Giorgio Cremaschi - Controriforma del lavoro. In piazza dall'8 giugno
di Giorgio Cremaschi
Ma come è giusta la ministra Fornero! E' innamorata dell'eguaglianza e rivendica fieramente per i dipendenti pubblici la stessa libertà di licenziamento dei privati. Il quotidiano La repubblica, organo ufficiale del governo monti, ne esalta la battaglia persino con un sondaggio..volete forse conservare ai pubblici qualche indegno privilegio? Eppure anche questa penosa sceneggiata mediatica è istruttiva. Innanzitutto perche chiarisce ancora una volta la sostanza della controriforma del lavoro:la libertà di licenziamento per l'appunto. Oramai è rimasta solo la segreteria della cgil in italia a credere che l'articolo 18 ci sia ancora. mentre è istruttiva proprio l'obiezione del ministro Patroni Griffi.
Infatti per il ministro non è semplice estendere ai pubblici la nuova normativa, perchè non è chiaro chi dovrebbe pagare l'indennità di licenziamento per chi viene cacciato. Il dirigente di tasca sua o l'amministrazione? Quale nobile contesa..
Così dopo la controriforma delle pensioni più feroce d' europa, anche quella del lavoro, che potrebbe essere sintetizzata in: tutti precari per sempre, si appresta ad essere approvata con lo stesso consenso bipartizan. Intanto i sindacati confederali continuano a manifestare il rifiuto rigoroso di essere utili ed i partiti di centrosinistra discutono se è meglio il centrosinistra classico, allargato, o con liste civiche. Sembra la pubblicità dell'acqua minerale.
Di fronte a questo disastro democratico che mescola continuamente tragedia e farsa, è chiaro che non e' semplice reagire. Ogni scelta di mobilitazione e lotta deve prima di tutto scontare la sua inadeguatezza. Ma se chi ha più forza sta a casa o è complice dobbiamo per questo arrenderci tutti? Io penso proprio di no. Dunque proviamoci, lottare serve sempre.
Si parte l'8 giugno davanti alla camera con l'appuntamento lanciato dalla assemblea dei delegati di pochi giorni fa. Ci saranno poi due giornate di mobilitazione la prossima settiimana, decise assieme dai movimenti sociali. E poi lo sciopero appena annunciato dal sindacalismo di base per il 22.
Certo le forze che lottano sono ancora poche e frastagliate, mentre il sostegno istituzionale al governo monti è ancora un blocco solido. Però il consenso popolare al governo delle banche e a chi lo appoggia cala ogni giorno che passa. Partiano allora dal no indignato alla libertà di licenziamento e poi andiamo avanti. Senza nasconderci fatica, contraddizioni, difficoltà, proviamoci.
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