«In Italia se si vuole costruire una vera sinistra d'opposizione sociale, si deve considerare il Pd come il nemico giurato, perché rappresenta il partito dell'eterno presente, incarna la politica del meno peggio, è privo d'idee e di prospettive, non offre speranze per il futuro». Parole di Giorgio Cremaschi, sindacalista conosciuto per le sue posizioni radicali, oggi leader carismatico di Ross@, il movimento anticapitalista e libertario che sta muovendo i suoi primi passi dopo la nascita avvenuta a Bologna un paio di mesi fa. Numerose assemblee sono state indette per presentare la nuova formazione politica e capire se è possibile trasformarla nel polo d'aggregazione per i mille atomi in cui si è frantumata la sinistra radicale del nostro Paese.

A Brescia, città in cui ha trascorso una parte importante della sua vita di dirigente della Cgil, Cremaschi è stato accolto nella sala Buozzi della Camera del Lavoro da una cinquantina di persone. Ha esordito affermando che «una grande finzione, volta a far credere esistano una sinistra e una destra conflittuali tra loro, è in atto in Italia», un gioco delle parti che «rende incomprensibile dove sia una e dove sia l'altra», conflittuali in campagna elettorale, poi «insieme nel governo di larghe intese», un'alleanza che per Berlusconi «rappresenta la sua personale assicurazione contro la galera». «Il sistema che ha il Pd al suo centro», ha insistito, «controlla il Paese attraverso il sindacato e grazie al ricatto legato alla figura del Cavaliere».

Il problema è che, pur trovandoci di fronte a una crisi economica senza precedenti «restiamo il Paese più addormentato d'Europa» mentre un tempo eravamo «quello che lottava di più, che vantava le mobilitazioni più imponenti». Ormai passa di tutto, anche a livello sindacale, compreso «l'accordo scandaloso tra Cgil, Cisl e Uil da una parte e Confindustria dall'altra sulle modalità di rappresentanza nei luoghi di lavoro».

Che cosa è successo? «Sono anni che accumuliamo tossine che ci hanno portato al disastro finale». La sinistra in Italia «è morta il giorno che, con Rifondazione Comunista, disse sì al governo Prodi». La questione fondamentale è: «O cambiamo la società o precipiteremo in una condizione ancora peggiore». Ross@ si propone come strumento per la costruzione di un nuovo movimento, «perché anche in Italia torni il punto di vista di una sinistra anticapitalistica e libertaria, a tavola c'è un posto libero e noi possiamo occuparlo». 

Fonte: controlacrisi.org - Da bresciaoggi.it

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