Di Ciuenlai - Bisogna mettere insieme Kafka, Fleming e Hitchcock, esaminarli bene, studiarli alla perfezione , miscelare con cura e attenzione metamorfosi, thrilling, doppiogiochismo, cultura del “mai dire mai”, crudeltà  e cinismo, per tentare di spiegare ciò che sta facendo quella cosa chiamata Pd nei principali comuni in cui si vota in Umbria.  Varrà la pena di raccontare questi romanzetti di bassa provincia uno alla volta, perché se no rischieremmo di perderci dentro i meandri di un opportunismo politico e di una concezione individualistica della politica, che lascia esterrefatto chiunque provi a trovargli un filo logico.

LA "RITIRATA" DI CITTA’ DI CASTELLO – Il Consigliere Regionale democratico Bettarelli “viene Consigliato”  (dice dal “Gota” Umbro) di trovare un candidato che unisca Pd e 5 stelle, per  riprendersi la guida della coalizione e chiudere definitivamente con la gestione egemone dell’attuale sindaco Bacchetta. Trovato! Si chiama Leveque un nome che scalda così tanto i cuori dell’ex centrosinistra, che Bettarelli e “quelli di Perugia” decidono di abbandonarlo dopo pochi giorni. Perché tutto il resto del loro mondo (con la possibilità di aggiungerci anche un po' di destra ) è stato agganciato da Luca Secondi, che è del Pd , ma che il Pd “Ufficiale” non vuole, perché considerato “uomo di Bacchetta”. Il dilemma, incanalato sulla falsa domanda grillini si, grillini no,  dura quanto “la descrizione di un attimo”.  Bettarelli & son, in fretta e furia, presi dalla paura di non arrivare nemmeno al ballottaggio,  aderiscono alla proposta del sindaco, tornando sotto le sue vesti e accettando di riallearsi con Azione e IV, che non volevano saperne di stare coi 5 stelle.  Adesso è ufficiale. La serie “a Castello il Pd è comandato “a Bacchetta” avrà quindi una terza stagione. Va bè, direte, comunque hanno ricompattato questa sigla e adesso marceranno uniti  verso l’obiettivo di riconfermare la vecchia amministrazione. Manco per niente. C’è un terzo Pd che forma una seconda coalizione sotto le insegne dell’assessore di ”area” Luciana Bassini che si porterebbe dietro, oltre a un pezzo del Partito Democratico, i 5 stelle, anche i civici del Consigliere Regionale  Fora (a cui strizzerebbe un occhio anche” l’immortale” Ciliberti)  e Art 1 dell’ex Sindaco Orsini. Un “rassemblement” che viene quotato tra il 15/20% . La cifra che ha sempre portato a casa la seconda gamba del centrosinistra da Verini in su. Ma tutto questo ha un rischio perché i tempi nei quali il centrosinistra poteva fare anche 4 liste e vincere in scioltezza, è finito da un pezzo. Adesso ogni divisione è un pericolo.

I"TANTI MONDI" DI SPOLETO – Mettetevi comodi, perché se la situazione piddina di  Castello vi è sembrata un po' complicata,  preparatevi a fare interi corsi di specializzazioni in diversi settori, per poter decifrare quella di Spoleto. Allora “I perugini” del Pd con in testa i segretari regionale Bori e Provinciale Camilla Laureti hanno sposato la causa di un ex bocciano di ferro, il capo mondiale degli agronomi Andrea Sisti. Una proposta dei “civici di partito” (cioè quelli che, come Fora, entrano e girano dentro e attorno le coalizioni classiche) , sostenuta dai 5 stelle. I Perugini del Pd, ma non gli spoletini del Pd, che, invece, si sono spaccati in due pezzi, nessuno dei quali sarebbe per Sisti. Il circolo propone il segretario Lisci che però sarebbe più interessato a “contrattare” con Sisti “in proprio” (non dimenticandosi di fare qualche abboccamento con Cintioli, di cui parleremo dopo), lontano dalle intromissioni della direzione regionale,  che a sostenere una sua candidatura.  Infatti si parla, in questi giorni, di un suo “gesto generoso” (in soldoni il suo ritiro), segno, dicono i maligni, che le cose sono andate per il verso gusto.  La ricostruzione è credibile. Lisci è guidato da un padre della vecchia guardia socialista, che in questi giochi di palazzetti di provincia, ci sguazza felice come un rospo in uno stagno.  Ma una parte cospicua degli ex Ds e un nutrito gruppo degli ex margherita (Laura Zampa, Margherita Lezzi e altri) hanno deciso di mettere in campo, assieme al gruppo civico “difendiamo Spoleto”, un proprio progetto. con una candidatura “forte”  come quella dell’ex Consigliere Regionale Giancarlo CIntioli. Un progetto che oltre a tanta storia della sinistra e dei cattolici democratici, si porterebbe dietro anche molte “giovani” novità, soprattutto tra i professionisti del posto. Detto che Azione con il gruppo Spoleto 2030 pare intenzionata ad avere un proprio candidato (Catamossi?), l’entrata in campo di personaggi di una certa portato sullo scenario della città dei due mondi, rende tutto più complicato. Fare un pronostico tra chi andrà al ballottaggio tra Sisti, Cintioli e il candidato della destra è sinceramente difficile.

AMELIA – C’era una volta un segretario (quello del Pd) che, come candidato sindaco, era accettato da tutti, meno che dalla segreteria regionale del partito.  E’ quindi entrato in azione l’UCAS “ufficio complicazioni affari semplici”. Risultato adesso i candidati del centrosinistra sono 4. Auguri!

ASSISI - L’unico posto dove non ci sono stati scossoni e dove tutti si sono messi dietro le insegne del sindaco uscente, la signora Proietti. Nonostante questo non ci sono buone notizie per l’arcipelago piduino. La Sindaca non sarebbe riuscita in questi 5 anni a sfondare nell’elettorato moderato e di destra che ad Assisi è la stragrande maggioranza dei votanti. Ed essendosi la destra ricompattata in molti prevedono una sua vittoria al primo turno. Un bel dì (di ottobre) vedremo!

I DOLORI DEL GIOVANE BORI – Come si vede in tutte le situazioni che contano a livello elettorale quella che era , una volta, la forza della sinistra e cioè il carisma della segreteria regionale è completamente svanito . Si è dovuta ritirare a Castello, ha spaccato la coalizione a Spoleto e ad Amelia e ha continuato a svolgere un ruolo marginale nel raggruppamento che sostiene la Proietti ad Assisi. Si è materializzato quello che i precedenti responsabili del Pd umbro (Leonelli e Verini) avevano, più volte denunciato a microfoni spenti o nei fuori onda con noi giornalisti. I potentati locali (sarebbe meglio chiamarli i “debolati”) fanno il bello e il cattivo tempo, non permettendo una visione unitaria e generale delle strategie politiche  E in una situazione di tale fiacchezza della forza degli apparanti centrali, imporre un congresso, che ha ulteriormente diviso le poche truppe a disposizione, non è stata una brillante idea.

P.S. – La segreteria regionale dl Pd deve incrociare le dita e sperare che le decisioni dei “capibastincini” locali portino ad un risultato positivo per poter recitare la parte dei vincitori “a loro insaputa”. E i risultato positivo non può prescindere che dalla riconferma di Assisi e Castello e la riconquista di Spoleto, dove la destra ne ha fatte di tutte e di più e dove perdere sembrerebbe una “mission impossible".

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