Situazione apertissima nel voto per le elezioni politiche in Umbria. Lo conferma il sondaggio svolto da BiDimedia dal 6 al 9 gennaio, i cui risultati sono stati resi noti ieri. La rilevazione, effettuata in tutte le regioni italiane (vedere la tabella diffusa da BiDimedia), riguarda le coalizioni e non i singoli partiti.

Per quanto riguarda l’Umbria, il sondaggio BiDimedia conferma nella sostanza quanto già emerso da una rilevazione apparsa sulle pagine umbre de Il Messaggero. Dal quadro appare una situazione di grande contendibilità, per cui nessun seggio della parte uninominale, dove si eleggono 5 parlamentari (3 alla Camera e 2 al Senato), appare sicuro per nessuno. Va ricordato che gli altri 9 parlamentari che competono all’Umbria, 6 alla Camera e 5 al Senato, vengono infatti assegnati tramite il sistema proporzionale.

Secondo il sondaggio BiDimedia, in Umbria il centrosinistra (Pd, +Europa, la lista della Lorenzin e quella di Insiemei) avrebbe al momento il 32%, tallonato dalla coalizione di centrodestra (Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e altre formazioni minori) con il 31%. Quindi il Movimento 5 Stelle con il 27% e la sinistra, nella sostanza Liberi e Uguali di Pietro Grasso, con l’8%. Ovviamente, le percentuali riguardano gli elettori che hanno già deciso di andare alle urne e per chi votare.

Sondaggi che, come sempre, vanno presi con le molle. Non solo perché il numero degli indecisi appare ancora elevato, ma anche perché gli stessi sondaggi presentano dei margini non trascurabili tra il minimo e il massimo previsti per ciascuna formazione. Oltre al fatto che, di norma, la campagna elettorale vera e propria determina spostamenti, anche di di rilievo, di fasce dell’elettorato. Inoltre, il sondaggio riguarda gli elettori della Camera dei deputati, con la conseguenza che il voto del Senato potrebbe presentare scostamenti – come di solito avviene – in quanto per l’assemblea di Palazzo Madama non votano i giovani da 18 a 25 anni. Il che, nel quadro attuale e da quanto emerge da altri sondaggi, significa ad esempio che il Pd al Senato dovrebbe ottenere una percentuale più alta, e il M5S più bassa, perché il Pd appare il partito con gli elettori mediamente più anziani e il M5S con quelli mediamente più giovani (tra questi ultimi, secondo le rilevazioni, il M5S ottiene oltre il 40%). L’elettorato di centrodestra è un po’ più spostato, ma molto meno rispetto al Pd, sul versate delle fasce di età mature ed anziane, mentre gli elettori di Liberi e Uguali, sempre in base alle rilevazioni, non presentano consistenti divari di voto per fasce di età e sono distribuiti in modo piuttosto omogeneo in tutte le fasce di età.

Il sondaggio di BiDimedia, come tutti i sondaggi pre-elettorali, va quindi considerato come l’indicazione di linee di tendenza.

Se per i seggi assegnati con il metodo uninominale (ossia ottiene il seggio, in ciascuno dei 5 collegi uninominali dell’Umbria, la coalizione che prende più voti) la conclusione è che tutti sono contendibili, per quanto riguarda i seggi assegnati con il proporzionale, dai dati Bidimedia – che a livello regionale riguardano le coalizioni – è difficile fare previsioni mancando appunto i dati di ciascun partito. Ma qualcosa si può tuttavia azzardare.

AVVERTENZE

Chiariamo intanto alcune cose. La nuova legge elettorale ha delle caratteristiche particolari, che appaiono studiate per penalizzare il M5S, il quale come noto non fa coalizioni.

1) Intanto non prevede, a differenza ad esempio di quanto avviene nelle elezioni comunali, il voto disgiunto. Nel senso che l’elettore non può votare per un candidato al maggioritario e al proporzionale un partito diverso da quelli che appoggiano tale candidato. Ad esempio, non si può votare il candidato presentato dal centrosinistra al maggioritario e nel proporzionale votare per Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, Liberi e Uguali e così via. L’elettore, se vuole, può votare solo uno dei pariti che appoggiano qual candidato. Questa croce messa sul simbolo di un partito serve ad assegnare i seggi della parte proporzionale. Se l’elettore vota solo il candidato del maggioritario senza barrare uno dei partiti che lo sostengono, il suo voto nella parte proporzionale viene diviso, proporzionalmente al risultato complessivo ottenuto, tra tutti partiti che sostengono al maggioritario quel candidato (questo è uno dei motivi su cui si fondano i ricorsi che denunciano l’incostituzionalità della nuova legge elettorale). Se invece l’elettore barra solo il simbolo di uno dei partiti e non anche il nome del candidato del maggioritario collegato, il voto va automaticamente a quest’ultimo.

Se, per chiarezza, l’elettore barra il nome di un candidato al maggioritario e il simbolo di un partito che non è tra quelli che lo sostengono, il voto viene annullato.

2) Nel proporzionale ottengono seggi solo le formazioni politiche che arrivano almeno al 3% dei voti validi. Altrimenti i loro voti vanno, proporzionalmente, agli altri partiti della coalizione. Se un partito ottiene meno dell’1%, i suoi voti non vengono contati. Come se non fossero stati espressi.

