Imprese, forte calo delle assunzioni previste. Ma l'Umbria è la seconda migliore
In Italia raffica di segno meno nelle assunzioni previste dalle imprese. Ma l’Umbria, pur con un notevole segno meno, ha il secondo miglior risultato. Focus sugli avviamenti dei laureati dal 2017 al 2022, l’Umbria continua a perdere terreno rispetto alla media nazionale
Rilevazione Excelsior, nel trimestre novembre 2022-gennaio 2023 in Italia calo del 19,5% negli avviamenti al lavoro previsti dalle imprese; l’Umbria, con 14mila 310 avviamenti stimati nel trimestre, fa molto meglio e segna -13,8% sullo stesso periodo dell’anno precedente (superata solo dalla Valle d’Aosta). Resta serio nella regione, e anzi negli ultimi sei anni si è aggravato, il problema delle assunzioni dei laureati, passate dall’8,6% al 9,8%, con la media nazionale che ha fatto assai meglio (dal 12,3% al 15,1%). E in Umbria resta tra le più elevate d’Italia la percentuale di assunzioni previste per cui le imprese hanno forti difficoltà a reperire personale (53%). Per un’assunzione di difficile reperimento le aziende impiegano circa quattro mesi per la loro ricerca sul mercato.
Giorgio Mencaroni, Presidente della Camera di Commercio dell’Umbria: “Sul piano del valore assoluto dei numeri che presenta la rilevazione Excelsior nelle previsioni di assunzioni nella regione non possiamo certo dire che in Umbria le cose si prevedano rosee, perché rispetto allo stesso periodo 2021 il calo delle assunzioni previste è marcato. Ma ciò avviene in un quadro nazionale di arretramento degli ingressi al lavoro ben peggiore di quello che mostra l’Umbria, il che dimostra come, pur nel contesto difficile che stiamo vivendo, la nostra economia regionale mostri maggiore vivacità e le imprese di conseguenza limitino i danni. Le nostre aziende, non solo nel campo della assunzioni, si dimostrano vitali, pronte a cogliere le opportunità, impegnate ad affrontare le sfide del mercato. La trincea a cui le costringe oggi la situazione non è, insomma, una trincea puramente difensiva, ma una trincea dove si opera per rafforzarsi, razionalizzarsi, ammodernarsi, per essere pronti a cogliere, quando questa fase sarà passata, le opportunità sul mercato, come ben dimostrato nel 2021 e fino al III trimestre 2022”.
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Sono 14mila 310 le assunzioni che le imprese umbre prevedono di effettuare nel trimestre novembre 2022-gennaio 2023 (di cui 4mila 430 nel singolo mese di novembre), con un calo di 2mila 300 rispetto allo stesso trimestre 2021 (-210, invece, la contrazione nel singolo mese di novembre). Un calo rilevante (-13,8%), che tuttavia è il secondo miglior risultato tra le regioni italiane dopo quello della Valle d’Aosta (l’unica regione con il segno più, precisamente +7,5%), con la media nazionale che flette del 19,5% e quella del Centro del 21,2%, la performance peggiore tra le circoscrizioni. (Vedere tabella 1). Parlare per l’Umbria di forte segno meno nelle assunzioni e allo stesso tempo di secondo miglior risultato in Italia appare un ossimoro, ma la realtà delle cose questa è.
Una flessione generalizzata e pesante che deriva principalmente da due fattori: il fatto che nel trimestre novembre-gennaio 2021 il Pil volava mettendo in mostra un forte rimbalzo post-pandemia (il Pil 2022 segnò +6,6% e anche l’inizio del 2022 fu brillante) e il rallentamento in atto dell’economia a causa dell’aumento dei tassi di interesse provocato dalla maxi inflazione e degli effetti della guerra in Ucraina.
Il quadro emerge dalla nuova rilevazione del Sistema Informativo Excelsior, realizzata da Unioncamere in accordo con l’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (Anpal) e diventata da anni un punto di riferimento essenziale per quanto riguarda le previsioni sulle assunzioni da parte delle imprese sia a livello nazionale che circoscrizionale e regionale, lavorando sul campo con un ampio campione rappresentativo del totale delle aziende.
La resistenza occupazionale delle imprese umbre. I dati di tutte le regioni
Che l’Umbria, pur in uno scenario negativo, come evidenzia anche il recente aggiornamento di Bankitalia sull’economia regionale, scorga la luce in fondo a un lungo tunnel che l’ha vista per diversi anni tra i fanalini di coda tra le regioni italiane, viene confermato dai dati Excelsior: l’arretramento sulle assunzioni c’è ed è notevole, ma decisamente inferiore alla media, con le imprese umbre che mostrano più fiducia rispetto al dato nazionale e a quello del Centro, permettendo alla regione di registrare, come detto, il secondo miglior risultato in Italia.
Nella tabella 1 vengono riportati i dati di tutte le regioni, dai quali emerge che, pur in un segno meno generalizzato, oltre a Valle d’Aosta e Umbria le migliori performance le realizzano Emilia-Romagna, Sicilia e Liguria. I risultati peggiori, invece, con flessioni delle assunzioni previste che vanno dal 25% a quasi il 33%, in Molise, Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia e Basilicata.
Focus sulle assunzioni dei laureati
Ma, se si guarda bene dentro i dati di Excelsior, permangono alcune fragilità strutturali dell’Umbria, tra cui il fatto che le assunzioni dei laureati siano strutturalmente, come percentuale sul totale degli avviamenti al lavoro, sotto la media nazionale (vedere tabella 2 e i due grafici allegati). Situazione che a novembre 2022 non solo non migliora, ma peggiora: i laureati che le imprese della regione intendono assumere nel mese sono 434 (e rappresentano solo il 9,8% degli avviamenti previsti (a novembre 2021 era la percentuale era del 10,9%), contro una media nazionale del 15,1%. Non certo un buon segnale nel quadro di driver della crescita come digitalizzazione e sostenibilità, che hanno maggiormente bisogno di figure professionali dotate di livelli di istruzione elevati. Non solo, ma se si guarda agli ultimi 6 anni, se anche in Umbria si è registrato un incremento della percentuale di laureati sul totale delle assunzioni (dall’8,6% del 2017 al 9,8% di novembre 2022), questo è stato inferiore rispetto alla media italiana (dal 12,3 al 15,1%). Un dato, quello di novembre relativo ai laureati, che peraltro conferma nella sostanza le cifre dei mesi precedenti, con la percentuale dei laureati che in Umbria nell’ultimo anno è oscillata intorno al 10%, con picchi in qualche mese all’11%.
Le altre tematiche
- In Umbria la percentuale di assunzioni per le quali le imprese segnalano difficoltà di reperimento resta tra le più elevate in Italia (53 assunzioni 100, con la media nazionale che è di 44,6) e le aziende ci impiegano quasi 4 mesi per la loro ricerca sul mercato.
- Per una quota pari al 64% degli avviamenti al lavoro viene richiesta esperienza professionale specifica o nello stesso settore e le assunzioni nella regione si concentreranno per il 61% nel settore dei servizi e per il 69% nelle imprese con meno di 50 dipendenti.
- Nel 25% dei casi le assunzioni previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 75% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita).
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