederanno, quindi - ha concluso - di confermare la pena con un solo sguardo".

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PERUGIA - UN COMPORTAMENTO CHE DEVE FAR RIFLETTERE

"Perchè Amanda e Raffaele non hanno avuto la forza di vedere al monitor le foto del corpo martoriato di Meredith?": la domanda provocatoria è stata fatta dal pm Giuliano Mignini rivolgendosi direttamente alla Corte d'Appello che dopo le repliche delle parti si ritirerà in camera di consiglio per il verdetto, atteso per lunedì. "Amanda, sia in primo grado che in Appello, ha tenuto gli occhi bassi. Raffaele due anni fa aveva osservato il martirio della ragazza inglese con sguardo gelido. Stavolta invece si è girato dalla parte opposta.
Comportamenti che come pm devo monitorare e che fanno riflettere sulla base dei riscontri dell'accusa sul delitto".

Raffaele Sollecito non ha gradito il commento del pm soprattutto per la frase "con sguardo di ghiaccio" ed è stato però prontamente rassicurato dall'avvocato Giulia Bongiorno.

L'ENIGMA DELLA FINESTRA

"La rottura del vetro della camera di una delle coinquiline italiane di Meredith fu senza ombra di dubbio una simulazione per sviare i sospetti su di loro": il pm Giuliano Mignini è tornato durante la sua requisitoria al processo d'Appello per l'omicidio di Meredith Kercher, di nuovo a smontare la tesi del ladro-killer di Meredith Kercher, più volte ripetuta nell'arringa dell'avvocato di Raffaele Sollecito, Luca Maori. "Le persiane erano chiuse - spiega Mignini riferendosi all'interrogatorio della ragazza che aveva affittato la camera in via della Pergola - e per giunta avevano un difetto: il legno strusciava sulla pietra creando quindi una chiusura ancora più forte. Non è credibile che dunque il lancio di un sasso di 4 chili contro la finestra non abbia rotto prima le persiane e poi eventualmente il vetro delle finestre. Un sasso non può oltrepassare il legno come se nulla fosse. Evidentemente qualcuno da dentro ha aperto le persiane, ha chiuso le finestre, lasciate aperte della legittima inquilina, e poi simulato il futuro. E si simula quando si vuole portare altrove i sospetti".

E ancora: "Salire fino a quella finestra per poi entrare in casa è stato uno sforzo difficilissimo persino per uno spilungone avvocato della difesa che si è prestato a quella ricostruzione.
Figuriamoci per Guede che alto poco più di 170 centimetri ben 20 in meno dell'avvocato in questione. Con i pezzi di vetro sul davanzale e l'altezza avrebbe fatto uno sforzo così duro che si sarebbe almeno ferito alle mani lasciando delle tracce. Cosa non è stata riscontrata". Mignini poi ha cercato di colmare anche un vuoto storico dell'inchiesta: la certezza della conoscenza di Amanda e Raffaele con Guede. "Rudy frequentava tutti i giorni il campetto da basket di Piazza Grimana che è il centro dell'università per stranieri e dista pochi metri da casa di Amanda e Raffaele. E' una piccola zona e non una metropoli".

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PERUGIA - Dure le parole del pg manuela Comodi nella sua replica nel processo a Raffaele Sollecito e ad Amanda Knox. "Hanno ucciso per niente, ma hanno ucciso" . "Sono giovani - ha detto il magistrato - ma anche Meredith lo era. Meritano il massimo della pena che per fortuna nell'ordinamento italiano non è quella di morte''.

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PERUGIA - Battute finali del processo ad Amanda Knox e Raffaele Sollecito, in carcere per l’omicidio della studentessa Meredith Kercher. Quello che oramai sta diventando un processo mediatico è ricominciato stamattina davanti alla Corte di assise di appello con la replica del sostituto procuratore generale Claudio Costagliela.

A seguire sono previsti gli interventi del pm, delle parti civili e della difesa. In base al programma attuale la Corte d'assise d'appello entrerà in camera di consiglio lunedì prossimo per poi esprimere la sentenza.
I due imputati, Sollecito e la Knox, sono entrambi detenuti dal 6 novembre del 2007 da quando sono stati condannati in primo grado a 25 e 26 anni di reclusione (solo Amanda Knox deve rispondere anche di calunnia nei confronti di Patrick Lumumba, anche lui presente in aula oggi n.d.r.).
Rcordiamo intanto che nel processo d'appello i pg hanno chiesto per loro l'ergastolo, invece la loro assoluzione è stata invece sollecitata dalle difese, poiché i due ragazzi si sono dichiarati innocenti fin dall’inizio.

