Una foto senza voce. Prove di futuro per Sel
di Stefano Galieni
Le foto spesso sono belle, fissano nella memoria e per l’eternità attimi fondamentali della nostra vita, illuminano i ricordi del tempo che fu ma hanno ahinoi tutte, proprio tutte, una serie di limiti. Intanto delimitano spazio e tempo. A riguardarle chi può ricordare cosa accadeva negli spazi non immortalati? Cosa avveniva un momento prima e poi, un momento dopo? E poi sono bidimensionali, non hanno consistenza, voce, non riescono a tradurre odori e sapori, si affidano ad uno dei cinque sensi, spesso il più fallace. Eppure ad una foto ci attacchiamo, vorremmo tornare a quel magico momento, sogniamo, veniamo assaliti dalla nostalgia e dalla malinconia vedendo il tempo che passa, ma il tempo non torna indietro.
A chi ha ancorato il proprio futuro alla ormai mitica foto di Vasto, quella che incorona la mitica nuova alleanza destinata a salvare il Paese, queste parole sussurrate dovrebbero servire non da monito o da sterile polemica, ma come strumento di riflessione. Si può? Osiamo. Dunque oggi c’è un governo, preseduto da un Professore della Bocconi, uno abituato a trattare più con le banche che con la vita delle persone. Infatti le prime le salva con i soldi delle seconde e se le seconde protestano ci sono le mazzate tecniche, dispensate con professionalità ai pescatori, agli occupanti di case, oppure, anche le antiche vecchie manette, come per i detrattori della Tav. Un governo che vive con il plauso pressoché incondizionato di uno dei tre soggetti della foto, quel Pd che ormai ha intrapreso, fra infiniti mal di pancia dei suoi sostenitori, l’ennesima svolta moderata. Un governo che gli altri due soggetti immortalati, i leader di IdV e SEL, contestano vivacemente, il primo in parlamento, il secondo sui rotocalchi.
Le critiche al governo hanno infastidito non poco il Pd, tanto da indurre il suo segretario a dichiarare, “nessuna alleanza con chi pronuncia la parola inciucio”. “Pace fatta” rispondono gli altri soci, nel frattempo, con una bella mossa tripartizan, Pd, PdL e Terzo Polo, consegnano alle camere una mozione condivisa sulla politica europea. «Offriamo un impegno strategico e di lungo periodo, chiediamo un sostegno egualmente strategico e di lungo periodo» dice il documento della maggioranza che invita il governo ad evidenziare lo sforzo 'costituzionalè sul pareggio di bilancio e sulle «politiche di serietà e di rigore» intraprese. Soprattutto si chiarisce che tali scelte «vengono sottratte al variare delle contingenze mutevoli della politica». «Abbiamo 5 riforme strutturali che possiamo rivendicare in Europa», chiarisce il senatore di Fli ed economista, Mario Baldassarri,ricordando le scelte fatte dall'Italia su pensioni, liberalizzazioni, mercato del lavoro e quelle in divenire su lotta all'evasione e alla corruzione per crescere e sul fondo di riduzione del debito pubblico. «Ci sono molte cose che avremmo voluto inserire ma che non abbiamo menzionato perché dobbiamo stare attenti a chiedere obiettivi seri, anche ambiziosi, ma realistici» spiega il capofila del lavoro di tessitura del documento unitario, il centrista Rocco Buttiglione. Quali sono questi obbiettivi in termini reali? L’abbattimento del debito pubblico in 20 anni di 800 miliardi di Euro, 40 miliardi l’anno. Manovre su manovre, in cui si attingerà sempre alle stesse tasche per guarire un malato probabilmente già seppellito.
Ma tanto quello che conta è l’alleanza per governare, per passare da una legislatura costituente in chiave golpista ad una suffragata dal voto popolare. E allora silenzio sulla portata della manovra, silenzio sugli arresti dei manifestanti No Tav, silenzio su tutti gli argomenti scomodi e qualche vuota parola di circostanza. Oggi Di Pietro e Vendola hanno fatto una conferenza stampa congiunta:«La prima foto di Vasto era qualcosa di comune per andare oltre il berlusconismo - hanno ricordato i due leader - ora è senz'altro una foto da allargare e non da restringere». «Da allora - sottolinea Vendola - è passata un'intera epoca e lo scenario è cambiato. Non vogliamo chiudere le porte a nessuno. "Non ho mai posto vincoli o paletti, ha ricordato, non ho mai detto 'mai con Casini', ma non voglio neppure essere io oggetto di un veto. Si può fare l'alleanza progressisti-moderati se non è un suicidio per i progressisti e un incoronamento dei moderati, io voglio vivere...». Anche chi vive in questo Paese pagando i costi della crisi vuole vivere, compagno Nichi e non morire democristiano.
Fonte: controlacrisi.org
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