PERUGIA - La regione dell'Umbria ha una grande emergenza sociale. Questa emergenza si chiama casa. Il grido d'allarme arriva da tutte le associazioni di inquilini dell'Umbria (Sunia, Sicet, Uniat, AssoCasa e Unione Inquilini) e dai sindacati regionali Cgil, Cisl e Uil che stamattina in una conferenza stampa hanno illustrato una situazione che non esitano a definire “drammatica”.

Il Governo nazionale ha infatti ridotto da 2,4 milioni a 182mila euro il finanziamento del Fondo Sostegno Affitti che consente ai Comuni di erogare aiuti alle famiglie più bisognose per fronteggiare il pagamento del canone per l'abitazione. Un taglio pesantissimo, che metterà seriamente a rischio l'accesso ai contributi per migliaia di famiglie umbre (circa 9mila quelle finanziate lo scorso anno) e porterà – avvertono le associazioni – ad un'impennata del numero di sfratti esecutivi nella nostra regione (che solo nella provincia di Perugia sono già 740).

Pur consapevoli delle “gravi ristrettezze cui i comuni sono costretti dai tagli indiscriminati del Governo” e nella “totale assenza di una politica nazionale per la casa” le associazioni umbre degli inquilini chiedono dunque agli enti locali “uno sforzo maggiore e soprattutto di considerare come prioritario un intervento a sostegno di queste famiglie”.

Se infatti, la Regione ha garantito, almeno per quest'anno, il mantenimento dello stesso contributo dello scorso (1 milione di euro), dai Comuni arrivano segnali tutt'altro che incoraggianti. E ci sono casi che le associazioni giudicano particolarmente gravi, come quello del Comune di Perugia, dove si decide di azzerare l'Ici per i possessori di case invendute (“spesso palazzinari”, come sottolineano le associazioni), ma non si pubblica ancora la graduatoria del bando 2010 per il sostegno agli affitti (cosa avvenuta in quasi tutti gli altri comuni della regione), “con 310 famiglie che dal primo gennaio 2012 saranno buttate fuori di casa”.

Allora, da una parte c'è la richiesta di fare fronte comune (Anci, Upi, Regione) per fare pressioni sul Governo affinché si riveda la cifra irrisoria (sarebbero 20 euro a famiglia) destinata all'Umbria. Dall'altra c'è l'invito al massimo sforzo agli enti locali umbri per tentare di tamponare una situazione che rischia di avere sbocchi drammatici. E la proposta concreta è quella di dare vita in tempi stretti ad un'assemblea regionale sulla casa, con tutti i soggetti, istituzionali e sociali, coinvolti, comprese le associazioni dei proprietari immobiliari.
 

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