Intanto il pg Giuliano Mignini nella sua replica nel processo d'appello, stamattina, ha detto: “Rudy Guede unico colpevole? Alle favole non ci crediamo e non ci dovete credere nemmeno voi”. Così il magistrato ha ribattuto alle tesi difensive secondo le quali la studentessa inglese sarebbe stata uccisa da un solo aggressore. Mignini inoltre ha ricordato che Guede frequentava il campo di basket antistante la casa del delitto e l'Università per stranieri, ma abitava anche non lontano da Sollecito.

Inoltre il pm Mignini ha sottolineato come si tratti di “un terzetto, ci sono due ragazzi di buona famiglia e quel disgraziato di Rudy, abbandonato dal padre e che deve pagare per tutti”. Il magistrato è' poi tornato a parlare della simulazione del furto nel casolare di via della Pergola. “La simulazione la pone in essere - ha detto - chi vuole allontanare i sospetti su di se”.

Ribattendo alla arringa di ieri dei legali della Knox, il pg Giuliano Mignini ha detto che “quando ho sentito nei tg la frase 'crocifissa dai media' ho pensato alla Stefanoni...” nel dirlo si riferisce alla biologa della polizia scientifica Patrizia Stefanoni il cui operato è stato al centro di intense polemiche.

“Per Amanda è stato in parte così - ha detto ancora Miginini - ma dopo la sentenza di primo grado a oggi ci vuole un coraggio da leone per sostenerlo. E' lei che ha a disposizione una struttura pubblicitaria costata un milione di dollari. Una cosa mai vista”. “Si è parlato di processo amandocentrico - ha sostenuto ancora il magistrato - ma sono stati loro a stringere un patto d'acciaio per buttarla tutta contro il nero”. Mignini ha infine parlato di un “rischio di fuga all'estero al quale non sarà possibile rimediare più in caso di assoluzione. “A voi l'onere - ha concluso Mignini - di difendere lo Stato sovrano”.

I familiari di Meredith chiederanno la condanna con lo sguardo - I familiari di Meredith chiederanno "con uno sguardo" alla Corte di confermare la pena inflitta in primo gradi ad Amanda Knox e Raffaele Sollecito. Lo ha detto l'avvocato Francesco Maresca, legale della famiglia della studentessa inglese, uccisa nella notte tra il primo e il due novembre 2007 a Perugia. "Lunedi' prossimo - ha spiegato durante la sua replica al processo di Appello - saranno presenti la madre, la sorella e il fratello di Meredith. Voi - ha aggiunto rivolgendosi alla Corte - leggerete la sentenza 'nel nome del popolo italiano'. Loro vi guarderanno negli occhi per una sola volta. Non hanno avuto, infatti, la possibilita' di stare qui per tutti questi mesi: la madre per motivi di salute, per motivi economici i fratelli. Vi chiederanno, quindi - ha concluso - di confermare la pena con un solo sguardo". 

Un jet per Amanda, mentre la famiglia di Mez non trova i biglietti - "Ho sentito di un jet privato gia' pronto per dopo la sentenza (per portare a casa Amanda Knox, ndr). Ebbene, la famiglia Kercher ha problemi per trovare i biglietti per venire qui ad ascoltare la sentenza lunedi' mattina". Lo ha detto l'avvocato Francesco Maresca, legale della famiglia Kercher, in sede di replica come parte civile davanti alla Corte di Assise di Appello di Perugia, sottolineando la disparita' nel peso mediatico delle due figure. 

Nei giorni scorsi si e' parlato, infatti, di un jet privato messo a disposizione della Knox da parte di network statunitensi in cambio di interviste esclusive. Circostanza, peraltro, smentita dalla famiglia della studentessa americana. Sulle polemiche seguite, invece, alla proiezione in aula delle foto del cadavere di Meredith da parte dello stesso legale durante la sua arringa, Maresca ha riferito che "la madre di Meredith era informata della mia necessita' processuale".

 

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