Da nove giorni il leader libico Gheddafi non appare in pubblico e a Tripoli e in ambienti diplomatici prende corpo il sospetto che il rais sia rimasto gravemente ferito o addirittura ucciso nel bombardamento che ha causato la morte del figlio Saif al arab.

Sul terreno si prosegue a combattere a Misurata. Sui nove giorni di 'scomparsa' di Gheddafi si interroga oggi il quotidiano La Stampa. I sospetti hanno la loro origine nella notte dei bombardamenti a Tripoli in cui è rimasto ucciso Saif al Araba, uno dei figli del colonnello. "Quella notte ci hanno portati in quella casa", ha spiegato un ambasciatore straniero a Tripoli, citato dalla Stampa.

"Era tutto distrutto. La Nato ha utilizzato delle bombe speciali, di quelle che creano una violentissima pressione in orizzontale. Insomma, è difficile sopravvivere agli effetti di quelle bombe, ha aggiunto. Nel raid è rimasto ucciso Saif al Arab, ma nessuno ha potuto identificare con precisione il cadavere. "Era troppo sfigurato", ha spiegato da parte sua il vicario apostolico di Tripoli, monsignor Giovanni Martinelli. Prosegue intanto la battaglia di Misurata. IA partire da metà giornata di ieri, i combattimenti si sono svolti su tre fronti intorno alla città: a Shintan a est, nei pressi dell'accademia militare e lungo la strada per l'aeroporto a sud, a Burgueya a ovest. I ribelli hanno indicato di avere rafforzato il loro controllo a Burgueya, mentre la battaglia si concentra nel settore dell'aeroporto.

"Prepariamo il terreno per avanzare e conquistare l'aeroporto. Può accadere in qualsiasi momento", ha spiegato Omar Salem, 48 anni. "Abbiamo atteso quasi due settimane per cacciare l'esercito di Gheddafi dei dintorni della città per impedire che continui a bombardare", ha aggiunto. "L'esercito è piazzato all'aeroporto. Abbiamo bisogno che la Nato bombardi", ha affermato un altro comandante dei ribelli, Ahmad Bassem.

Condividi