Il persistente clima di austerità, la rigorosa politica di contenimento della spesa pubblica, sollecitano la Guardia di Finanza a valutare rinnovati e più incisivi interventi finalizzati alla verifica del corretto impiego del pubblico denaro.
Si tratta di attività che incidono fortemente sulla percezione del senso collettivo di equità, poiché riguardano comportamenti illeciti in grado di suscitare un forte risentimento sociale.
Negli ultimi mesi, il Comando Regionale Umbria ha avviato una serie di controlli nei confronti dei percettori di pensione sociale erogata dall’INPS. Gli interventi eseguiti si collocano nell’ambito di una campagna su scala nazionale coordinata dal Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressioni Frodi Comunitarie di Roma, specializzato nell’analisi delle fenomenologie e nell’individuazione dei target sintomatici di azioni illegali ai danni delle uscite del bilancio statale.
Tre le persone denunciate dalle Fiamme Gialle in Umbria per i reati di truffa e di indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato per oltre 60mila euro. I responsabili, iscritti all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero), incassavano mensilmente l’assegno sociale di pensionamento, comprese le tredicesime, senza averne più titolo, poiché - di fatto - residenti all’estero. In un caso in particolare, i contributi venivano irregolarmente percepiti da ben cinque anni (a partire dal 2008), mentre in un altro, la riscossione delle somme era assicurata attraverso la complicità di un familiare, che in possesso delle credenziali bancarie dell’interessato, prelevava le somme in contanti per poi trasferirle all’estero mediante operatori specializzati.
Oltre alla denuncia penale, è stato richiesto all’Autorità Giudiziaria il sequestro dei beni per un valore equivalente all’importo indebitamente percepito (sequestro “per equivalente”), per tutelare - in concreto - la pretesa risarcitoria vantata dallo Stato nei confronti dei tre responsabili.

 

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