Fermiamo il fotovoltaico selvaggio
PERUGIA - Cresce il fotovoltaico nella nostra regione e a fine luglio siamo arrivati a quasi seimila impianti, molti dei quali sistemati a terra con il conseguente consumo di terreno agricolo spesso di pregio.
Ne è un esempio quanto si vede dalla E-45 andando da Perugia a Città di Castello, dove, come testimoniano le foto allegate, gli impianti sono lungo la pianura del Tevere, in terreni agricoli di pregio tanto che si alternano alle colture di tabacco.
La Strategia regionale per la produzione di energia da fonti rinnovabili 2011-2013 pubblicata sul Bollettino regionale lo scorso 5 agosto prevede un aumento del fotovoltaico e dell’eolico, entrambe energie rinnovabili importanti, ma che hanno una pesante ricaduta sul paesaggio umbro.
Per il fotovoltaico si prevede al 2013 un aumento del 29,3% per il fotovoltaico e del 19,5% per l’eolico. Questo significa che nel prossimo biennio assisteremo al massacro del paesaggio e del territorio regionale con la campagna umbra costellata di pannelli fotovoltaici e le colline e i monti di pale eoliche, il tutto addirittura alimentato con quegli incentivi pubblici che hanno fatto diventare le energie rinnovabili un affare senza rischi e con sicuri guadagni. Non è un caso, infatti, che anche la criminalità organizzata si sia interessata alle energie rinnovabili, come dimostrano le inchieste giudiziarie sull’eolico in Sardegna e in Puglia.
Il regolamento regionale n.7 approvato il 29 luglio scorso e pubblicato il 5 agosto, prevede che le Province e i Comuni entro sessanta giorni possono presentare alla Regione una proposta di individuazione di aree e siti non idonei agli impianti di energie rinnovabili e che, in mancanza di tale individuazione, le norme del regolamento “prevalgono sugli strumenti urbanistici e su ogni altra disposizione dei comuni e delle province”. Tale termine scade il prossimo 19 ottobre, pertanto Italia Nostra invita le Province e i Comuni a ridurre le aree sulle quale costruire gli impianti fotovoltaici ed eolici. In particolare per salvaguardare le zone agricole, i coni di visuale anche dalle strade, le zone umide, le zone rilevanti per la conservazione della biodiversità, le aree di riproduzione, vita e transito di specie faunistiche.
Come ci indica anche l’Unione europea, la vera svolta energetica è nell’efficienza e nel risparmio energetico e l’Umbria ha molto da lavorare in questa direzione e sarebbe stato meglio approvare il nuovo piano energetico regionale prima della strategia sulle rinnovabili.
Il paesaggio è l’unica risorsa importante dei nostri territori, i terreni agricoli coltivabili non sono molti in Umbria, i profili delle nostre colline e dei nostri monti ci sono invidiati in tutto il mondo. Non possiamo permettere che questo straordinario patrimonio venga distrutto.
Urbano Barelli
Vicepresidente Italia Nostra onlus
Domenica
25/09/11
17:53
Nel 2010 in Italia (dati GSE) a fronte di un calo della produzione industriale si è registrato un aumento dell'energia consumata dall'industria del 3%. Questo dato testimonia come la battaglia energetica sarà sempre in salita, se non si interviene nel contenere l'inefficienza energetica e gli sprechi. L'aumento dei consumi energetici, unito al dato della perdita di rete (9%), rende nullo lo sforzo fatto nella produzione di energia da fonti rinnovabili, pari nel 2010 al 7% della produzione energetica nazionale. Ovvero, sprechiamo il 5% di energia in più di quella che produciamo attraverso le rinnovabili.
L'Umbria è il 7mo produttore nazionale di energia idroelettrica, a fronte dei 2000 gwt idroelettrici, le altre rinnovabili nel 2010 hanno prodotto 140 gwt, poco più del 5% del totale sulle rinnovabili e appena sotto la media nazionale.
Martedì
27/09/11
14:53
Si parte da una giusta tecnica per produrre energia da fonti rinnovabili per arrivare ad un ingiusto ed eccessivo consumo di territorio e scempio del nostro prezioso "bene paesaggio". Ma è possibile che l'uomo sia così cattivo verso se stesso e l'habitat in cui vive? Sembra impossibile crederlo eppure è proprio vero!!