di Fabio Sebastiani

“Parti sociali che fanno i compiti e ministro che li corregge”. Non un pericoloso estremista, ma il segretario della Uil Luigi Angeletti prova a sintetizzare con una immagine il clima che oggi si è respirato a palazzo Chigi all’apertura del confronto su flessibilità e ammortizzatori sociali. Il Governo, giusto per essere all’altezza della sua fama, ha assestato un bel colpo di accetta, il forte ridimensionamento della cassa integrazione, che oggi coinvolge circa 600mila lavoratori.

Un meccanismo, quello tratteggiato dal documento del Governo, che si poggia su due pilastri: un sostegno per le crisi temporanee e un altro per chi perde il lavoro. Nel primo caso, la previsione è quella di un ricorso “limitatissimo” alla cassa integrazione guadagni ordinaria e ridotto ai casi in cui si possa riprendere il lavoro rapidamente. Un superamento, dunque, di cigs e di cassa in deroga nella prospettiva di licenziamenti più veloci. Non a caso tutti gli altri ammortizzatori riguarderebbero il sostegno al lavoratore in seguito al licenziamento e nei fatti si configurerebbero come indennità risarcitorie. Quanto al reddito minimo, questo, dice Fornero, “richiede risorse ora non individuabili”. E per questo e per “ragioni di bilancio potrebbe essere già individuato in questa riforma ma, per le stesse ragioni, l’applicazione normativa potrebbe essere dilazionata”.

I tempi saranno strettissimi: 3-4 settimane per arrivare a un’intesa.
La “rivoluzione” annunciata dal minsitro Elsa Fornero non riguarda la tempistica ma anche il metodo di confronto con le parti sociali. Dopo l’incontro di oggi, non si apriranno tavoli tecnici sulle singole tematiche, come ci si sarebbe aspettato secondo una prassi negoziale ormai consolidata, ma verranno formati gruppi di lavoro “tematici-informatici”. Insomma, il confronto passa attraverso il web: il Governo invierà le proprie proposte e le parti sociali risponderanno con le proprie controdeduzioni.
Il confronto si svilupperà, oltre che sugli ammortizzatori sociali, su altre quattro linee guida: tipologie contrattuali, formazione e apprendistato, flessibilità, servizi per il lavoro. Sulle tipologie contrattuali, “occorre - è l’assunto indicato dal ministro del Welfare- un contratto che evolva con l’età dei lavoratori piuttosto che contratti nazionali specifici che evolvono per tutte le età”.

Quello a cui pensa il governo è un modello di contratto che si “iscrive attorno alla vita del lavoratore” e che sembra richiamare il ’modello Modiglianì. Il tutto per favorire, come pensa l’esecutivo, la formazione e la partecipazione al mercato del lavoro “ad ogni età”. Tradotto in soldoni vuol dire licenziamenti facili. Per ora il governo non parla di contratto unico: lo farà solo al termine delle 3-4 settimane indicate come tempo necessario per mettere a punto con le parti sociali la riforma del mercato del lavoro. Occorre superare, dice ancora Fornero, il dualismo esistente sul mercato del lavoro. Secondo il documento del Governo, il lavoro flessibile dovrà costare di più mentre la conversione da contratto a tempo determinato a indeterminato sarà favorita con la graduazione degli sgravi contributivi anche in rapporto alla formazione svolta.
“Nessun condivisione”, commenta a caldo la segretaria generale della Cgil Susanna Camusso: sia nel merito che nel metodo. Nel metodo, perché ”si parte dall’agenda dei tavoli e non da contenuti già predeterminati”. Nel merito, perché ”non è fattibile il superamento della Cigs”.

Secondo Paolo Ferrero, segretario del Prc, il governo vuole licenziamenti di massa, perchè vuole superare la cassa integrazione, che salvaguarda il rapporto di lavoro, sostituendola con l’indennità di disoccupazione. E’ un’ipotesi che produrrebbe centinaia di migliaia di disoccupati ed è doppiamente inaccettabile perché la cassa integrazione è pagata coi contributi dei lavoratori, contributi che sono in attivo, molto superiori a quanto è stato speso. “È poi vergognoso - aggiunge Ferrero - che il governo parli di reddito minimo solo per dire che non ci sono le risorse: è la solita partita in due tempi, in cui il taglio dei diritti e i sacrifici ci sono subito mentre le cose positive in un secondo tempo che non viene mai”.

Fonte: controlacrisi.org

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