Di Armando Allegretti

PERUGIA - Il segretario regionale della Cgil Umbria Mario Bravi interviene in merito alla profonda crisi industriale. Secondo i dati dell’osservatorio Nazionale della Cigl “La crisi industriale – ricorda - è ancora più drammatica di quella finanziaria E’ una vera e propria crisi nella crisi. L’apparato produttivo in Italia e in Umbria continua a perdere attività nel settore manifatturiero, e il Governo non mette in campo nessuna politica di contrasto. Anzi, in questo quadro, come dimostra l’art. 8 della manovra, attacca regole e diritti”.

I dati dell’Osservatorio Nazionale della CGIL sulla cassa integrazione dicono che nella nostra regione il ricorso agli ammortizzatori sociali resta molto forte.
Mentre a livello nazionale c’è un calo complessivo del 21,14%, nella nostra regione la flessione è infatti molto più contenuta e si ferma all’1,12%

“Più nel dettaglio, in Umbria – ricorda Bravi - confrontando i primi otto mesi del 2011 con lo stesso periodo del 2010, abbiamo i seguenti dati: le ore di Cigo ( Cassa integrazione guadagni ordinaria) calano del 13,80%, le ore di Cigs (Cassa integrazione guadagni straordinaria) aumentano del 5,04% e le ore di Cgid (Cassa integrazione guadagni durata) aumentano dell’1,60%”, confermando il dato drammaticamente pesante della crisi e la nostra regione risulta essere lontana dal trend nazionale.
“I lavoratori coinvolti dai processi di cassa integrazione in Umbria – sottolinea bravi - sono: 3.834 unità per CIGO, 3.579 CIGS e 13.397 per CGID, arrivando complessivamente a 20.810 unità. Senza dimenticare che i lavoratori interessati alla cassa integrazione a zero ore sono complessivamente 10.405 (di cui 1.917 in CIGO, 1.790 in CIGS, 6.698 in CIGD)”.

Un'altra testimonianza della crisi industriale che attraversa la nostra regione, nel corso di questo periodo le causali di CIG per quanto riguarda le aziende ci danno questo dato: le aziende in amministrazione controllata passano da 0 a 2, le aziende in concordato preventivo passano da 0 a 2, le aziende con contratto di solidarietà da 2 a 10, le aziende fallite da 2 a 4.

“Tutti questi elementi sottolineano la validità dell’analisi svolta dalla CGIL Umbra e cioè quella di contrastare le modifiche economiche e sociali del governo a partire dalla manovra e di costruire nella nostra uno sviluppo, imperniato su un piano per il lavoro che tuteli e valorizzi il nostro apparato manifatturiero” – conclude Mario Bravi.
 

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