Dal teatro a Zelig passando per Dario Fò e Claudio Villa. Ecco Massimo Bagnato
Di Armando Allegretti
PERUGIA - Tra un buon bicchiere di vino ed una cooppa gelato, ieri in quel dell'Hand Made Cafè di Perugia (che per la cronaca compiva un anno di attività...e se non ci siete ancora andati fatelo non ve ne pentirete), ci siamo imbattuti nel ciclone Massimo Bagnato che gentilmente ha rilasciato un intervista ad Umbrialeft.
Per chi ancora non lo conoscesse, Massimo Bagnato, ha raggiunto la notorietá con la sua comicitá nonsense, rovesciando il clichet del comico moderno. È conosciuto anche per il tormentone del braccio: Massimo infatti, durante le sue apparizioni televisive e i suoi spettacoli teatrali, intervalla i monologhi con frequenti richieste che coinvolgono lo spettatore, chiamato ad alzare il braccio quando sentito chiamato in causa.
Personalità dai gusti eclettici ("i miei miti -ha detto - sono l'opera lirica, Maria Callas, Giuseppe Di Stefano, Giorgio Gaber, Dario Fo, Carmelo Bene, Mel Brooks, Jerry Lewis, Woody Allen), molto attivo in tv, Massimo Bagnato si è esibito ieri sul palco dell'Hand Made Cafè convolgendo subito il numeroso pubblico presente.
Massimo inizia col canto e con la fisarmonica, per poi approdare al teatro passando dalla radio (lo ricordiamo su Radio2 nel progrannza "Sei uno zero" in compagnia di Lillo e Greg) fino ad arrivare alla televisione per essere incoronato comico di Zelig.
Un binomio, quello di teatro e televisione, che riguarda l'attività del comico romano: "non è affatto scontato, ha detto, che il successo televisivo si traduca in una buona risposta di pubblico anche a teatro; la bellezza del teatro è la fidelizzazione, grazie al passaparola un comico può costruirsi gradualmente uno zoccolo duro di spettatori che lo seguiranno per tutta la vita".
Per quello che riguarda la sua presenza in tv, Massimo ci ricorda che "vado matto per il piccolo schermo, ha una grande dignità artistica e paradossalmente, malgrado la popolarità che può darti, è più rischioso perché se deludi a teatro qualcuno che ti ha conosciuto in tv, lo hai perso per sempre. La tv ti costringe a tempi più serrati e una scrittura più rapida: un pezzo che a teatro dura un'ora e mezza, in tv diventa di quaranta minuti".
Il suo è un modo semplice e diretto di fare comicità, assurdo e mai volgare che conquista. Un tormentone sicuramente è "Gente di Foligno" con cui anche ieri ha chiuso lo spettacolo. Le sue alzate di braccio e io suoi fuoritempo nei battiti di mani hanno conquistato in pochissimo tempo il pubblico.
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