Questo è importante e, per chiarirlo, facciamo il caso del centrosinistra, stando sempre a quanto emerge dai sondaggi. In questa coalizione, le rilevazioni indicano che solo il Pd supera certamente il 3% e che ciascuno degli altri partiti (+Europa, Lista Lorenzin, Insieme) otterrà un risultato superiore all’1%, ma inferiore al 3%. Non avranno seggi quindi, ma i loro voti confluiranno tutti nel Pd. In pratica, è come se gli elettori dei partiti alleati al Pd votassero il Pd. In altre parole, i seggi assegnati al Pd nel proporzionale vanno calcolati non sulla percentuale che prende il Pd, ma su quella che prendono il Pd più i suoi alleati. Nel caso specifico dell’Umbria, e prendendo per buono il sondaggio BiDimedia, significa che il calcolo dei seggi al Pd va fatto sul 32%, non su quello specifico dei Democrat (che, sempre in base al sondaggio BiDimedia, sarà inferiore al 32%, perché in questa percentuale ci sono anche i voti dei partiti alleati).

Anche questo passaggio di voti da un partito all’altro è uno dei motivi su cui si fonda il ricorso di incostituzionalità della nuova legge elettorale, perché permette che un elettore voti un partito ma nella realtà il suo voto vada ad un altro.

3) Va considerato che, nella parte proporzionale, il meccanismo di assegnazione dei seggi è diverso tra Camera e Senato. Nel primo caso il quoziente di distribuzione è nazionale, nel secondo regionale. Questo può comportare che, con la stessa percentuale di voti, un partito possa prendere il seggio alla Camera ma non al Senato, e viceversa.

PD

Con un risultato del 32% del centrosinistra, in Umbria il Pd avrebbe praticamente sicuri 2 seggi alla Camera (verrebbero ossia certamente eletti i primi due nomi del listino, visto che iI Rosatellum, come il precedente Porcellum, non prevede la possibilità per l’elettore di dare preferenze a singoli candidati) e uno al Senato.

Stando ai sondaggi, come detto in termini di seggi parlare di centrosinistra è improprio. Perché nessuno dei partiti alleati del Pd sembra poter superare il 3% (sono tutti tra l’1% e il 2%) e quindi i loro voti ‘passeranno’ in toto al Pd. In pratica, il Pd nella distribuzione dei seggi avrà un peso superiore alla sua specifica percentuale. Nel nostro caso, in Umbria il Pd peserà il 32%, anche se la sua percentuale sarà indubbiamente minore (perché in quel 32% ci sono i voti assegnati nella regione alle altre liste della coalizione di centrosinistra). Insomma, stando ai sondaggi parlare di Pd o di centrosinistra in termini di seggi è la medesima cosa. Per cui da ora in poi parleremo di Pd, intendendo con questo termine tutta la coalizione di centrosinistra.

Il Pd otterebbe infatti alla Camera un quoziente di 1 + un resto di 0,92, che essendo molto elevato certamente permetterebbe al Pd di avere il secondo seggio. Al Senato, sempre con il 32%, il Pd otterrebbe un quoziente di 1 e un resto di 0,6. Tenendo conto che al Senato il Pd dovrebbe andare meglio che alla Camera (come detto il Pd presenta l’elettorato mediamente più anziano), un resto di 0,6 appare una buona possibilità di avere il secondo seggio. Ma siamo un po’ sul filo.

Insomma, il Pd con il 32% della coalizione di centrosinistra nel proporzionale otterrebbe 3 parlamentari sicuri tra Camera e Senato, più un possibile quarto parlamentare.

CENTRODESTRA

Poiché, a differenza di quanto i sondaggi dicono per il centrosinistra, almeno 3 partiti della coalizione di centrodestra supereranno certamente il 3% ottenendo quindi seggi (Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia), i conti sui seggi del proporzionale sono ancora più difficili e impossibili per ogni singolo partito. Comunque, il centrodestra in Umbria dovrebbe ottenere 2 seggi alla Camera e 1 al Senato, dove ha una discreta possibilità - leggermente inferiore però a quella del Pd - di conquistare il secondo a Palazzo Madama. Quindi, 3 parlamentari sicuri e il quarto in ballo.

M5S

Con il 27%, i seggi sicuri per il M5S sono uno alla Camera e uno al Senato. Ma alla Camera, con un resto di 0,62, per il M5S è possibile il secondo seggio. Difficile, invece, con il 27%, che al Senato scatti in Umbria il secondo senatore pentastellato. La situazione cambierebbe se il M5S ottenesse il 30% e oltre. A quel punto il secondo senatore pentastellato diventerebbe molto possibile.

LIBERI E UGUALI

Con l’8% non ci sono seggi sicuri in Umbria per Liberi e Uguali. Alla Camera il resto sarebbe di 0,48, che non dà molte possibilità. Per avere una concreta possibilità di avere il seggio Liberi e Uguali in Umbria dovrebbe ottenere il 10% circa (con il 10% il resto sarebbe di 0,6). Al Senato, invece, per avere il seggio Liberi e Uguali dovrebbe avere il 12%-13%, a causa del diverso metodo di assegnazione dei seggi, basato sul quoziente regionale. Percentuali che, per il sondaggio BiDimedia, ancora non ci sono, ma che soprattutto alla Camera non appaiono impossibili per il partito della sinistra guidati da Pietro Grasso.

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